di Greg Rucka e AA VV
Planeta De Agostini, feb. 2007 – 160 pagg. col. bros. – 11,95euro
Come ferire un uomo invulnerabile? Questo è un topos di tutta la letteratura disegnata, in particolar modo nel mondo di Superman. Greg Rucka, lasciando poco spazio alle parole, prepara il lettore all’inevitabile conflitto finale col supporto grafico di Matthew Clark, che alterna tavole di ampio respiro a scene di azione cruenta. In realtà, sin dall’inizio del suo ciclo narrativo su Action Comics, Rucka introduce l’ennesima nemesi per l’uomo d’acciaio, Ruin, un malvagio che, al denaro ed al potere, preferisce l’inebriante sapore della sofferenza, della disperazione, dell’impotenza dell’uomo più potente al mondo, ferendo tutte le persone vicine a Clark Kent. Il tema del doppio emerge con tutto il suo vigore narrativo, duplice l’anima di Ruin, inesorabilmente legato alla sua dimensione trash di supercriminale e di uomo nascosto dalla maschera, duplice la vita di Superman come essere messianico legato al suo destino di paladino ed esso stesso maschera di un’umanità fragile ed emozionale. L’autore ramifica le molteplici sottotrame inserendo continui riferimenti all’identità segreta di Ruin, operazione che in verità non sembra essere sempre all’altezza delle aspettative del lettore. Nulla di nuovo sotto il sole giallo! Già dopo il cross over Zero Hour la DC aveva rilanciato tutte le sue testate con un numero zero: nelle quattro super-testate fu introdotto un personaggio nuovo di zecca dal duplice volto (Conduit alias Kenny Braverman), amico di infanzia e malvagio antagonista. Un omaggio, un remake, chissà…

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