Per tutti coloro che, più che alla serie apparsa sul Giornalino, collegano i Puffi alla serie animata e all’ossessiva sigla cantata da Cristina D’Avena, questo volume rappresenta una lieta sorpresa. Infatti, per quanto la serie a cartoni non fosse disprezzabile, almeno nei miei ricordi d’infanzia, non mi sarei mai aspettato di trovare tanto gusto nel leggere le gesta di questi esserini creati dal fumettista belga Peyo.
Al di là del noto e azzeccatissimo espediente della “lingua puffa”, continuo gioco tra autore e lettore, almeno per metà volume quest’uscita della collana regala umorismo genuino e travolgente, con trovate leggere ottimamente orchestrate, tormentoni divertentissimi, e pure punte (sebbene semplificate) di satira, come nell’episodio in cui i Puffi scoprono il denaro e l’effetto catastrofico che ha nella loro vita. Questo finché la narrazione si sviluppa in storie pensate per le canoniche trenta pagine circa dei volumi alla francese; nella seconda parte pero’ viene dato spazio alle avventure più brevi, e con meno pagine a disposizione (ma, più probabilmente, con le idee migliori consumate negli anni di pubblicazione precedenti), l’autore diventa quasi irriconoscibile, scrivendo storie molto meno convincenti, molto più forzate nelle situazioni e nelle risoluzioni. Una differenza netta, quasi spiazzante, che abbassa il giudizio globale dell’uscita.
I disegni di Peyo, invece, si presentano sempre accattivanti, dalla linea morbida ed espressiva, e perfetta per piacere a piccoli e meno piccoli. Il mondo da lui creato, fatto da piccoli esserini blu, ma anche da carote carnivore, villaggi di strane creature, uccelli giganteschi, pozioni e stregonerie, rimane sempre coerente a sé stesso, lievemente, come una favola. Fin troppo facile e immediato riconoscere nei puffi la lucida fantasia dei bambini, capaci di dare peso enorme alle cose per gli adulti futili, e a rifiutare comportamenti che, da grandi, daranno per scontati. Ma questi sono bambini che non cresceranno mai, al massimo bambini saggi come il Grande Puffo, ma non infallibili. Che vivono per sempre nel loro villaggio di funghi, che continuano a battere il “cattivo” Gargamella (che alla fine fa quasi un po’ di pena), che sembrano trascorrere la vita in un eterno istante interrotto solo dalle loro avventure straordinarie.(Ettore Gabrielli)

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