Professor Bell #2 – La bambola di Gerusalemme

Professor Bell #2 – La bambola di Gerusalemme

Joann Sfar Coconino Press, 2005, 52pagg. col. bros. - 13,00euro

Professor Bell #2 - La bambola di GerusalemmeNel secondo volume dedicato alla rivistazione del chirurgo (realmente esistito) che fu fonte di ispirazione per Conan Doyle per l’ideazione del suo più famoso personaggio, Sherlock Holmes, troviamo tutte le caratteristiche stilistiche di Sfar, dal suo humor intelligente e non volgare, alla sua passione per tutto ciò che è magico, mistico, misterioso, per il mito in qualunque sua forma.

In questo episodio abbiamo l’occasione per conoscere meglio il protagonista, a cui vengono dedicate molte pagine per approfondirne la psicologia; il professor Bell si rivela così una figura tormentata e a suo modo cattiva, maligna, incredibilmente pratica e razionale nonostante affronti, con fermezza e freddezza, situazioni esoteriche e irrazionali.
Il professore appare ancora turbato dalla morte della ragazza per cui, nel precedente volume, aveva perso il cuore; a tenergli compagnia troviamo ancora i personaggi incontrati nel primo volume, un fantasma troppo attaccato al mondo dei vivi per abbandonarlo e un ispettore dalla fisionomia rotonda e dal soprannome esplicativo di Humpty Dumpty, l’uovo parlante di Alice nel paese delle meraviglie.Qusta volta l’avventura del professor Bell lo conduce fino alla città santa, Gerusalemme, dove dovrà aiutare due sacerdoti, uno cattolico e uno ebreo, ridotti in miniatura da un demone, a sconfiggere il Diavolo che, ogni mille anni, fugge dalla città per portare il male in tutto il mondo.

Un Diavolo, antagonista dei “buoni”, piuttosto bizzarro; amante delle modernità, incurante delle sciocche tradizioni che regolano lo scontro tra lui e gli uomini preposti a sconfiggerlo, astuto e, in fondo, simpatico. Protagonista di scene tra le più sagaci, come l’incontro con un prete che, ignaro della natura del suo interlocutore celato sotto aspetto umano, si prodiga di spiegare:
Il Diavolo è un concetto, figliolo. Ma se uno si immaginasse di incarnare da solo quello che questa nozione simbolizza, credo che avrebbe bisogno di un analista più che di un confessore, figliolo.

Primo piano del professor BellDalle storie di Sfar, e tanto meno da un personaggio tanto particolare come il professor Bell, non potevamo aspettarci che uno sviluppo non-convenzionale, che tra varie trovate, veri e propri quadri accessori rispetto alla trama, conduce verso un non-finale, perfetto corollario alla storia.

Sfar sfoggia un umorismo alla Sam Raimi, ritraendo scene terrificanti con un accentuato gusto per il grottesco che creano un’ atmosfera inquietante, morbosa, eppure sagacemente brillante. Atmosfera ben sottolineata dai disegni, dalla matita schizzata e dalle forme bitorzolute, come dai colori, che meritano un discorso a parte. Sfar generalmente riempie le sue tavole con colorazioni neutre, quasi fredde. Le vignette appaiono quasi monocromatiche, costruite con colori dai toni tenui e molto vicini tra loro, quasi a rendere un’ atmosfera ovattata e torbida. Allo stesso tempo, sfruttando lo stesso meccanismo, riesce in altre situazioni ad accentuare il ruolo e la figura di uno dei protagonista, caratterizzandolo in maniera uniforme e irreale di un colore in netto contrasto con lo sfondo, quasi ad illuminarli con un immaginario riflettore di un teatro grand gruignol.

Un volume ottimo, migliore della già buona storia d’esordio, privo di difetti nella storia, lineare nella sua costruzione ma non semplicistica, e nell’atmosfera, sicuramente calzante. Un volume che, se ce ne fosse bisogno, rivela la capacità affabulatoria di Joann Sfar. Un dono del Diavolo?

Riferimenti:
Coconino Press – www.coconinopress.com
Le petit monde de Joann Sfar – www.pastis.org/joann

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