Un Peter per ogni lavoro

Un Peter per ogni lavoro

Quando ero adolescente, il primo lavoro di Peter David che lessi coscienziosamente fu Howling Man (Hmm, un volume su un licantropo, cavolo, mi stupisco di averlo finito di leggere...). Allora notai che aveva scritto un racconto di Star Trek: The Next Generation che io avevo apprezzato molto, intitolata Strike Zone....

Hulk: The End, la fine del gigante verdeSequential Tart: Che cosa voleva diventare da grande il piccolo Peter?
Peter David: Un reporter.

ST: Come irrompesti “nel giro”?
PD: Ebbi un lavoro nel reparto vendite, lavorando per Carol Kalish. Dopo cinque anni inizia ad interessarmi al lato editoriale.

ST: Come sei finito a lavorare per così tanti tipi di media?
PD: Una buona dose di fortuna ed un po’ di aggressività.

ST: Cosa ti è passato per la mente la prima volta che uno dei tuoi libri è entrato nella lista dei bestseller del New York Times?
PD: Finalmente i miei genitori si sarebbero convinti che lo faccio di mestiere.

ST: A cosa attribuisci il tuo successo?
PD: A storie che non si leggono come quelle di nessun altro.

ST: Quanto spesso t’imbatti in fan dei tuoi fumetti che non sanno che scrivi romanzi, o viceversa?
PD: Tutte le volte.

ST: Scrivere fumetti non credi sia una sorta di neo per te come scrittore?
PD: Non credo. Poi se succede vuol dire che probabilmente le persone ne parlano soltanto alle mie spalle.

ST: Hai scritto il fumetto di Hulk per molti anni, e ora ha scritto il romanzo basato sul film, come lo hai affrontato?
PD: Facendo molta attenzione a raccontare una storia che vertesse sulla profonda psicologia del personaggio.

ST: Credi che sarebbe potuto essere – o che avrebbe dovuto essere – più vicina all’originale, o preferisci la versione del film?
PD: Penso che l’abbiano fatto bene. Poteva essere migliore ma poteva anche essere peggio. Credimi, lo so: ho letto i primi abbozzi di altri sceneggiatori.

ST: La disputa verbale fra te ed i diabolici Marveliti Bill Jemas e Joe Quesada è diventata praticamente una leggenda. Da cosa è iniziata?
PD: Mi era stato detto che Capitan Marvel vendeva bene e di non dovermi preoccuparmi ma poi leggo l’annuncio di Bill e Joe che la serie era in pericolo e dovevano alzarne il prezzo per farla sopravvivere, in pratica come salvare un uomo che sta annegando ancorandolo per una gamba. Li ho così sfidati apertamente nel mio CBG column [il forum del sito internet di David, www.peterdavid.net. Nota del Traduttore] e poi la cosa è andata avanti senza controllo a partire da questo.

ST: Cosa ti ha spinto a voler continuare a lavorare alla Marvel quando sembrava non ti trattassero con rispetto?
PD: Sono uno scrittore che ha lavorato a Hollywood. Sono abituato.

ST: Ci sono voci che dicono che la Marvel stia premendo per uccidere il nuovo Capitan Marvel per poter far risorgere quello originale… cosa puoi dirci riguardo questa storia?
PD: No, non è vero. Ho discusso con gli editor per una storia che riporterebbe l’originale Capitan Marvel in modo permanente. Abbiamo al fine deciso di non proseguire… e poi voci di questo tipo sono nate tre settimane dopo che tutto era deciso.

ST: Nella tua carriera fumettistica, hai reso Hulk una persona normale, hai mozzato la mano di Aquaman e in pratica hai brillato per la capacità di stupire i fan. Ti diverte incitare controversie o è solo un prodotto del tuo genio?
PD: Non potrebbe essere per entrambi i motivi?

ST: Quale personaggio Marvel è stato il tuo preferito da scrivere? E nella DC?
PD: Hulk. Supergirl.

ST: Ci sono personaggi che vorresti scrivere e per i quali non hai ancora avuto la possibilità di farlo?
PD: Doc Savage. E mi piacerebbe moltissimo scrivere una miniserie Phantom vs Tarzan.

ST: Raccontaci qualcosa sulla serie di tua creazione, Soulsearchers and Company.
PD: Scritta da Richard Howell e da me per dieci anni, è la storia umoristica di un gruppo di investigatori psichici nella curiosa città dell’occulto di Mystic Grove.

ST: Dicci qualcosa su la tua nuova serie della DC, Fallen Angel.
PD: È ambientata nella città di Bete Noire, vicino New Orleans, Fallen Angel è una misteriosa donna che è una sorta di ultima risorsa per le persona disperate. Cercarla per un aiuto è sempre un rischio. Se lei sente che lo meriti, farà qualunque cosa per aiutarti. Se non lo sei, ti farà impazzire. E non saprai mai quello che succederà finché non succederà.

ST: È da tanto che sei un fan delle Tartarughe Ninja?
PD: Sicuro, fin dal primo numero.

ST: Come sei salito a bordo del fumetto tratto dalla nuova serie animata?
PD: Me lo chiesero e dissi di no, poi le mie figlie mi hanno sgridato dicendomi che non potevo non scrivere le Tartarughe Ninja, e così ho accettato.

ST: Come trovi il tempo di lavorare a diversi titoli per così diverse compagnie, scrivere romanzi e sceneggiature, e organizzarti in modo da farlo così bene?
Capitan Marvel dopo YouDecidePD: Non dormo.

ST: Hai scritto romanzi di Star Trek per un lungo periodo. Hai pure scritto alcuni racconti di Babylon 5. Conoscendo l’odio che provano i fan “oltranzisti” di Babylon 5 verso Star Trek è stato un problema per te?
PD: Per niente.

ST: Cosa ti è piaciuto nel lavorare con J. Michael Straczynski?
PD: Ha le idee molte chiare su quel che vuole, e devi lavorare duro per soddisfarlo.

ST: Quale personaggio – non di tua creazione – delle due serie ti ha divertito di più nello scriverlo?
PD: Worf nel regno di Star Trek, Londo in quello di Babylon 5.

ST: Com’é nata Star Trek: New Frontier? Raccontaci qualcosa della serie per i fan che non la conoscono.
PD: John Ordover ha sviluppato la serie che parla della Starship Excalibur. Basata sulla dissoluzione dell’Unione Sovietica dei giorni nostri, New Frontier racconta della caduta dell’impero Talloniano e di come l’Excalibur venga assegnata a quella zona per cercare di non far precipitare le cose in quell’intero settore spaziale.

ST: Stai lavorando a molti progetti con Billy Mumy, inclusa la serie Space Cases per Nickelodeon. Come siete finiti a lavorare assieme per questa serie?
PD: L’intera cosa partì dalla nostra manager, Susie Dietz, che lavorava con uno chiamato Albie Hecht, un produttore indipendente che cercava una serie di fantascienza da vendere alla Nickelodeon [televisione americana dedicata alla programmazione per bambini. Ndt]. Albie ha finito per essere a capo della TNN (o Spike TV, quando finirà quell’idiozia di processo [Spike Lee intento’ causa contro il nome Spike TV per sfruttamento del suo nome! Spike Lee ha poi ritirato la denuncia, e contemporaneamente è tornato a lavorare per la Mtv, del gruppo Viacom, lo stesso di Spike TV… Ndt]).

ST: Recentemente hai riscritto un tuo libro di qualche anno fa incentrato su Re Artù ai giorni nostri,”Knight Life”, e inoltre hai scritto un seguito “One Knight Only”. Cosa ha causato questa revisione?
PD: Penguin-Putnam ha iniziato a ristampare gli altri miei lavori, e ho sempre voluto aggiornare e aggiungere qualcosa alla stesura originale di Knight Life. Così ho tirato fuori due libri da quello.

ST: C’é qualche possibilità che questo avvenga anche con Howling Mad e le seguenti storie brevi, “Moonlight Becomes You”?
PD: Howling Mad è un libro migliore dell’originale Knight Life così non penso sia necessario questo tipo di rivisitazione. Ma sarebbe bello che venissero raccolte entrambe le storie in unico volume. Forse se uscirà il film, si farà.

ST: Non tanto tempo fa la tua serie, Psi-Man, venne ristampata. Ci sono possibilità che tu la continui?
PD: Se me lo chiedono, ma dubito che ci siano dei piani in tal senso.

ST: Il protagonista di Psi-Man, Chuck Simon, è un Quacchero [movimento religioso protestante. Ndt]. Questo riflette parte delle tue credenze spirituali, o ha soltanto una valenza narrativa?
PD: Né uno, né l’altro. La serie fu creata da un editore che lavorava per la Ace Books [editore statunitense dedicato alla narrativa fantascientifica. NdT] ed è nata con questo concetto.

ST: Hai avuto molto lavoro che riguardasse altri universi oltre a quelli da te creati. Quali sono le maggiori difficoltà nel giocare con la scatola dei giochi altrui?
PD: Raccogliere la sabbia con i miei sandali. [“Getting sand in my shorts.” Gioco di parole tra sandboxes, scatola di giochi, e sand, sabbia. O almento spero… Ndt]

ST: Preferisci lavorare sui personaggi già esistenti o su quelli creati da te?
PD: Creo lo stesso i miei personaggi nell’universo altrui. È comunque più divertente scrivere storie completamente originali, non fosse altro per non avere problemi con licenze passate.

ST: Se dovessi scegliere fra scrivere fumetti, scrivere romanzi o sceneggiature televisive, cosa sceglieresti come mestiere per il resto della tua vita, e perché?
PD: Se dovessi sceglierne solo uno? Probabilmente sceglierei i romanzi. Sono molto più soddisfacenti in termini di pura narrazione.

ST: Il tuo approccio alla creazione è uguale in tutte e tre i casi, o trovi che la prosa e la sceneggiatura siano due cose completamente diverse?
PD: Nello sceneggiare devi pensare più alle immagini. Nei romanzi puoi scrivere dialoghi per pagine e pagine, e finché sono interessanti, va bene. Tutto ciò a cui devi pensare è cercare di non far distogliere l’occhio o far perdere l’attenzione al lettore.

ST: Credi che il tuo approccio alla scrittura cambi quando scrivi per i bambini?
PD: Semplicemente non uso la sessualità o argomenti profani.

ST: Sei conosciuto per il tuo amore per il film Disney “La sirenetta”. Cosa c’é di tanto speciale in quel film per cui lo ami tanto?
PD: Sono un grande appassionato di quei film che finiscono con un figlio adorato che dice “Ti voglio bene,papà”

ST: Quali altri film, serie TV, libri, musica o fumetti ti piacciono?
PD: Troppi da poterli elencare.

ST: A quali progetti stai lavorando ora?
PD: Siamo piuttosto riservati su tutti quanti.

ST: Sei conosciuto per la tua scrittura piena di humour, ed hai deliziato centinaia di fan con quello che potremmo definire come uno spettacolo comico. Sei sempre stato un “tipo da clown”? Cosa fa ridere Peter David?
PD: Sì, penso di esserlo sempre stato. Cosa mi fa ridere? George Carlin [Attore comico. “Se Dio ci avesse creato con l’intenzione di non farci masturbare, ci avrebbe fatto con le braccia più corte.” NdT] e Steven Wright [Cabarettista americano. “Quando un uomo dice sozzerie ad una donna è molestia sessuale. Quando una donna dice sozzerie ad un uomo … sono 2500 lire al minuto!” Ndt].

ST: Ricorda te stesso venti anni fa. Pensando a tutto quello che hai fatto fino ad ora, di quanto ti sei avvicinato al tuo sogno nel cassetto? Quanto pensi manchi ancora per realizzarlo?
PD: Voglio vincere un premio Pulitzer, un Oscar o un Tony [L’Oscar del teatro. Ndt]. O tutte e tre assieme. Questo sarebbe figo.

di Wolfen Moondaughter

Intervista originariamente pubblicata su Sequential Tart, alla pagina www.sequentialtart.com/archive/aug03/peterdavid.shtml.
A cura di: King Mob – Ettore Gabrielli

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