Franz Kafka è uno scrittore il cui nome sembrerebbe difficilmente avvicinabile al mondo del fumetto, sia perché è vissuto in periodo storico in cui il fumetto era solo agli albori, prodotto in nazioni lontane geograficamente da lui, sia perché le tematiche cupe ed introspettive dello scrittore cecoslovacco appaiono lontane dalla nona arte, a cui troppo spesso sono stati attribuite funzioni ludiche e di svago, di rado riflessive.
In questi ultimi anni in cui la cosiddetta “Graphic Novel” ha portato temi più importanti e difficili all'attenzione di molti, Kafka è stato varie volte un ispirazione per fumettisti più o meno celebri. Il primo che può venire in mente è il grande maestro Robert Crumb, che ha realizzato un opera proprio dal titolo Kafka. Il libro, pubblicato negli Stati Uniti dall'editore Fantagraphics e ristampato lo scorso anno, ha goduto in passato anche di una edizione italiana, tuttora purtroppo fuori catalogo. L'artista americano, su testi del saggista David Mairowitz, illustra aneddoti della vita di Kafka in un opera che fonde saggio, libro illustrato e fumetto. Crumb si trova in perfetta sintonia con la materia Kafkiana avendo anche lui spesso affrontato tematiche di alienazione ed autocommiserazione.
Secondo solo a Crumb in vicinanza fumettistica a Kafka c'é Peter Kuper, che non si limita ad abbracciare le tematiche dello scrittore, ma si presta proprio ad adattarne i racconti.
Nel 2003 l'autore americano pubblica La Metamorfosi, dopo aver già realizzato nel 1995 una raccolta di adattamenti di vari altri racconti di Kafka dal titolo Give it Up!.
In La Metamorfosi, Kuper mette da parte il colore che contraddistingue le sue opere più conosciute come Il Sistema (in Italia edito per i tipi di Magic Press) o le tavole che realizza per Mad Magazine, riuscendo, col netto bianco e nero adottato in queste pagine, a ben descrivere le atmosfere e i sentimenti cupi propri della narrativa Kafkiana.
Il romanzo breve che ispira questo adattamento narra la disavventura di Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che una mattina si sveglia improvvisamente tramutato in scarafaggio. Ignaro delle cause del suo mutamento Gregor si ritroverà solo nella propria stanza, abbandonato anche dalla famiglia, ad esclusione della sorella che continuerà a prendersene cura fino alla fine. Dopo lunghe sofferenze fisiche e psicologiche la fine di Samsa sarà scontata, ciò che invece più interessa allo scrittore, è illustrare i suoi momenti di disperazione creando una metafora di solitudine, emarginazione e diversità. Grazie a questa storia Kafka crea un impressionante e cupa rappresentazione della condizione di molti uomini, inconsapevoli ed inermi di fronte alla solitudine.
Kuper riesce ad evocare fedelmente i sentimenti e gli ambienti claustrofobici propri del romanzo. Le figure dell'illustratore non sono realistiche, ogni espressione è estremizzata, esasperata e contorta. Talvolta il tratto è perfino graffiante, come fosse stato imposto alla tavola con forza e rabbia.
Kuper maneggia la materia kafkiana dimostrando grande rispetto e passione; celebra il romanzo originale e talvolta, senza prendersi grandi licenze, sembra quasi volerlo completare, offrendo i suoi volti inquietanti con l'intento di acuire l'angoscia e le atmosfere cupe.
Il segno dell'artista non è mai gradevole o ruffiano con chi legge, non lo è in quasi nessuna sua opera, ma qui in particolare questa osticità sembra un proposito; del resto Kafka stesso non è mai simpatico al lettore, lo provoca piuttosto, inducendolo verso riflessioni mai piacevoli.
Nonostante queste tematiche poco facili, il merito di Kuper sta proprio nell'aver creato un opera dal ritmo scorrevole, che riesce a tenere sempre incollato alla pagina anche quel lettore che poteva ritenere il racconto originale troppo impegnativo.
Riferimenti:
Guanda: www.guanda.it
Franz Kafka su Wikipedia in italiano: it.wikipedia.org/wiki/Franz_Kafka
Robert Crumb su Wikipedia in italiano: it.wikipedia.org/wiki/Robert_Crumb