di Jean Van Hamme e Philippe Francq
Eura editoriale – 46 pagg. cart. col. -7,50euro
Delude, questo secondo volume di Largo Winch, disattendendo le basi poste con il primo volume. Il soggetto presenta infatti delle forzature troppo evidenti, volte a dar inizio ad una “caccia al tesoro” francamente poco probabile; ma la mancanza di realismo si aggrava quando Largo ed il suo avversario si trovano a duellare faccia a faccia, quando Van Hamme tira fuori il colpo di scena mal riuscito di un tradimento (a cui seguirà naturalmente un dovuto “contro-colpo di scena”, perché il “buono” dato per spacciato controlla invece la situazione), quando più in generale il protagonista affronta situazioni impossibili con spavalderia e ne esce vincente, mentre il suo avversario si complica la vita con imprudenza (perché assolda un solo killer? Perché interviene personalmente? Perché lascia dietro di sé una scia di morti difficili da spiegare?). Più riusciti gli squarci sul passato e sull’ educazione di Largo, mantre i dialoghi sono sempre frizzanti ed i disegni ottimi. La serie è una rielaborazione degli elementi più tipici della spy story commerciale anni ’70, tra intrighi internazionali, azione, ironia e belle donne e si inserisce nel filone di James Bond e de Il Santo, pur presentando elementi originali. I cultori del genere la adoreranno, gli altri possono divertirsi, a patto di non porsi troppe domande. (Umberto Monzani)
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