di Davide Costa e Sergio Gerasi
Eura Editoriale, gen. 2008 – 96 pagg. b/n bros. – 2,70euro
Prendere in consegna certi personaggi è tutt'altro che facile. Cio' è vero di certo per vere e proprie icone come Tex o Dylan Dog, ma non meno per altri come John Doe, figlioccio di Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni, che vi hanno infuso alcuni aspetti tipici del loro essere autori. Ecco perché la prova di Davide Costa è doppiamente valida: non solo come storia in sé, che si pone probabilmente come la migliore tra quelle della terza stagione, ma anche per come egli ha saputo entrare in sintonia con uno stile definito senza per questo apparire come un clone dei due “padroni di casa”. Sebbene si tratti ancora di una storia in linea con le precedenti, in un ripetersi di situazioni-base che rischia di essere stancante, la narrazione è fluida e il tema ben sviscerato, riuscendo (cosa non da poco) a tratteggiare personaggi sfumati, non negativi a prescindere nonostante si oppongano in qualche modo a John, ma anzi spinti da un ideale giusto, ma pervaso da una follia che li rende alienati dalla compassione verso il prossimo, che diventa cavia per esperimenti medici. I disegni di Gerasi sembrano un gradino sotto l'ottimo standard a cui ci ha abituati, e la misera qualità di stampa non aiuta. (Ettore Gabrielli)