Il quarto “classico di Repubblica” è dedicato al Re del Terrore per antonomasia del fumetto italiano. Diabolik e le sue storie, qui nascoste dietro una copertina d’effetto su sfondo scuro e lettere d’oro a rilievo, è il personaggio che, come e più di tanti altri, rappresenta praticamente da solo un genere fumettistico in Italia. Nelle patinate pagine del volume formato “comic book USA” il personaggio ci invita a conoscere le sue origini. Intendiamoci, come tutti i fumetti seriali che si rispettino anche qui non resteremo con tante certezze in mano, perché si sa che spesso il modo più furbo di attirare il lettore è dire e non dire, spiegare e ritrattare. Pertanto, attraverso le chine di quel Facciolo protagonista grafico sia nel 1968 (la prima storia) che nel 1998 e 2002 (seconda e terza storia), rileggiamo quanto si è scritto negli anni circa il passato di Diabolik, da sempre ammantato di mistero, per lasciare al personaggio stesso questo forte senso di origine indefinita e sconosciuta. Le storie sono, come quasi sempre nel caso di Diabolik, abbastanza scorrevoli e rapide da leggere (complice l’impaginazione di un formato in originale molto più piccolo) e ci narrano, oltre alle (presunte) origini, anche le sue “solite” azioni criminali che ne fanno il ladro/assassino più ricercato di Clerville. Pollice alto per la scelta delle storie (oseremmo dire filologica) e per gli autori, sempre in linea con “il peso” dell’eredità di oltre quarant’anni di fumetti. Suggerito ai neofiti del personaggio o anche ai semplici, affettuosi, lettori di sempre che ritroveranno nella storia Diabolik chi sei? (del 1968) davvero una pietra miliare della serie (Davide Occhicone).
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