di Mark Millar, Steve Mc Niven e AA VV
Panini Comics, giu. 2007 – 48 pagg. col. bros. – 3,00euro
C’é di tutto in questo numero: un efferato omicidio da parte di chi non te lo aspetteresti, la spiegazione di un ritorno che non è quello che sembra, una frattura insanabile fra Mr. Fantastic e la Donna Invisibile, Cap pestato a sangue da Iron Man e potremmo continuare. La sceneggiatura di Millar è un meccanismo a orologeria, i i dialoghi sono enfatici ma adeguati alle atmosfere, i disegni di McNiven spettacolari e godibili, sebbene un po’ rigidi in alcune espressioni e posture. Insomma, tutto bene? Non esattamente. Rispetto alla “rivale” Crisi Infinita, Civil War è più riuscita e risulta meno superflua e pretestuosa della mega-storia pubblicata quasi in concomitanza dalla Distinta Concorrenza, pero’ si respira anche qui un che di artefatto. Il soggetto non è banale e dà spunto a riflessioni sui diritti civili, questa è l’ovvia chiave critica (nonché la più diffusa), ma si finisce per accennarne semplicemente e la centralità della preoccupazione di autori e supervisori pare concentrata maggiormente sulla spettacolarità dell’azione, sui colpi di scena conclusivi di ciascun episodio (e questo non fa davvero eccezione), sui meccanismi del crossover, sull’incastrarsi delle varie vicende tra una pagina e l’altra. Questa condotta porta a perdere l’occasione di sfruttare maggiormente quello che poteva essere davvero l’ingresso dei supereroi nella “vita reale”. Il marketing ha chiaramente la meglio su un’opera che invece di essere un ottimo prodotto, certamente superiore alla media, poteva essere anche qualcosa di più. Certamente più compiuta da questo punto di vista è Civil War: Front Line, dove l’ottimo Paul Jenkins, evidentemente più libero da condizionamenti editoriali, approfondisce diversi aspetti da diversi punti di vista di alcune vicende strettamente legate agli eventi della lotta intestina fra supereroi. Ai disegni Steve Lieber e Lee Weeks (sempre più bravo). (Paolo Garrone)
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