Chi c’é dietro a questa storia, chi ne è autore, chi sono i disegnatori?
Ne La Carovana dei demoni vi sono più autori: Io, Andrea Capone, autore anche della serie, ho scritto il soggetto della storia, Matteo Mazzacurati l’ha sceneggiata e disegnata e Daniele Rudoni ne ha curato i testi.
Come nasce l’idea di Chrayon, e come si è sviluppata?
La terra di Chrayon, così come tutti i suoi personaggi, nasce dai Giochi di Ruolo… dalla mia passione per il fumetto e per i giochi di ruolo… la voglia, diciamo, di raccontare storie non solo intorno a un tavolo, ma sfruttando anche il genere narrativo del fumetto che ho sempre trovato a me affine. Nasce per primo l’albo Heltar – Giustizia Sommaria nel 2000 ad opera mia (testi e disegni) e Oliver D’Auria (alle chine). Il successo dell’albo, esaurito solo in quattro mesi, ci spinge a proseguire e funge da scintilla per la creazione di una storia ben più lunga e complessa; la creazione di un mondo, di nuovi personaggi, trame e oggetti magici….. non volevamo realizzare un vero e proprio serial, piuttosto storie che potessero essere lette singolarmente ma seguendo un unico filo narrativo… filone che poi avrebbe visto confluire tutti gli spunti sviluppati.
Come si collegano fra loro le storie essendo autoconclusive?
Come dicevo prima le storie sono collegate da un unico filo narrativo che abbiamo incarnato nell’ “antagonista” ( la cattiva e i suoi sgherri ) presente, come una burattinaia in tutte le storie… anche quando non è direttamente attiva… le trame sono gestite da lei e una serie di eroi si trovano sulla sua strada. Ciascuno di essi, all’inizio della storia, è indipendente dall’altro, ma con il passare degli albi, questi si incontrano e collaborano per fermare le mire espansionistico-distruttive della maga ( Rajaa ). Non sono effettivamente collegate se non da un finale aperto con semplici interrogativi.
Pericoli del genere fantasy: lo stereotipo. Specie tra le autoproduzioni, si sono viste opere che si limitavano a ricostruire schemi classici (il gruppo di eroi, la quest, l’ambientazione medieval-fantastica) o personaggi oramai ridotti a cliché (il nano burbero, l’elfo mago austero, il guerriero tutto muscoli e poco cervello). Come avete cercato di evitare certe trappole?
Semplicemente non l’abbiamo risolto. Il prodotto che io avevo in mente non voleva essere un prodotto per le masse (ci saremmo rivolti all’edicola), ma essere più dedicato al target degli espliciti appassionati di Gdr. Per cui, lo stereotipo diventa qualcosa in cui il lettore doveva trovarsi pienamente e infatti ho utilizzato le linee del cliché classico fantasy…. diciamo che la cosa è stata fatta apposta, anche se il problema me lo ero posto e ho trovato una specie di scappatoia: il personaggio principale è Lady Rajaa, burattinaia e tessitrice che si vede solo in rari momenti nei primi albi e dimostra tutta la sua potenza solo negli ultimi; tra i buoni, invece, il personaggio chiave è Heltar, un antieroe cinico, buffone, donnaiolo ecc… diciamo che normalmente, nella letteratura fantasy, i personaggi principali sono Maghi Austeri ( per l’appunto ) o guerrieri in scintillante armatura ( classici…. ) … io non ho voluto rinunciare a queste figure ma le ho inserite come personaggi secondari. Per il resto si sa… il fantasy è un genere talmente vasto che diviene un luogo comune…..
Pericoli del genere bis: l’astrazione. A differenza di storie realistiche, o comunque ambientate in un preciso contesto storico/culturale, magari anche stravolto ma riconoscibile, non sembra necessaria una ricerca e attenzione pari, e tutto rimane come sospeso senza precise indicazioni, in mondi generici. Vi siete posti questo problema, come lo avete affrontato?
Questo l’ho individuato, affrontato e risolto diversamente. Ho fatto fruttare un po’ i miei studi e le mie letture e il fantasy diviene per me una trasposizione del passato reale della nostra civiltà rielaborato in chiave fantastica: per chi osserva gli albi, troverà senza dubbio un discreto realismo di architetture e ambientazioni, poiché ciascuna città inserita nel contesto è in realtà una città esistente… ( Tal-Beim = San Gimignano, Klatun = Novara, Payokin = Praga ecc…. ) in questo modo ho mantenuto un piano reale. Le strutture sociali sono le stesse del nostro passato, di un medioevo mosso dopo l’anno mille, con i comuni, le Signorie, etc. L’unico problema è stato forse la religione… da noi c’era un unico Dio… nel fantasy di Chrayon vi è un Pantheon innumerevole….
Ringraziamo Andrea Capone, consci che non vedremo più le città che appaiono nel fumetto con gli stessi occhi…