Un’antologia semestrale interamente dedicata agli esordienti: così esordisce Burumballa, una delle ultime pubblicazioni presentate da Tunué a Lucca. Burumballa è una parola sarda di origine valenciana che significa “truciolo, fogliame che vola in cielo”: leggerezza è dunque la parola chiave, non di certo per quanto riguarda i temi trattati, ma in riferimento allo stile e ai toni dei racconti o, come si legge sul risvolto della sovraccoperta, “al piccolo, al leggero che è anche volatile, convinti che il valore della creatività sappia emergere da sé con forza e naturalezza”.
Dietro il progetto Burumballa ritroviamo due nomi noti, quelli di Lorenzo Sartori e Salvo D’Agostino: i due “Cani sciolti” (é il caso di dirlo, data la chiusura dell’etichetta) si sono cimentati nell’impresa di creare questa antologia di sette racconti legati dal tema della riscoperta delle proprie radici. Sette sono perciò i giovani autori che si sono arrampicati sul proprio albero genealogico: Stefano Barresi, Giangiacomo Pucci, Caterina Carioti, Luigi Zetti, Tizio 0.32, Christian Lattuada e Giovanni Garattoni. Il primo ci racconta la storia di un agricoltore e della sua camicia, il secondo sceglie la storia di un carbonaro toscano che vive da eremita, mentre nel terzo racconto seguiamo il ritorno a casa di una giovane donna calabrese. Zetti e Tizio 0.32 sono invece due vecchie conoscenze per gli gli aficionados dei Cani: l’uno descrive il suo rapporto col padre e con l’uomo che ne ha preso il posto, l’altro abbandona le sue ambientazioni metropolitane per narrare una malinconica storia rurale. Chiudono il volume la vicenda di un uomo che fugge da un campo di concentramento e i ricordi chiusi tra le mure di un vecchio castello.
Messi uno affianco all’altro questi sette racconti formano una raccolta coerente, compatta; sembrano quasi delineare un percorso che le unisce tra loro (e probabilmente non è un caso), evidenziando la robustezza del progetto, guidato dalla supervisione di Sartori e D’Agostino. La cifra stilistica, infatti, si allontana di poco da quella delle storie dei Cani: racconti brevi che sviscerano con delicatezza le emozioni umane, personaggi ben delineati e profondi, autobiografia e intimismo, senza dimenticare mai l’ironia. I sette giovani autori sono tutti dei ragazzi, ma già dimostrano di possedere delle basi solide nell’impostazione di una storia a fumetti: i dialoghi sono efficaci e incisivi, il segno è caldo e corposo, nelle storie in bicromia (quattro su sette) il colore modella piuttosto che riempire.
Personalmente, ho molto apprezzato i disegni di Barresi e Garattoni: il primo è più minimale, ma sa gestire molto bene la recitazione dei personaggi; il secondo è invece più tecnico, ha un segno più ricco e forte nel costruire gli scenari, anche se ho trovato la sua impostazione della tavola ambiziosa, ma leggermente confusionaria. Degno di nota Zetti, che nel suo lungo racconto (40 pagine) si diverte a sperimentare bizzarre soluzioni narrative e grafiche. Ottima prova anche per Lattuada, che dosa bene il ritmo della narrazione e sfodera un tratto molto underground. Pucci, col suo segno nero e le sue pennellate decise, dimostra un’abilità di certo non da esordiente, mentre dal punto di vista del disegno mi hanno lasciato un po’ perplesso Caterina Carioti e Tizio 0.32: lei è alquanto fredda nel costruire la figura umana, i suoi personaggi esprimono troppa staticità (leggero limite che viene ampiamente compensato dal suo forte senso della tavola e dal gusto della composizione); lui, invece, è troppo criptico nei disegni e la scelta di scrivere i dialoghi in dialetto veneto non giova certo alla comprensione del racconto (o perlomeno, alla completa comprensione).
In conclusione, non posso che esprimere curiosità e interesse per questo progetto, che affianca il più che nobile proposito di dare spazio agli esordienti a storie effettivamente intriganti e ben costruite.
Riferimenti:
Il blog di Burumballa: burumballablog.blogspot.com
Il sito dell’editore: www.tunue.com