Negli ultimi anni, la Indy Press si è rivelata una delle più battagliere tra le piccole case editrici italiane: tra le altre cose, ha recuperato serie cadute nel limbo come savage dragon e Monsieur Jean, e ha varato la collana Indymenticabili, una serie di albetti spillati dedicata alle opere di giovani autori italiani. dopo l’esordio della collana, avvenuto l’anno scorso con l’albo di Luca Genovese Zero zélo, la Indy è pronta a pubblicare nuovi Indymenticabili, tra i quali Ely è là, scritto dall’esordiente Luana Vergari e disegnato dal recidivo Genovese. Abbiamo approfittato dell’occasione per scambiare due chiacchiere con gli autori e presentarvi ben sei tavole in anteprima del loro albo.
Iniziamo dalla sceneggiatrice Luana Vergari.
Ciao Luana e benvenuta su Lo Spazio Bianco. Se non sbaglio sei un’esordiente assoluta nel campo dei fumetti, ti andrebbe di “presentarti”?
Dicono che in ogni storia ognuno racconti un po’ di se stesso quindi per ora mi sembra più che sufficiente!
Leggi fumetti abitualmente? Quali sono le tue letture preferite e quelle che ti hanno “formata” fumettisticamente?
Che dire, i fotoromanzi di Gabriel Pontello sono contemplati?!
Tutto fa brodo! La narcolessia, e i disturbi del sonno in generale, mi sembrano una tematica molto poco sfruttata nei fumetti. Come mai ne hai fatto il fulcro della tua storia?
Mah, credo fermamente che ci voglia più narcolessia a questo mondo, e comunque per avere il pretesto di sedurre il grande autore Luca Genovese, del quale ammiro l’opera ed i pensieri illuminati.
Il tuo fumetto sembra in bilico tra la fiction e una sorta di documentario, la “cronaca” di una malattia. Quali dei due aspetti credi prevalga?
Sicuramente la narcolessia non è una malattia e… hei! stai dando del Reality Show alla mia opera!!
Non sia mai! Comunque, dicevamo che sei esordiente. Com’é stato vedere la propria storia prendere vita per mano di un disegnatore? Hai scelto tu Luca come “compagno d’armi”, oppure la vostra collaborazione è stata casuale?
Ho tirato su Foschini, che ha deviato su Luca, che ha tirato. Via! e ora sto scontando tre mesi di sospensione.
Ti senti soddisfatta di questa esperienza? Hai intenzione di ripeterla? E in caso affermativo, quali sono i tuoi prossimi progetti?
Io continuo a scrivere ma se intendi rilavorare con Luca non se ne parla! Fa sempre quello che vuole, mi cambia le vignette, aggiunge personaggi, al telefono è scurrile, sporca più del mio cane!
Hai qualche aneddoto curioso da raccontare sull’opera?
Curioso no, scabroso sì: Luca mi ha imposto di cambiare una battuta perché non ci stava col suo disegno!
E lasciamo ora la parola al disegnatore, Luca Genovese.
Al contrario di Luana, tu sei già carta conosciuta per i frequentatori delle fumetterie, avendo all’attivo due albi e una collaborazione con l’Eura. Nonostante ciò, che ne diresti di presentarti lo stesso per i più distratti?
Come no, sono quello dell’albo rosa, lo schizzo presenta, dai… Sì che ho fatto anche quello giallo, per l’Indy… come NO. Massiii, mi hai visto sicuramente sugli scaffali… no? Certo che sei distratto parecchio, la prossima volta ci metto un paio di tette in copertina, voglio vedere!…
Buona idea! Quali sono state le tue influenze fumettistiche?
Impazziresti dalla voglia che dicessi Andrea Pazienza ma invece ti spiazzo: Franco Matticchio (maggiori informazioni qui). Se non vuoi annoverare il suo lavoro come strettamente fumettistico allora io ti chiedo: che vuol dire fumettistico? Parliamo d’influenza poetica, semantica, oppure di segno puro? E la tecnica, che ruolo ha rispetto al talento?
Com’é stato il passaggio da autore completo a “semplice” disegnatore?
Un disegnatore completo è solitamente un essere vivente composto di tutte, ma roprio tutte, le parti giuste: “due gambe, due occhi, due orecchie e un solo cervello, soltanto lo sguardo non è proprio uguale…” OPS! Andavo fuori tema! Lavorare con i testi di qualcun altro, per tornare alla domanda, ha un notevole e innegabile vantaggio: c’é qualcuno da incolpare se la sequenza narrativa non funziona! Comunque “semplice” disegnatore na mazza, se c’hai a che fare con una sceneggiatrice “complicata”.
Come hai cercato di approcciarti a questa storia?
Un po’ il classico: cinema, cena, passeggiata romantica… quando è caduta ai miei piedi, l’ho imprigionata in 44 tavole! Sedotta e abbandonata per sempre nell’amato nero su bianco.
Cosa ti ha colpito di questa storia e perché?
Oltre tutti gli oggetti contundenti che Luana mi ha tirato dietro ad ogni occasione… buona o cattiva che fosse… il poter interpretare la storia secondo molteplici chiavi di lettura…!
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Continuerai a lavorare per l’Eura? Inoltre, so che stai lavorando ad una serie per la Oni Press. ti va di parlarne? Come è nata questa collaborazione?
Nell’immediato futuro raggiungero’ l’Oregon a piedi per dimostrare a quello della Oni Press che sono un uomo tutto d’un pezzo, che non si sono sbagliati ad affidarmi questo lavoro, che io sono proprio un gran disegnatore, io… che sono perfettamente equilibrato, intelligente, talentuoso e… se non bastasse anche schizzoffrrrenico!
Hai qualche aneddoto curioso da raccontare sull’opera?
Date un’occhiata alla surreale microavventura che si cela tra le vignette di Ely.
Ringraziamo gli autori e Alberto Polita per aver fatto da “intermediario”, e vi raccomandiamo di tenere d’occhio il sito www.indypresscomics.com per avere informazioni sempre fresche sulle attività della casa editrice.