Global Warming:  Imma­gini che pro­du­cono azioni

Global Warming: Imma­gini che pro­du­cono azioni

Curata da Claudio Calia ed Emiliano Rabuiti, Global Warming è un'antologia di ventotto storie che cercano di far riflettere, sensibilizzare, o semplicemente fare incazzare i lettori sul tema del surriscaldamento globale. Uno sguardo corale sulla situazione ambientale della nostra povera Terra.

GLOBAL WARMING è un’antologia di ventotto storie che cercano di far riflettere, sensibilizzare, o semplicemente fare incazzare i lettori sul tema del surriscaldamento globale, come suggerisce la copertina di Giuseppe Palumbo, un’inquietante “Ghost Rider della Terra”, separato alla nascita con quello marveliano. Al posto del cranio c’è il globo terrestre, e le sagome dei continenti, contrasti di colore bianco sullo sfondo scuro, sembrano suggerire l’immagine di un mondo consumato dentro sé stesso, mentre gli occhi sbarrati dello “spirito della terra vendicativo” testimoniano, assieme alla rabbia rovente, l’angoscia dell’impotenza.

Claudio Calia ed Emiliano Rabuiti, i curatori del volume (nonché autori di alcune delle storie presentate), provengono dell’esperienza delle antologie a fumetti di Radio Sherwood, che dal 2004 fanno da punto di incontro tra le voci del fumetto indipendente italiano e i temi sociali. Questo Global Warming si propone come seguito del progetto, amalgamando le pagine realizzate da professionisti più navigati allo stile di interessanti promesse, tra cui quelli della e-zine/laboratorio creativo Burp! Deliri Grafico-Intestinali, progetto nato all’interno del centro sociale TPO di Bologna, di cui il volume riprende alcune impostazioni grafiche.

Giorgio Rebuffi

Data la natura corale ed eterogenea del tutto, i temi ambientali costituiscono talvolta il perno delle storie, in altri casi solo lo spunto iniziale per un discorso più ampio. In generale prevale una visione d’insieme pessimistica, talvolta angosciante, altre volte sarcastica e demenziale, dei rapporti tra uomo e ambiente, sia dal punto di vista autobiografico, sia di quello della cronaca. Lo sguardo sui fatti del mondo può assumere la prospettiva di singoli personaggi, come il bracciante agricolo extracomunitario di Rosarno, i cui pensieri vengono descritti dal tratto di Cristina Spanò (con un’inchiostrazione inusuale, sporca e interessante), costretto ad annullare la sua identità nello sguardo razzista della popolazione ostile, che lo riduce a un enorme, letterale, “punto nero” da schiacciare, su cui puntare per esasperare i conflitti di una realtà compressa e degradata (con citazione finale di Adriano Sofri). Oppure l’avventuroso quotidiano dell’eco-attivista di Mirabilis Jalapa (Sara Bartoletti), che combatte lo stesso degrado urbano innestando semi di piante infestanti, che contrasta col cinismo del “ricercatore venduto” di Kyoto Hotel (Toni Bruno) (con una splendida citazione di Wim Wenders), che in nome del portafoglio spaccia l’energia nucleare per progresso ed energia pulita. I Brochendor Brothers e Sociocomics fanno incrociare la rotta dei personaggi della loro stralunata e grottesca saga Yo non soy marinero soy capitan con le conseguenze della marea nera, mentre Antonazzo e Balloni incrociano la cronaca nera dell’omofobia sulle coppie omosessuali con la retorica giornalistica che associa caldo ed esplosioni di violenza. Nella logica distorta dei benpensanti, perfino le palesi bugie di teppisti nazistoidi al processo per l’omicidio di un giovane omosessuale diventano normali e credibili. Il maestro del fumetto per ragazzi Giorgio Rebuffi viene ripescato con una storia del suo Pugacioff perfettamente attuale nel contemporaneo dibattito sul controllo mediatico e le leggi sulle intercettazioni, riuscendo efficacemente a coniugare realtà e gusto per l’assurdo.

Giulia Sagramola

 Quando poi lo sguardo si sposta ancor più sulle esperienze autobiografiche, da una parte abbiamo l’esigenza di credere e impegnarsi politicamente per pretendere condizioni migliori, come suggerisce il parallelismo tra la “guerra dell’acqua di Cochabamba del 2000” e l’impegno quotidiano dei giovani attivisti contemporanei (Ritorno a Cochabamba, di Frey e Gobbi). Dall’altra abbiamo il salutare contrappeso dell’autoironia, come il racconto delle esperienze al vertice di Copenaghen in Climattivista di Zerocalcare, o Surriscaldamento Mentale (di Giulia Sagramola), che ironizza sulle nevrosi quotidiane degli ambientalisti, o ancora il Pasol di Laca, coi suoi caricaturali omini dal naso a proboscide impegnati in battibecchi che svelano il frastuono consumo di risorse dentro il tran tran quotidiano delle normali famiglie. L’amaro Aleagio! Jingle Bells, di Luca Vanzella e Luca Genovese, in cui l’ Aleagio Vaccarezza creato dal duo si trova malinconicamente a convivere coi ritmi moderni e consumistici che lo allontanano da ciò che per lui dovrebbe contare davvero. La contrapposizione tra scelte personali e impatto sulla realtà esterna viene analizzata anche in La strada per Trieste (di Emanuele Rosso) con una serie di vignette che ricreano efficacemente l’atmosfera di un viaggio in macchina con la donna amata, in cui il protagonista realizza, in un’epifania suggerita da semplici, brevi parole e ancor più significativi silenzi, tutto ciò che si può perdere mettendo costantemente sé stessi e le proprie esigenze di fronte a quelle del mondo esterno.

Otto Gabo

La maturità autoriale raggiunta da Otto Gabos (Compleanno su Eyjafjallajokul) si inserisce in maniera dirompente e anticonvenzionale nel dibattito, spingendoci a vedere alcune cose sotto un’ottica diversa. Nell’atmosfera autobiografica-riflessiva a cui ci hanno ormai abituato gli alter-ego dei suoi lavori recenti, impreziosita da un tratto semplice, con i diversi livelli di profondità in ambienti e personaggi suggerita unicamente dalla grande abilità dell’autore coi tratteggi, Gabos mescola illustrazione, flusso di coscienza, e perfino le e-mail scambiate durante la lavorazione della storia, commentando con preoccupazione le contraddizioni dei movimenti ambientalisti e della situazione politica generale. Abbiamo poi tinte più angoscianti, innanzitutto nel bellissimo mini-thriller di Massimo Semerano e Paolo di Orazio, Homeliah in cui lo squilibrio tra “peccato mortale” sull’ambiente e mancanza di punizione (in una visione religiosa dell’ecologia) genera un’insospettabile assassino-vendicatore seriale, che nasconde l’orrore del martirio supremo voluto dall’ira divina tra le pieghe della speculazione edilizia. Si torna pesantemente sul tema specifico dell’antologia in Gigi e Gianni e lo spirito del frigorifero: il tratto underground di Valerio Composeo parte da personaggi squallidi e degradati alla Robert Crumb per presentarci un trip rivelatore sulle cause e gli effetti del surriscaldamento globale. Tutt’altro tipo di degrado, quello del logoramento cinico degli ideali e dei rapporti umani, visto attraverso il comportamento di bambini a scuola, impermeabili all’idealismo di una giovane insegnante, ci viene presentato dal Girotondo di Tommaso di Lauro. Global Warming 01-02 di Luana Vergari e Teodora Gales la stramba coppia Miss Ukulele e Little Frankenstein cerca invece di ricreare gli effetti del surriscaldamento in assurdi esperimenti.

Francesco Matteuzzi

Gli abusi dell’uomo sul pianeta vengono efficacemente accostati da Christian Mirra a una vera e propria malattia, una Febbre Alta dalla quale, al di là di effimere e infantili rassicurazioni, non esiste scampo. Il tratto di Marra è in bilico tra grottesco e suggestioni visionarie, forse ancora incerto su quale strada proseguire. Altro accostamento molto efficace vede invece protagonista il parallelismo uomo-insetto in Senza Titolo di Francesco Matteuzzi, nel palcoscenico di un mondo afoso e desertico in cui una mantide religiosa e il suo partner rifiutano la morte e cercano l’amore, seppur nell’incertezza del futuro e nel rifiuto momentaneo della maternita (una perfetta allegoria dell’ irrequietezza indecisionale comune a molte coppie di oggi). In Abusi di Joe Tondelli e Ryan Lovelock c’è invece il parallelismo tra droga e danni all’ambiente, soprattutto nella mancanza di preavviso con cui giungerebbe la fine a cui l’incosciente ricerca di piacere dell’uomo ci prepara, un senso pessimista del disastro imminente che si può vedere anche nel bizzarro Eschaton di Alessandro Lise e Alberto Talami due personaggini dementi e surreali, intrisi di umana idiozia, si aggirano in un arido mondo futuribile post-disastro da surriscaldamento globale. In Patologico i personaggini dal tratto minimalista di Stefano Misesti ci presentano la demenziale realtà dell’uomo in cerca di metodi sempre più assurdi per isolarsi dal richiamo dei problemi della realtà circostante. 

Armin Barducc

La graffiante provocazione del flusso di coscienza illustrato di Armin Barducci (Warming) torna invece a presentarci l’immagine fosca dell’uomo/principio maschile, dominato dal solito principio del piacere, nei panni dell’artefice di uno stupro di massa nei confronti del principio femminile incarnato dall’ambiente che lo circonda. Il principio del piacere ritorna anche in Qui Pianeta Terra, non ci resta che scopare di Thomas Bires in cui una serie di irriverenti illustrazioni ci mostrano un’umanità reclusa e le strade popolate da antiche divinità che contrattano bisogni elementari con le prostitute. Non mancano poi divagazioni più poetiche e sperimentali, come Sonata in Flauto c6h6 di Manuel De Carli, la messa in scena dell’eterno dramma dell’ uomo che “sporca” l’armonia naturale tramite un breve e fulminante sketch muto, oppure Arrète, di AP e Daria Gatti, con uno stile grafico ispirato a Bill Watterson, ambientato in una Parigi onirica e divertente che cita Zazie nel Metrò di Queneau, o ancora La Filosofia del Coccodé di Davide Reviati una serie di brevi istantanee mescolate a efficaci e simboliche illustrazioni (come la balena che zampilla sangue). Nel complesso il volume si presenta come un’utile campionario di stili e modalità narrative tratte dal variegato mondo del fumetto indipendente italiano. Sono presenti piacevoli gioiellini di brevità ed efficacia alternati a qualche giovane autore che forse deve sviluppare meglio il proprio stile, ma la ricerca di espressività ed originalità grafica è comunque costante in tutto il volume.

A livello di contenuti le storie proposte si mostrano come specchio fedele delle passioni diverse che genera il tema trattato, proponendosi come istantanee oneste e schiette testimonianze dalla realtà, evitando l’errore di tramutare l’occasione offerta in un pulpito dal quale sentenziare il proprio punto di vista.

Abbiamo parlato di:

Glo­bal War­ming
Imma­gini che pro­du­cono azioni

NdA Press, luglio 2010
224 pagine, brossurato, bianco & nero  – 13,90€
ISBN: 978.88.89035.45.0

Riferimenti:
Nda Press: www.ndanet.it
Radio Sherwood: www.sherwood.it
Burp! Deliri Grafico-Intestinali: delirigraficointestinali.blogspot.com

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