1991: l’estate di Barducci e di tutti noi

1991: l’estate di Barducci e di tutti noi

Nel nuovo graphic novel pubblicato da Eris, Barducci propone una storia intima e toccante che ci riporta all’adolescenza.

“Estate
Sei calda come i baci che ho perduto
Sei piena di un amore che è passato
Che il cuore mio vorrebbe cancellar”

1991_COVERCosì cantava Bruno Martino in Estate, brano del 1960 che è stato più volte ripreso da vari artisti in diverse cover negli anni a venire. I versi di questa canzone si adattano in qualche modo anche al nuovo graphic novel di Armin Barducci, pubblicato da Eris Edizioni. Il fascino spesso mellifluo dell’estate pervade infatti questa nuova fatica dell’autore trentino, in un’opera di formazione molto intensa, che poggia le sue basi sulla transizione tra l’età dell’adolescenza e quella adulta.

Barducci sceglie un classico 3×3 come layout di base, soluzione che si adatta molto bene alla sua narrazione. Risultano molto particolari e convincenti le sequenze che ripetono la medesima inquadratura non solo per tutta la durata della tavola, ma mantenute addirittura su più pagine conseguenti, variando solo alcuni particolari e ottenendo così un effetto straniante, quasi il tempo rallentasse.

Il lettore si ritrova così completamente immerso nei disegni, attento a cogliere ogni minima sfumatura, ogni piccolo dettaglio che possa variare rispetto alla vignetta precedente, quasi fosse stato invitato a giocare a trovare le differenze come succede nelle riviste di enigmistica. La scena del bacio e quella del tuffo sono esemplificative di questa peculiarità, ma possiamo rintracciare questa tendenza anche in gruppi più piccoli di vignette all’interno delle altre tavole.

1991_01L’attenzione riservata alle ambientazioni, caratteristica anch’essa propria delle opere di formazione, si esplica invece in vignette dalla misura più generosa, nelle quali Barducci si dedica a tratteggiare con cura scorci delle città, panorami, costumi, veicoli e architetture, connotando cromaticamente i periodi in cui la storia ha luogo grazie all’utilizzo delle tinte smeraldo, utilizzate per le scene ambientate nel 1991, mentre per il 1996 a supporto di bianco e nero viene scelto un grigio retinato.

Lo smeraldo, soprattutto, ottiene l’effetto di valorizzare il tratto personalissimo, preciso e netto, dell’autore, che compie un eccellente lavoro di caratterizzazione dei personaggi e li rende vitali grazie a un’ottima gestione delle mimiche facciali e alla capacità di farli recitare naturalmente. Si tratta di un’opera commovente, immaginiamo molto sofferta per l’autore, ma che probabilmente ottiene un effetto catartico nel suo essere così intima e personale.

La bellezza di questo fumetto risiede nella capacità di Barducci di trascinare chi legge in un vortice emozionale, riuscendo a riprodurre alla perfezione lo spirito degli anni dell’adolescenza, lasciando lungo la narrazione degli spunti quasi universali, delle minuzie che riescono a far immedesimare e rivivere quella stagione assieme all’autore. Il fatto che la trama in sé potrebbe essere raccontata in due righe non scalfisce per nulla il valore di quest’opera, sincera e toccante come poche.


Abbiamo parlato di:
1991
Armin Barducci
Eris Edizioni, 2022
128 pagine, brossurato, bicromia – 16,00 €
ISBN: 9791280495204

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