100 Anime al traguardoFinalmente ci siamo: scopriremo la verità su tutto quanto sta accadendo in 100Anime. Come vi sentite?
ALEX – Come un maratoneta che è arrivato terzo alla sua prima gara. Per mia natura quando finisco un lavoro non sono mai soddisfatto al 100% e meno male, se no non troverei stimoli per cominciare qualcosa di nuovo… ma una medaglia di bronzo, per essere la mia prima gara, me la concedo, và!
ALFIO – Mi sento completamente stremato. Questo progetto ha avuto così tante traversie che non mi sembra vero di averlo portato a termine. Anzi, meglio, mi sento come un maturando che ha studiato mesi e mesi per il fatidico giorno, ma che continua a studiare anche dopo aver dato l’orale, per abitudine.
MANU – Ho un po’ di raffreddore, ma tutto sommato bene direi. Grazie.

Di sicuro adesso vi troverete a tirare le somme di questa vostra esperienza. Com’é andata: è finita che vi odiate o vi amate più di prima?
ALEX – Per carità, ci odiamo sempre allo stesso modo, l’unica differenza è che ora, forse, sappiamo perché!
ALFIO – Con loro ho scoperto il vero significato del termine “nel bene e nel male”.
MANU – Mai mescolare i sentimenti con il lavoro!

Parliamo degli addetti ai lavori e della critica: avete avuto dei feedback?
ALEX – Su questo terzo e ultimo volume ancora no, perché mentre scrivo non è ancora stato pubblicato (dovrebbe uscire a inizio maggio). Comunque i feedback sui primi due sono stati abbastanza buoni in generale: da positivo a molto positivo su disegni e colori, soprattutto per la ricchezza di dettagli e le atmosfere; riguardo la sceneggiatura invece ho avuto buoni giudizi sul primo numero per l’originalità e le citazioni horror (di cui sono da sempre un appassionato) mentre ho ricevuto qualche critica per l’ermeticità del secondo, su cui tra l’altro sono d’accordo. Il mio “errore” è stato non rivelare troppo nel volume due perché le risposte più importanti dovevano essere (e sono) nel tre. Ma in questo modo, forse, la trama è risultata fin troppo misteriosa! C’é a chi piace, per carità, ma ho imparato che è meglio offrire ai lettori storie più complete, soprattutto quando bisogna aspettare UN ANNO INTERO tra un capitolo e l’altro.
ALFIO – Devo ammettere che 100Anime mi ha permesso di mettermi in vetrina, mai come prima. Tante critiche, di ogni tipo, e questo è sintomo che il nome di 100Anime è circolato molto. Tante nuove conoscenze e nuove amicizie, sia tra colleghi che tra i lettori. Mi sento come entrato di diritto in questo circuito editoriale e nei suoi meccanismi, è stato un buon biglietto da visita anche per i progetti futuri. Si, sono molto soddisfatto.
MANU – Sono molto orgoglioso dei feedback che abbiamo ricevuto per 100Anime. È appagante ricevere consensi di un certo livello dopo aver “sputato sangue” su di un lavoro in cui hai sempre creduto molto.

Il riscontro più importante l’ho tenuto per ultimo: come vanno le vendite?
ALEX – Precisamente… non lo so! Posso dirti pero’ che il primo numero è andato benino avendo superato metà della sua tiratura, che per un esordio non è male. Il due, finora, non ha raggiunto quelle vendite ma probabilmente ci sarà una ripresina col numero tre, perché verrà lanciata in grande stile la trilogia completa. In altre parole, il terzo volume è così irresistibile che chiunque lo legga non potrà fare a meno di comprarsi i primi due, anche perché se no non ci capisce una mazza. Bene, ora smetto di improvvisarmi statista e torno al mio ruolo di fumettista… Gulp!
ALFIO – Mio padre ne ha comprate solo lui 250 mila copie. Se dopo questo lavoro potevo dargli lo smacco di non farmi più mantenere, ora il mio vecchio lo fa lo stesso comprando copie del mio albo.
MANU – Credo che abbiamo venduto circa 1 miliardo di copie solo tra Milano e Venezia. È possibile? O mi sto sbagliando?

Parliamo un po’ dell’albo che sta per uscire. Dove ci porterete questa volta, dopo la metropolitana, il parco Trotter e Porta Genova quali zone di Milano visiteremo? Tra l’altro sto scoprendo giusto in questo periodo che Milano è una città carica di luoghi “mysteriosi”, come direbbe un noto autore.
ALEX – Grazie alla saga di 100Anime l’Occidente ha scoperto che Milano non è solo moda e tangenti, ma anche una città fortemente suggestiva! Ci ho vissuto sei anni della mia vita e ho voluto dedicarle una serie horror proprio per omaggiarne il lato più oscuro e grottesco. La cosa che mi affascina di più è la sua facciata ricca e splendente, da vera capitale economica, dietro la quale ci si imbatte sempre in un vicolo oscuro maleodorante di fogna. Comunque, rispondendo alla tua domanda, questa volta non ci sarà un luogo milanese preciso, perché sarà la città in sé la protagonista: immaginatevi una Milano natalizia decorata da mille luci colorate e ricoperta da un manto di candida neve bianca, con frotte di dannati e demoni che la imbrattano di sangue! L’effetto sarà un po’ questo. Come curiosità pero’ voglio rivelare che il luogo del gran finale esiste davvero ma si trova fuori Milano, più precisamente dalle mie parti (Lecco): si chiama Consonno ed è una micro-città abbandonata sulle montagne. Forse l’ho scelta perché sono tornato a vivere nel mio luogo natio e inconsciamente la mia saga mi ha seguito, mah!
ALFIO – La storica nevicata di Milano di un anno fa, è stata illuminante. Sono riuscito ad immortalare molti luoghi innevati della città con la mia macchina fotografica. Non si poteva non ritrasporre quelle stesse atmosfere nel terzo volume. Immaginatevi il freddo, il gelo e la nebbia di questa città quando è davvero grigia. Provate ascoltare i silenzi di una neve ovattata che attutisce ogni rumore… 100Anime 3 è tutto questo, ragazzi. Indossate un maglione prima di leggerlo.
MANU – Ah, ma 100Anime è ambientato a Milano?? Orca, me ne sono accorto ora!

100 Anime al traguardoUna domanda per Alfio e Manu. I due volumi precedenti hanno evidenziato una crescita stilistica sia a livello di disegni che di colori. Questo vuol dire che, ovviamente, ci si aspetta un ulteriore passo avanti. Cosa potete dirci dello sviluppo di questa puntata conclusiva?
ALFIO – Questa volta ho voluto inchiostrare le tavole. Il perché, è che avevo voglia di dormire la notte. Durante questi anni di lavoro avevo tralasciato il segno a china per prediligere il tratto etereo della matita. Senza volerlo ero diventato molto ossessivo nello svolgere il lavoro, come se la indefinibilità del tratto a matita mi inducesse a non sapere mai quando l’opera della tavola in se sarebbe potuta dirsi finita. Come se il disegno fosse un eterno schizzo, insomma. Anche se è innegabile che il segno a matita avrà sempre quel fascino grazie alla immediatezza e freschezza di immortalare l’idea, mi sono accorto che il disegno non è solo schizzare. È una materia grezza che deve essere lavorata con altre tecniche per aiutare il più possibile la lettura al lettore, non solo a me. Così ho fatto due passi indietro risalendo alle origini delle mie esperienze, per farne poi tre in avanti: ho di nuovo inchiostrato, per impormi di mettere un punto alla tavola, mettere la fine al manufatto. Paradossalmente il risultato finale è stato per me estremamente gratificante: il messaggio dell’immagine è stato più netto e marcato, ma al tempo stesso fresco e immediato, tanto da rendere queste tavole più mediatiche delle altre. Emanuele, ovvio, è stato un santo prima di essere un genio. Umilmente si è rimboccato le maniche, ha assecondato le mie ennesime paturnie e si è messo in gioco pure lui. Mi sa che la prossima volta che mi vorro’ mettere di nuovo in gioco, chiedo prima il permesso a lui se ha voglia di seguirmi di nuovo!
MANU – Dal punto di vista del colore, anche questa volta ho dovuto affrontare un cambio “evolutivo” di stile. Naturalmente il mio stile si è raffinato ed è cresciuto nel corso dei tre numeri, ma questa volta il “limite” più grande era proprio il fatto che Alfio ha utilizzato la china e non ha lasciato il segno a matita come nei precedenti albi. Ho usato la parola “limite” nella sua accezione più positiva. “Limite” inteso come definizione di un ben preciso percorso, o “perimetro”, da seguire, “decorare”, “impreziosire”. Con un segno a matita è facile dare un impatto illustrativo alla tavola, proprio perché la matita è più “propensa” a mescolarsi al colore. La china invece ha un impatto più grafico, ben definito, più “staccato” dal colore e soprattutto utilizzando una colorazione digitale si correva il rischio di perdere quel senso “materico” che contraddistingue i primi due albi. La sfida è stata quella, quindi, di adattare la lavorazione cromatica a questa nuova impostazione di segno, “combattendo” contro quella tendenza “grafica” di sintesi in cui mi stava trascinando la splendida china di Alfio.
Alla fine ho scoperto che, questo limite, in realtà mi regalava il doppio delle possibilità. Noterete che in questo terzo numero ci sono delle tavole molto “narrative”, con un atmosfera “tranquilla”, non predominante, che servono appunto a raccontare dei fatti a “parole”, o meglio a “balloons”, e in queste la china regge perfettamente la situazione, dandomi appunto la possibilità di utilizzare un colore più “semplice” e “descrittivo”, non esagerato e quindi che non vada ad appesantire la situazione descritta. In altre tavole, più d’impatto atmosferico, il colore ha la predominanza, perché in ogni caso la china la si può “scavalcare” per raggiungere quel grado di materialità che si “immagina” per un certo tipo di atmosfera, la matita invece ha un po’ meno “corpo”, e la si deve sempre lavorare tanto con il colore. Questo rende un po’ più “omogenea” la narrazione e “appiattisce” un po’ le differenze narrative che sono interessanti, invece, sottolineare quando si descrivono situazioni differenti.
In questo terzo numero, insomma, la retina dell’occhio del lettore si dilaterà e si contrarrà molto di più rispetto ai numeri precedenti. Il mio obbiettivo è quello di far venire il mal di mare a quelli che leggono 100Anime. Spero che qualcuno vomiti.

Una domanda per Alex. 100Anime in 3 volumi, Nero in 2 volumi ed una storia in costruzione su un singolo volume. Quali sono le differenze? Su quale “taglio” ti trovi meglio.
ALEX – Col tempo ho capito che è meglio concepire capitoli il più possibile auto-conclusivi perché è molto difficile “fidelizzare” i lettori coi tempi dilatatissimi del mercato francese. Ora la tendenza degli editori francesi è realizzare serie con avventure divise in due volumi, un po’ come il primo e il secondo tempo di un film (come sarà “Il Missionario”, vedi sotto). Pero’, per esempio, Casterman di recente mi ha chiesto di realizzare la terza storia di Nero in un unico volume da 54 tavole invece di due da 46, per due motivi: ridurre il rischio di investimento nel caso la serie dovesse chiudere, così, tra l’altro, da non lasciare a metà la storia; avere giudizi precisi di pubblico e critica da SUBITO, senza aspettare i seguiti. Personalmente confesso di preferire anch’io quest’ultima ipotesi, quella di “una botta e via”, perché sono stufo di leggere recensioni ai miei lavori che dicono “bello, interessante, ma vediamo come continua”… Basta! Voglio sapere subito se la mia storia piace o no. Ecco.

Di sicuro vi siete riletti i tre volumi più di una volta. Quale è il passaggio che vi soddisfa meno?
ALEX – Per quanto riguarda la mia parte, sicuramente la soluzione del caso degli “eretici” nel secondo volume. Un po’ troppo sbrigativa e poco approfondita.
ALFIO – C’é un passaggio in cui un’anima dannata somigliante a Michele Quitadamo viene letteralmente risucchiata negli inferi, maciullata, tritata, fusa e infine bevuta da Lucifero. Infine ruttata. L’ho raccontata tutta in una sola vignetta in campo lunghissimo. Il tutto in una chiesa che esplode in se stessa. Cacchio, solo adesso che me lo si fa notare, mi accorgo che non ci somiglia per niente a Michele Quitadamo. Merda.
MANU – In questo terzo numero c’é una cosa che non mi soddisfa. Un escamotage che non è da me utilizzare. Sfido i lettori a trovarlo e scrivermi a questo indirizzo: kagemanu@libero.it. A chi lo indovina un premio!!

Domanda banale (fosse la prima che faccio): e ora?
ALEX – Beh, la vita continua un po’ per tutti. Come accennato, io e Alfio siamo già al lavoro su una nuova serie dal titolo francese “Le Missionnaire” (in Italia il titolo cambierà, ma ancora devo trovarlo!) che racconta le avventure di un ex-prete missionario che ha perso la fede e ora indaga su casi di presunti miracoli per conto del Vaticano, forse per ritrovare lui stesso un segno divino che lo faccia tornare a credere. Si svolge in Italia in pieno periodo fascista, negli anni ’30. Da noi verranno pubblicati i due primi tomi (che racchiudono la prima avventura) in un unico volumone da un centinaio di pagine, fico, eh? Il tutto credo a fine anno. A maggio invece uscirà il secondo volume di Nero intitolato “Arhangelsk” e forse, sfidando ogni limite di velocità, a fine anno anche il terzp volume “Il discepolo” (che pero’ devo ancora sceneggiare!). Per giugno o settembre uscirà anche “Come un Cane” (in Francia “Le Manchot” il Monco) one-shottone di 120 tavole sul free-fighting brasilero disegnato da Alberto”rochibalboa” Ponticelli. Altra roba, non solo fumettosa, vedrà la luce entro fine anno e mi viene già il mal di testa al pensiero delle tue interviste, caro Michele…
ALFIO – “Le Missionnaire” scritto da Alex, edito da Bamboo Editions e BD Edizioni, verrà disegnato da me. Al momento mi occupa a tempo pieno, anche perché è il primo lavoro dove mi cimentero’ anche come colorista. Spero comunque di allargare gli orizzonti con nuovi progetti.
MANU – Uscirà a febbraio il secondo numero conclusivo del primo ciclo dell’ “Oeil De Jade“, la storia ambientata in Cina che ho disegnato per gli Humanoidi. Per Delcourt sta uscendo invece “Prediction” disegnato da Massimo Rotundo e colorato appunto da me. Spero di continuare il ciclo di “Oeil de jade” perché è un ambientazione che mi piace parecchio, comunque porto avanti ancora un po’ di collaborazioni con alcuni autori molto interessanti. Sto iniziando a colorare un progetto per l’America di Ben Caldwell, in più sto curando le colorazioni del fumetto di quei mostriciattoli che i ragazzini chiamano “Gormiti“, per la Giochi Preziosi.
Infine ho creato, con un mio socio di Venezia, l’associazione culturale VeneziaComix) che si propone, come in altre realtà italiane, di aiutare la “ri-nascita” di una dimensione fumettistica più vicina alla gente, e soprattutto alla gente di diverse fasce d’età. Abbiamo già pianificato una serie interessante di workshop di colorazione digitale, tra Venezia, Roma, Napoli, Torino, in più organizziamo corsi gratuiti di Fumetto e in più stiamo portando avanti una serie di progetti a fumetti legati a iniziative sociali della regione. L’idea è quella di partire dalla dimensione cittadina per espanderci a macchia d’olio e poterci “fondere” con le altre iniziative di altre regioni. Quindi non è da escludere una fiera del fumetto in quel della Serenissima.

Riferimenti:
Il sito di Alfio Buscaglia: www.alfiobuscaglia.com
Edizioni BD: www.edizionibd.it
VeneziaComix: www.veneziacomix.com

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