Zio Paperone #198: Il mio amico Paperino

Zio Paperone #198: Il mio amico Paperino

Inizia il conto alla rovescia per il numero 200 del mensile dedicato a Zio Paperone: si inizia sul n.198 con la ristampa di Paperino e i pellirosse di Pedrocchi e Pinochi

Un po’ di storia

Il glorioso mensile Zio Paperone iniziò le sue pubblicazioni nel lontano Dicembre del 1987 sotto il marchio Mondadori, a quel tempo licenziatario dei diritti Disney in Italia, per riprendere successivamente le pubblicazioni sotto la Disney Italia a partire dal Dicembre del 1990, ricominciando dal numero 15.
La pubblicazione per collezionisti della Mondadori debuttò, sulla falsa riga della Carl Barks Library, pubblicando le ristampe del materiale barksiano iniziate dalla statunitense Another Rainbow nel Luglio 1984, il tutto in un mensile durato 14 numeri più tre extra Zio Paperone – Speciale Paperino. Salvo rari casi, la rivista anche sotto Disney Italia ha sempre stampato, con traduzioni più fedeli e con il formato originale a 4 strisce, l’opera omnia di Carl Barks, almeno fino all’inizio della così detta “serie bianca”. A partire dal n. 70, infatti, viene rinnovata la grafica di copertina (un’illustrazione su sfondo bianco, con un occhio di bue puntato su un protagonista dell’albo come quarta di copertina), viene cambiato il copertinista (al bravissimo Franco Bruna, che si alternava alla ristampa di copertine ed illustrazioni di Barks, subentra l’altrettanto bravo Marco Rota) e si iniziano a stampare anche le storie degli eredi di Carl Barks.

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Le storie del Maestro dell’Oregon, infatti, erano oramai agli sgoccioli e così la redazione decise di pubblicare anche le storie papere di altri autori; su tutti l’apprezzatissimo Don Rosa, erede di Barks eletto a furor di popolo, la cui Saga di Paperon de Paperoni inizia proprio sul n.70 e viene pubblicata per un anno intero sulle pagine del mensile. A Rosa, nel corso degli anni, verranno affiancati autori come Vicar, Branca, Rota, Jippes, Milton, Van Horn e recuperi di altri grandi contemporanei di Barks, come Bradbury, Kelly (il creatore di Pogo), Murray, Taliaferro, Hubbard, Strobl, fino ad arrivare all’indiscusso maestro della scuola italiana, Romano Scarpa.
Tra numeri di varia qualità, negli ultimi anni la redazione ha presentato, al fianco di lunghe saghe (Dragon Lords, di Byron Erickson, per i disegni di Giorgio Cavazzano, e L’isola del mito, disegnata da Ferioli su testi di Pat e Carol McGreal), anche storie inedite (o già pubblicate sul Mega Almanacco/2000/3000 – bravo chi ne segue i cambi di testata! – ma con nuova traduzione) o recuperi di personaggi spesso dimenticati, come Panchito o José Carioca (occasione per recuperare I tre caballeros di Kelly, riduzione dell’omonimo cortometraggio disneyano, o stampare gli inediti di Don Rosa dedicati al trio), o come Cichita, Buci o il recentemente rinnovato Chicken Little. Queste scelte editoriali, spesso supportate da articoli di approfondimento di Luca Boschi e Alberto Becattini, punti di qualità della rivista, preludevano però a quella che sarebbe stata la sorpresa per questo countdown verso il numero 200.

L’inizio del countdown verso il 200

zio_paperone198Prima di entrare nel merito del n.198 e del particolare e meritorio recupero fatto su Zio Paperone di marzo, vediamo come è partita la procedura di avvicinamento allo storico traguardo.


ZP n.196, gennaio 2006: Inizia una caccia al tesoro per Zio Paperone e nipotini, con Rockerduck come sfidante. Giunta nella redazione di Topolino all’inizio dei Settanta come soggetto dallo Studio Disney, la storia viene affidata alle capaci mani di Romano Scarpa, che aiutato alle chine dal giovane Cavazzano realizza quattro puntate dinamiche e divertenti, elaborando un soggetto probabilmente di Dick Kinney, il papà di Paperoga.


ZP n.197, febbraio 2006: Il numero si apre con un inedito d’eccezione, Zio Paperone – Prigionieri del castello di Rollingstein, storia di produzione olandese ad opera di Jan Kruse (testi) e Ben Verhagen (disegni), che esplora le atmosfere orrorifiche delle leggende locali, facendo un po’ il verso al ben più noto Frankenstein. A completare il numero, oltre alla Caccia al tesoro, un trittico di storie con Bella Quack, vecchia fiamma di Paperone, per protagonista.


Arriviamo, così, al n. 198. Già il preview del numero precedente aveva creato la giusta attesa per questo numero, ed infatti a pochi giorni dalla sua uscita ne sono già in possesso. Dopo molti anni viene, infatti, ristampata una delle prime storie Disney di produzione italiana, realizzata da quello che viene unanimemente considerato come il primo Maestro Disney italiano: Federico Pedrocchi.

Federico Pedrocchi, il primo disney italiano

Pedrocchi fu uno dei primi, infatti, a scommettere sulle possibilità di autoprodurre storie disneyane: il successo del Topolino giornale e la penuria di materiale originale1 erano insufficienti per poter mantenere un settimanale di buon successo. Così Pedrocchi invia a Walt Disney il soggetto della prima storia italiana, Paolino Paperino e il mistero di Marte, che si appresta a realizzare una volta giunto il permesso dalla casa madre. La storia, ristampata l’ultima volta nel 1994 sulle pagine di Paperino Mese in occasione del 50.nario del personaggio (contemporaneamente alla ristampa statunitense sul 286 di Donald Duck), si inserisce nel filone fantascientifico a quel tempo di gran voga grazie ai successi di Flash Gordon e di Saturno contro la Terra, quest’ultimo scritto dallo stesso Pedrocchi su soggetto di Zavattini e per i disegni di Giovanni Scolari.
Inizia, così, una lunga avventura che porterà Pedrocchi a realizzare anche molte storie con Biancaneve e i Sette Nani, le cui atmosfere cupe influenzeranno sicuramente un altro Maestro disneyano come Guido Martina. Le storie di Pedrocchi, comunque, oggi sarebbero probabilmente improponibili salvo che su una rivista come Zio Paperone, che proprio con il n.198 ristampa, a distanza di anni2 la bella Paperino e i pellirosse.
Paperino fra i pellirosse, Albo d'Oro n.33Coadiuvato ai disegni da Enrico Mauro Pinochi, Pedrocchi mette in campo assieme a Paperino l’amico di lunga data Meo Porcello (uno dei personaggi più utilizzati da Pedrocchi), il maialino coprotagonista di The Wise Little Hen (La gallinella saggia), il corto d’esordio del papero vestito alla marinara. I due si reincontrano alla redazione del giornale diretto da Linotipi, l’Altro Mondo (vi avevano già lavorato insieme in Paolino Paperino inviato speciale), il quale affida loro la delicata missione di realizzare un reportage giornalistico su una sperduta tribù di pellirosse, nascosti in un angolo remoto del paese. Unica guida, una mappa. Della partita è anche Bartolomeo Circonlocuzioni, detto il Gatto, un gatto antropomorfo con lo sguardo torvo e l’impermeabile alla Dick Tracy, che da giornalista concorrente del duo Paperino-Meo diventa, per l’occasione, agente del fisco. Scoperta della missione dei due amici, decide di mettergli i bastoni tra le ruote per arrivare prima dai pellirosse e costringerli a pagare le tasse arretrate.
Per fortuna Paperino risolverà la situazione, mostrando un piglio deciso ed autoritario che gli statunitensi avrebbero conosciuto, anche se in maniera meno violenta, solo con l’avvento di Barks. Basti pensare, a titolo di esempio, che a fianco dei piani elaborati da Paperino per cavarsi d’impaccio di volta in volta (e la sua prontezza ed intelligenza viene esaltata dalla dabennaggine mostrata da Porcello), viene mostrato un Paperino spietato e violento che fa frustare senza pietà il Gatto, legato al palo della tortura della sperduta tribù indiana. Sarebbe stato soprattutto questo aspetto, unito alla pigrizia mostrata nei cartoni animati, ad influenzare la generazione successiva di autori, Martina e Angelo Bioletto in testa.
Altro aspetto fondamentale ad emergere è l’opportunismo di Paperino: quando all’inizio i due amici, sbagliando strada, si imbattono in una fattoria gestita da un caprone, il signor Capricorno, Paperino pensa bene di farsi assumere per avere una buona scusa per indagare nei dintorni. Durante la notte egli scopre che il fattore è un ex-bandito che ha sepolto nel suo campo il bottino di una rapina di molti anni addietro: sarà proprio con questo bottino che Paperino aiuterà i pellirosse, che eleggeranno Paperino e Meo stregoni direttamente ispirati dal Grande Spirito.
Pedrocchi, comunque, cura anche gli aspetti umoristici (le sventure, infatti, sono tutte trattate come divertenti gag): tra tutti i siparietti imbastiti da Paperino-Meo si fa notare il battibecco continuo tra i due su chi avesse accettato la missione di Linotipi, sottintendendo la scelta sbagliata, fino all’ultima vignetta, quando la felice conclusione dell’avventura e la fama venuta dal successo degli articoli scritti li fa litigare su chi tra i due avesse avuto il merito di accettare l’incarico!
Il numero è completato, oltre che dal terzo episodio della Caccia al tesoro, da una storia di Branca, una di Marco Rota e da una poetica, bella e divertente avventura delle tre fatine de La bella addormentata nel bosco disegnata da Al Hubbard per i testi di Carl Fallberg, con articolo introduttivo di Becattini.

Quello che sarà

In conclusione si da l’appuntamento al prossimo mese con Zio Paperone n.199 e con un altro recupero eccellente: Ciccio, il cugino di Paperino, con cui saluteremo l’arrivo di Ciccio nella grande famiglia dei paperi, il tutto grazie al lavoro di Bob Karp e di Al Taliaferro.
Nella speranza che anche i numeri oltre il 200 saranno altrettanto belli, non mi resta che salutarvi ed invitarvi a leggere ogni mese Zio Paperone, una delle migliori riviste di fumetti attualmente pubblicate in Italia.


  1. Le sole strisce giornaliere di Floyd Gottfredson per Topolino e di Al Taliaferro per Paperino, cui vanno ad aggiungersi le tavole domenicali, come le Silly Simphonies dove avviene l’esordio fumettistico dell’irascibile papero di casa Disney 

  2. È del 1939 la prima pubblicazione sulle pagine di Paperino giornale; l’ultima ristampa su Super Almanacco Paperino n. 10 del 1979 

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