United We StandUnited We Stand è un racconto a fumetti, sviluppato in sei capitoli (l’ultimo previsto per i primi mesi del 2009), di stampo fantascientifico ambientato in Italia nel 2013. La storia presenta il primo colpo di stato militare nella storia del nostro paese, uno scenario particolare perché di fantasia ma non troppo lontano nel futuro per renderlo separato dal presente, particolare perché si svolge in Italia e va a toccare argomenti che siamo abituati a vedere in altri contesti.

Volete intanto presentarvi ai nostri lettori?
Daniele: Ciao a tutti, sono Daniele Rudoni, classe ’77. Lavoro da anni nel campo del fumetto, sono un color artist per la Marvel America a tempo pieno sulla serie “Avengers: the Initiative“, insegno tecnica del fumetto all’Accademia di Belle Arti di Novara. Disegno United We Stand e mi occupo di tutto quello che concerne la sua impostazione grafica. Ho collaborato con Soléil, Devil’s Due, Freebooks, Sciacallo Elettronico, Nicola Pesce Editore come disegnatore e colorista.
Simone: mi chiamo Simone Sarasso, ho quasi trent’anni e di mestiere faccio lo scrittore. Scrivo noir ad ambientazione storica per Marsilio Editori. Attualmente ho in cantiere una trilogia sui “misteri italiani ” che sviscererà il lati oscuri della storia del Bel Paese dal secondo dopoguerra a Tangentopoli. Finora è uscito solo “CONFINE DI STATO“, il primo volume della trilogia, e ha riscosso un notevole successo di critica e pubblico. è stato anche nella rosa dei finalisti del prestigioso Premio Scerbanenco. Il secondo volume, “SETTANTA“, sarà in libreria nel 2009. Ho pubblicato diversi racconti in antologie e un romanzo breve sulla vita di Fred Buscaglione (Turkemar, Editrice Effequ, 2007)

Come nasce la storia di UWS? È curioso vedere la genesi di un’idea, come possa partire da frammenti di altre idee, come in questo caso.
Simone:
I punti d’origine della storia sono parecchi, ma credo che tre siano i più significativi:
1) Il fake movie di 01.org. Nel 2005 Eva e Franco Mattes, due artisti kamikaze formatisi nel progetto Luther Blisset verso la fine degli anni novanta ed ora noti come 0100101110101101.org (0100101110101101.org) , crearono la campagna stampa di un finto film con Penelope Cruz e Ewan MacGregor. Al centro della storia di quel film, il conflitto termonucleare tra USA e Cina e un manipolo di eroi europei a sventarlo. La campagna fu un successo planetario (manifesti affissi in mezzo mondo, da Berlino a Bangalore), anche se il film non è mai esistito. Quel film si chiamava UNITED WE STAND. Troppo bello il titolo e troppo bella la storia, per non raccontarla.
2) Il giorno della vittoria dell’Ulivo alle politiche (correva l’anno 2006, sembra un secolo fa), mentre guardavo alla TV i festeggiamenti di Prodi & Co (e a dirla tutta non mi pareva vero…) ho realizzato che era la prima vittoria democratica delle sinistre da un sacco di tempo. Ho poi pensato a Gladio (all’epoca avevo appena finito di scrivere il mio “CONFINE DI STATO”) e ho fatto due più due. Il risultato era inequivocabilmente il colpo di Stato. Ho scritto la scena iniziale della graphic novel, quella della decapitazione delle istituzioni, di getto. Da lì è venuto tutto il resto.
3) L’ultima sollecitazione ha a che fare con un vecchio film della RKO (sono quasi sicuro che fosse della RKO…). Un film di fantascienza anni Quaranta-Cinquanta che parlava della guerra civile a New York, in un futuro imprecisato. “Beh”, ho pensato, “che aspetto avrebbe la guerra civile da noi?”. E mi sono messo a scrivere. Da tutte queste suggestioni, più un tot di altre cose interessanti, è nato il progetto. Mentre io scrivevo, Daniele disegnava i personaggi. A qualche anno di distanza, eccoci qua.

È curioso vedere un romanzo di fanta-politica ambientato nel nostro paese, dove già è difficile ambientare storie d’azione assolutamente slegate al contesto sociale, politico e storico. Oltre al raccontare, intendete anche portare avanti un vostro punto di vista della nostra società?
Simone:
Credo che, anche se si tratta di un’opera di mera finzione, il nostro punto di vista “politico” sul paese sia piuttosto evidente: mettiamo un premier donna a capo delle sinistre, facciamo ammazzare brutalmente dei signori che assomigliano parecchio all’attuale leadership del paese (leadership che – occhio – durerà presumibilmente fino al 2013, anno in cui abbiamo ambientato la nostra storia…). Non ci vuole una grande fantasia per capire da che parte stiamo.
Detto questo, il fumetto e la narrativa in genere permettono anche alcune falsificazioni che storiograficamente sarebbero inammissibili. Mi spiego meglio: noi parliamo di un esercito clandestino che prende il potere manu militari. Come detto, il riferimento a Gladio è fin troppo esplicito. Ipso facto, non c’é nessuna intenzione, da parte nostra, di focalizzare l’attenzione sulla questione Gladio denunciandone un’urgenza. Anzi, storicamente Gladio è morta e sepolta da più di quindici anni.
Tuttavia, dal punto di vista narrativo, l’intuizione è perfetta. Ed ecco che va in scena l’esercito clandestino cresciuto all’ombra della Repubblica.
Questo per dire che non tutti gli elementi della nostra storia sono necessariamente politici. Siamo più interessati alla distorsione del reale, al what if che alla critica sociale.
Daniele: Mi collego direttamente alle ultime frasi di Simone: il mio punto di vista politico e sociale è assolutamente secondario e ininfluente, ai fini della narrazione. La mia priorità in questo lavoro non è certo dire al lettore da che parte sto! Anzi, nonostante ciò che dice Simone, sono certo che nemmeno la sua priorità sia questa!
Noi raccontiamo una storia, quello che il lettore ci vede spero non sia un univoca visione politica e sociale, bensì una vicenda e dei personaggi verosimili inseriti in un contesto realistico. Ma il contesto rimarrà sempre e solo il contorno, non è il piatto principale! Quello di cui vogliamo rimpinzare il lettore è teoria del complotto, intreccio, sentimento, suspense, e ovviamente divertimento. Il resto assume per natura un ruolo di supporto.

Credete che manchi questa prospettiva critica nel fumetto italiano? Perché?
Simone:
Direi di sì. Credo che le ragioni siano legate alla storia dei singoli autori. Per me, che vengo dalla narrativa di genere, che scrivo romanzi storici (con un pesante messaggio politico), è stato naturale pensare a una graphic novel che sapesse più di romanzo che di fumetto. In questo senso la prospettiva critica può concretizzarsi senza risultare una forzatura. Daniele è stato bravissimo a rendere vivi i miei personaggi. Il disegno estremamente realistico, da questo punto di vista, è diventato parte integrante del meccanismo narrativo. Non venendo dal fumetto mainstream, la nostra storia ha potuto assumere un punto di vista inconsueto. Probabilmente risulto molto meno originale nella mia produzione letteraria. In definitiva, credo che lo shift dall’usuale prospettiva del fumetto di casa nostra c’entri molto con le abitudini compositive dell’autore.
Daniele: Dal mio punto di vista, mi sono concentrato sulla narrazione per dare un sapore letterario all’opera. Forse il nostro graphic novel non viene dal mainstream (i nostri principali usufruttuari sono i lettori di narrativa, in qualche modo non assimilabili ai lettori di fumetto “tradizionali”), ma di sicuro la narrazione è semplice e leggibile, il ritmo sostenuto e le scene e i personaggi si riconducono ad un immaginario mainstream. La cosiddetta prospettiva critica è vestita da film hollywoodiano. Anzi è diverso: è il film hollywoodiano ad essere travestito di prospettiva critica!! La prospettiva critica politica e sociale è un pretesto, non avrei accettato di realizzare questa opera se non ne fossi convinto!
Lo ripeto: quello che conta per me è che i personaggi e la storia siano il più possibile verosimili e godibili; tanto più mi so estraniare da quello che disegno e racconto in maniera efficace, tanto più il progetto mi sembra riuscito.

Nel primo episodio, anche se nomi non ne vengono fatti, si vede l’esecuzione di due noti esponenti politici (peraltro, qualcuno potrà pensare che gli abbia portato fortuna!). Quanto vi siete divertiti a scegliere proprio loro? Ma soprattutto, perché loro?
Simone:
Più che portar fortuna a loro, credo che abbiamo portato sfiga al paese, immaginandoci la loro caduta nel 2013 (e dunque la loro elezione nel 2008). Abbiamo scelto proprio loro perché era legittimo immaginarli nella parte degli sconfitti rancorosi (la sinistra aveva appena vinto, aveva appena imposto il suo primo premier donna). E… sì: ci siamo divertiti parecchio a guardare il nostro cattivone che li faceva fuori.
Daniele: Beh, questo è stato senza dubbio divertente! Immaginare le espressioni, i modi di fare, la fisionomia invecchiata di personaggi così in vista è stata una vera goduria! Al di là del fatto di avere realizzato una sorta di “manifesto”, un pamphlet al vetriolo che, ad ogni figura di merda che la classe politica attualmente al governo realizza puntuale, gli italiani possono sempre sfogliare per tirarsi un attimino su di morale!!

La struttura della pagina prevede principalmente vignette a sviluppo orizzontale, come uno schermo cinematografico. Perché questa scelta e cosa comporta a livello di rappresentazione delle scene?
Daniele:
La scelta della gabbia tripartita orizzontalmente mi è stata suggerita da Simone, che ha la fissa per l’inquadratura 16:9! La cosa dava sicuramente un sapore cinematografico al tutto, e mi pareva interessante caratterizzare in questa maniera il progetto, unendolo ad un estremo realismo del segno. Mi ci son volute poche pagine, pero’, per realizzare che una gabbia di questo genere non sarebbe bastata. Erano necessarie variazioni per non annoiare il lettore, splash pages per sottolineare i colpi di scena e gabbia quadripartita per aumentare il ritmo nei punti chiave. Ma se avessi utilizzato un numero di gabbie superiore, si sarebbe persa la cifra artistica dell’opera, ciò che la differenzia da molte altre. Quello che la rende letterariamente unica.
Da qui la scelta di queste tre gabbie, estremamente rigide proprio perché sapevo che il lettore medio sarebbe stato il lettore da libreria (quella fisica e quella virtuale del web) in cerca di storie “importanti”. Un lettore di questo genere può non essere ancora avvezzo al linguaggio del fumetto: va aiutato con un senso di lettura univoco, va guidato attraverso la pagina. Gabbie libere come quelle dei manga o dei comics d’oltreoceano non avrebbero avuto senso, in questo caso.
Va detto anche che il numero limitato di vignette per tavola aumenta il ritmo di lettura, rendendo a mio parere ancora più godibile il prodotto. Francamente passare 10 minuti su una singola pagina, corredata da 1000 vignettine illeggibili e 2000 didascalie ENORMI è una cosa che, da lettore innanzitutto, non mi ha mai entusiasmato!!

United We StandSimone, come sono le tue sceneggiature? Molto dettagliate o lasci libertà a Daniele di personalizzarla?
Simone:
Come ho già detto, io scrivo romanzi, non ho confidenza con la sceneggiatura. UWS è il mio primo lavoro da professionista nel campo del fumetto. E l’approccio è stato del tutto “artigianale” (per non dire “casuale”…): non sentendomi a mio agio con la sceneggiatura vera e propria, io ho scritto un romanzo breve (o racconto lungo, se preferite) che narrava la vicenda nei minimi dettagli, tratteggiando i dialoghi e fornendo spunti per le inquadrature. La bravura di Daniele sta nel lavorare eliminando il superfluo. Decide cosa raccontare per immagini e cosa con le parole. Alla fine revisioniamo insieme i dialoghi e il gioco è fatto.

Daniele, ci parli di come realizzi le tue tavole? Il supporto fotografico sembra molto importante, che uso ne fai e quanto?
Daniele:
L’estremo realismo era una componente che sia io che Simone abbiamo da subito giudicato fondamentale: avremmo parlato di un colpo di stato manu militari in Italia! Per renderlo se non altro credibile dovevamo documentarci in maniera impeccabile! è così che la documentazione fotografica è diventata la premessa a tutto il lavoro: internet in primis mi ha permesso di rappresentare palazzo Chigi, piazza Santi Apostoli, Roma come davvero è, con la massima pretesa di realismo.
Di alcuni personaggi abbiamo già parlato (quelli famosi, per cui alcune foto da internet sono bastate). Per rappresentarne altri ho coinvolto parenti e conoscenti in servizi fotografici esaustivi. Da qui le matite, in cui ho rigirato e modificato la documentazione dandole un segno personale e rendendola il più funzionale possibile alla narrazione, in un processo molto simile a quello realizzato da Tony Harris in Ex-Machina, uno dei nostri pilastri di riferimento per UWS. Segue la china sulle matite ciano e i mezzitoni in grigio in Photoshop.
Una curiosità: Simone aveva ben in testa Sterling, l’antagonista non solo di UWS ma anche del suo romanzo di esordio. Di conseguenza per disegnarlo non ho utilizzato alcuna documentazione, solo la fantasia visiva del mio collega. Quasi come se un personaggio così cattivo e unico nella sua storia fittizia non potesse essere trovato da nessuna parte nel mondo reale. Sarebbe bello…

Quali sono i motivi che vi hanno portato a scegliere la diffusione attraverso lulu.com (che permette o la stampa a richiesta o il download, sempre a pagamento)?
Simone:
Semplicemente, Lulu è il metodo più economico per autoprodursi. Fino a pochi anni fa, produrre da soli qualcosa come UWS sarebbe stato impensabile per i costi di realizzazione. Oggi, grazie a questo straordinario printer on demand, è possibile ordinare anche una sola copia del nostro fumetto. Si eliminano i costi delle tirature minime, si raggiunge un pubblico più vasto e diverso da quello consueto. E si ottiene comunque un prodotto di qualità.
Più di così…

Credete possa essere la strada per la diffusione e l’autoproduzione per i prossimi anni? Porterete in giro, per esempio alle fiere, anche la versione stampata, o vi limiterete a questa forma di distribuzione?
Simone:
Come ho detto, lulu.com è attualmente il metodo più economico di autoprodursi ad un livello di qualità professionale. Credo che nei prossimi anni prenderà sempre più piede e sono convinto che fioriranno parecchi cloni del sito. Lulu ha una particolare attenzione al mondo del fumetto e da qualche tempo riserva un proprio stand all’interno di ognuna delle massime comic-convention del paese (c’era a Milano, ci sarà a Torino). Noi siamo stati suoi ospiti circa un mese fa, a Cartoomics. Abbiamo mostrato i volumi al pubblico e Daniele ha realizzato alcuni disegni per i fan. Siamo stati davvero bene. Credo che ripeteremo l’esperienza a Torino Comics.
Daniele: L’autoproduzione con lulu apre davvero strade inimmaginabili. Certo ci sono i pro e i contro, e fra gli ultimi possono venir annoverate difficoltà con l’interfaccia di pubblicazione sul loro sito, alcune minime imprecisioni nella stampa, costo del prodotto leggermente superiore alle aspettative, difficoltà di diffusione perché se nessuno sa che un prodotto è stato pubblicato nessuno lo comprerà!
Lulu da sola non basta, occorre un’apparato che pubblicizzi l’opera dappertutto, occorre (non lo neghiamo) uno sbattimento ATROCE in tutta una serie di altre iniziative. Abbiamo varato il sito, il blog, abbiamo mandato comunicati stampa a destra e a manca, abbiamo suscitato l’interesse di quotidiani locali e nazionali. Ogni lunedì pubblichiamo un contenuto speciale nuovo sul sito, mentre procediamo in diretta con la realizzazione dei singoli capitoli. è una faticaccia, ma ci siamo rifiutati di dare al pubblico solo un numero di 32 pagine ogni due mesi e basta. Per poi pretendere che ci seguano con assiduità? Non aveva senso.

Quanti episodi avete previsto di UWS?
Simone:
Sei in tutto.

Gli sviluppi parlano di spin-off e anche di partecipazione dei lettori nel processo realizzativo: volete approfondire questi particolari?
Simone:
Ci sono due livelli di evoluzione della storia di UWS, ed entrambi hanno a che vedere con la piattaforma www.unitedwestand.it. La nostra storia non finisce sulla pagina illustrata, continua sul web. Ogni settimana, per tutto l’anno (abbiamo iniziato il 7 gennaio 2008, finiremo il 9 gennaio 2009) pubblichiamo un racconto tangenziale, un approfondimento audio o visuale sulla vicenda. Talvolta siamo io e Daniele gli autori dei “contenuti speciali”, talaltra riceviamo degli hommage da autori famosi (verso la fine dell’anno dovremmo pubblicare un racconto di Wu Ming e uno di Paolo Roversi). Grazie a questi contributi, la storia evolve in senso orizzontale, si espande.
L’altro livello evolutivo è invece quello verticale, ed è riservato ai fan della serie. Accedendo alla sezione WWIII del nostro sito (vi si accede rispondendo a una semplice domanda, deducibile dalla lettura del primo numero) è possibile costruire il proprio spin-off. è così che sono nati LE BRIGATE DELLA MORTE (lebrigatedellamorte.lospaziobianco.it.com) e SKYSOLDIERS (www.173airborne.org), veri e propri satelliti narrativi di UWS. I due progetti narrativi raccontano vicende parallele alla nostra continuity, narrano come il mondo reagisce al golpe italico e alla guerra atomica USA-CINA…

Potrebbe al fine della pubblicazione essere raccolto in volume per un’edizione “classica”?
Simone:
Assolutamente sì. Nel corso del 2009 UNITED WE STAND sarà pubblicato in volume da Marsilio Editori e uscirà in libreria.

Dopo UWS cosa prevedono le vostre carriere?
Simone:
io sto lavorando al seguito di “CONFINE DI STATO”, il mio romanzo d’esordio. Il secondo volume della mia “trilogia sporca” sui Misteri Italiani si chiamerà “SETTANTA” e uscirà, presumibilmente nel 2009, per Marsilio Editori. Con Daniele e Lorenza Ghinelli abbiamo in cantiere anche un romanzo collettivo, “J.A.S.T.” è un nuovo approccio alla spy-story, la storia di un complotto planetario raccontata attraverso tecniche narrative meramente cinematografiche. Un tentativo di fondere media differenti. Ci stiamo ancora lavorando e non abbiamo idea di quando sarà pronto.
Daniele: Davvero non mi sento di prevedere nulla, perché il lavoro di colorista e la possibilità di disegnare 120 tavole di UWS in un anno sono sufficienti per impedirmi di pensare a cosa faro’ nel prossimo futuro! Ho intenzione di continuare a tempo indefinito la mia collaborazione con la Marvel America e di pubblicare una nuova graphic novel, vedremo con quali canali di pubblicazione e diffusione! Finito quest’anno stappero’ una bottiglia di quello buono, questo è certo!!
Come certo è il sogno di ogni fumettista che si rispetti: di arrivare, un gradino alla volta e senza bruciare le tappe (perché è così che mi piace!) a pubblicare qualcosa di interamente mio, storia disegni colori e quant’altro. Possibilmente una storia di robottoni giganti guidati da adolescenti, oppure una love story adolescenziale (ehm… no, non sto scherzando…). Per il resto, il futuro è una porta aperta che dubito mi porterà qualcosa indegna di essere vissuta!

Riferimenti:
UWS, il sito: www.unitedwestand.it
Lulu.com: www.lulu.com
UWS su Lulu.com: www.lulu.com/browse/search.php?fKeywords=UWS

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