La Storia sarete voi… mai il fumetto siamo noi!

La Storia sarete voi… mai il fumetto siamo noi!

Allo Sherwood Festival 2014 un incontro dedicato al fumetto sotterraneo italiano: Il fumetto siamo noi, da underground a autoproduzione.

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Si pensa che le antologie siano solo su carta o al massimo incise su disco, in stile greatest hits. Si pensa raccolgano brani letterari o al massimo canzoni, ma non è così. Ci sono anche grossi volumi che lasciano un po’ stupiti se queste sono le aspettative: sono raccolte di fumetti, a volte autoprodotte e che altre volte si appoggiano a editori che credono nei progetti collettivi, nella coralità di un linguaggio che nei sotterranei dell’editoria o fuori, per le strade, nei banchetti ai festival e ai concerti, costruisce tassello dopo tassello il racconto di una storia alternativa, ma non meno reale e viva.

Sherwood Comix se ne intende di antologie, perché per anni, e precisamente dal 2004 al 2010, Claudio Calia e Emiliano Rabuiti hanno raccolto, con l’aiuto di varie redazioni e case editrici, sette volumi dedicati alla ricostruzione della storia del fumetto indipendente italiano degli anni 2000. Ancora una volta, sempre da un’idea di Calia, si torna a raccogliere e fotografare la realtà delle autoproduzioni, che proprio per la sua natura sfugge spesso a un tentativo di sistematizzazione, ma che per questo necessita della buona volontà dei singoli e soprattutto della dedizione di autori, appassionati, curatori e editori per poter essere ricostruita e dunque ricordata per il futuro delle generazioni di “fumettari” che verranno.

L’antologia – questa volta un incontro dal vivo, tenutosi il 10 luglio scorso nel corso dello Sherwood Festival di Padova – si compone di voci personali che narrano le esperienze degli individui, ma che inevitabilmente si intrecciano e arricchiscono nel confronto, nella collaborazione e nella condivisione dei gruppi.

Il fumetto siamo noi – Storia del fumetto sotterraneo italiano traccia la storia con la “s” minuscola del fumetto indipendente italiano dagli anni ‘90 a oggi. Una “s” minuscola perché l’antologia si compone di narrazioni che per la loro intrinseca autonomia sfuggono a quella Storia che ci viene raccontata: questa volta, a raccontarla, sono proprio gli autori stessi.

Il primo a parlare è Luca Vanzella, che dall’esperienza del progetto dell’etichetta Self Comics creata con Luca Genovese è passato alle collaborazioni con Aurea Editoriale e Bonelli, dimostrando come spesso il fumetto underground e quello mainstream dialoghino più strettamente di quanto si pensi e non costituiscano due mondi assolutamente sconosciuti l’uno all’altro.

Si comincia così un percorso cronologico partendo dal racconto di Alberto Corradi, il quale, insieme a Gianluca Costantini e Claudio Calia, ha sentito il bisogno di “ricapitolare” attraverso l’idea di Znort! un periodo che lui e molti altri nel mondo del fumetto – a partire dal primo Happening Underground di Milano creato da Marco Teatro vent’anni fa – hanno vissuto come l’inizio di un movimento e di un percorso personale. Assolutamente aperto e libero da sfogliare, Znort!  nasce come un archivio virtuale di racconti per immagini e interviste di un viaggio a ritroso nel tempo.

Una di queste tappe è certamente segnata anche dall’arrivo delle antologie di Self Comics in fumetteria, come raccontano Luca Genovese e Omar Martini, il quale, come editore Black Velvet, si è occupato della loro distribuzione. Per la prima volta una raccolta di autoproduzioni si trovava dunque sugli scaffali, rompendo quei confini che segnavano la distribuzione del fumetto seriale e di quello underground, sottolineando, come racconta Omar, il fatto che spesso, nei contenuti dei racconti, nelle forme e negli stili, le vicinanze tra queste due regioni apparentemente così distanti fossero invece già segnate da tempo.

Altre ancora sono le storie che raccontano Gaia Cocchi, con Comix Riot: il graphic novel come forma di arte politica (Bordeaux Edizioni 2014), e Sara Pavan, con Il potere sovversivo della carta (Agenzia X 2014).

Gaia – riprendendo dall’importanza di realtà quali Komikazen, Sherwood Comix e altri festival legati alla scena indipendente italiana – parla di come il fumetto costruisca narrazioni alternative e partecipate, dunque vive, anche di quei momenti storici che vengono invece offuscati e celati dalla narrazione proposta dai media (qui spicca l’esempio del G8 e di tutte le espressioni artistiche, i volumi a fumetti e i brani che sono nati per non dimenticare Carlo Giuliani e gli eventi della Diaz).

Sara invece, come autrice, suggerisce alle nuove generazioni di aprire i propri albi, anche virtuali, al pubblico, non avendo paura di renderli accessibili gratuitamente sul Web, sottolineando come free download e copia cartacea non si escludano, bensì si completino a vicenda, costruendo insieme una rete di diffusione e di crescita della scena del fumetto indipendente. Il potere sovversivo della carta, dunque, sta nella sua materialità, negli incontri tra persone reali, nei banchetti all’interno delle fiere, ma anche nella sua capacità di arrivare il più lontano possibile, allargando gli spazi di connessione e quindi di inclusione.

Come racconta anche Zerocalcare, il fumetto underground è fatto di mille rivoli e ogni autore segue il proprio percorso, anche tortuoso, lungo il quale porta con sé un bagaglio di esperienze (e nel suo caso anche di atteggiamenti e approcci) che non si perdono perché si comincia a lavorare con un editore, per esempio, ma si modificano trovando nuove forme per esprimersi.

Gud – che ha accompagnato l’intero incontro con i suoi disegni live e che con i suoi Viaggi a fumetti permette ai suoi lettori di scaricare gratuitamente i diari di bordo dei propri spostamenti geografici – ci tiene infine a ricordare come il Web sia per un fumettista anche occasione di confronto con il suo pubblico, mettendosi alla prova ed evolvendosi.

Se, come conclude Calia, non ci sarebbero i nostri autori preferiti se non ci fosse questo movimento sotterraneo e non ci sarebbe la Storia del fumetto se non ci fossero queste storie autoprodotte, allora è giusto anche cercare di raccoglierle, per quanto sia possibile, in un volume, in una raccolta di fotografie, in un documentario come questo, per cercare di fare il punto o, perché no, aprire gli orizzonti a coloro che leggendo un volume stampato si sono sempre chiesti chi ci sia dietro, senza immaginare che a volte sono interi movimenti, nati anche lontano, nel tempo e nello spazio, e che le singole persone sono individui spesso frutto di storie collettive, di antologie.

www.sherwood.it/articolo/4186/il-fumetto-siamo-noi-storia-del-fumetto-sotterraneo-italiano

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