Ken Parker, mio fratello che guardi il mondo
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Ken Parker, mio fratello che guardi il mondo

Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo non volevano creare l’ennesimo eroe western duro e puro, ma “un  uomo normale, non infallibile, con le sue idee e una sua complessità” e così che nel giugno 1977  arrivò in edicola Ken Parker.

A pubblicarlo esattamente quarant’anni fa ci pensò Sergio Bonelli con le edizioni Cepim,  mentre la progettazione del personaggio da parte degli (allora giovani) autori liguri era iniziata circa tre anni prima. Sta di fatto che l’incontro del trapper dal volto pulito alla Robert Redford con i lettori marcò una piccola grande rivoluzione nel fumetto italiano, in termini di linguaggio e in termini d’immaginario.

Ken Parker 3

Ken Parker “lavoratore dell’avventura”

La storia del  signor Kenneth Parker di Buffalo (Wyoming) è l’epopea western ma soprattutto l’umana vicenda di un  un precario ante-litteram, un “lavoratore dell’avventura” davvero indimenticabile.

Ken inizia come cacciatore nei territori sterminati del Nord americano (il Montana) poi parte per l’Ovest e diventa scout dell’esercito. Disgustato dalle stragi compiute dai militari ai danni degli indiani, presso cui vive per un periodo, si dimette.

Nel suo girovagare per le strade d’America, fa il  contadino maldestro, l’attore improvvisato, il taglialegna solitario e, perfino, l’operaio in fabbrica.

Ken Parker

Qualcuno ha fatto notare ironicamente che Ken Parker cambia più mestieri di Paperino ed è una battuta più significativa di quanto si pensi. Paperino cambia lavoro, perché le diverse realtà con le quali si confronta, permettono agli autori Disney di calare la sua maschera comica in situazioni umoristiche sempre diverse.

Per Ken è la stessa cosa, ma in senso adulto, esperienziale. Ogni nuova occupazione diventa un mondo da conoscere: volti e storie che partecipano alla sua storia così come lui partecipa alle loro.

Con il lavoro – ci ricorda l’eroe – non ci si guadagna solo il pane quotidiano, ma la dignità e il rispetto di se stessi e dei nostri simili. Così nell’episodio Sciopero, Ken ormai operaio di fabbrica, si ritrova fianco a fianco dei suoi colleghi a toccare con mano l’immoralità della sopraffazione dell’uomo sull’uomo.

Ken legge Marx, con lo sguardo semplice ma anche carico di speranze con cui lo potevano davvero guardare gli umili lavoratori della fine dell’Ottocento.  La speranza degli oppressi di ottenere una vita più giusta, di difendere l’unico capitale che davvero conti, quello umano.

Ken Parker, uno di noi

Ken è stato mio fratello, mio figlio, mio padre, è stato la possibilità di estrinsecare le cose che non vedevo e che avevo dentro, di amplificarle in modo da renderle concrete e quindi di conoscermi, di guardare il mondo attraverso i suoi occhi. E guardando il mondo sono diventato grande…

Così  Giancarlo Berardi parla del suo figlio narrativo prediletto e, mai come in questo caso, almeno due generazioni di lettori sarebbero pronte a sottoscrivere  l’autore parola per parola. Ken  Parker è stato davvero per tanti di noi un fratello maggiore in questi quarant’anni, un fratello  di carta per ricordarci di quell’unica grande famiglia cui tutti in fondo apparteniamo, chiamata genere umano.

Sono nato e ho lavorato in ogni paese
e ho difeso con fatica la mia dignità

Canta Ivano Fossati, cantautore genovese proprio come i papà dell’eroe, e i suoi versi sembrano perfetti per descrivere l’epopea a fumetti di questo nostro fratello che guarda il mondo con gli occhi dell’idealista. Un eroe per mestiere, un sognatore per vocazione.

Ken Parker

 

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