Saturno alla conquista del continente americano

Saturno alla conquista del continente americano

Dal numero 57 di Fumetto, la rivista dell'ANAFI, un erudito excursus storico su una interessante, ma dimenticata, iniziativa editoriale per esportare fumetti italiani negli States.

C’é stato un momento, prima della Seconda Guerra Mondiale, in cui il fumetto italiano, almeno presso alcuni editori, si sentiva così forte da pensare di competere con quello proveniente dagli Stati Uniti. E questo poteva essere normale all’interno delle nostre pubblicazioni di casa, dove i nostri grandi talenti avevano cominciato a farsi le ossa, ma pensare di competere con quelle grandi centrali di produzione in casa loro…

Forse fra le mani dei nostri editori erano arrivati i primi comic book, quelli che, dopo l’apparizione di Superman presentavano non più materiali nati per i quotidiani, ma quelli prodotti appositamente per gli albi: a dire il vero molte di quelle testate erano agli stessi livelli artigianali di molti dei nostri fumetti e quindi…

Fu l’A.P.I., che faceva capo ad Arnoldo Mondadori, che fece questo tentativo, che lasciamo raccontare attraverso le sue note al dott. Romolo Baccani, che le pubblico’ in un numero di Comics:

“Consultando un vocabolario d’inglese, anche aggiornatissimo e molto ricco di termini, non troveremo mai la parola Helicon, che per assonanza può vagamente ricordare un elicottero o, al limite, un coleottero. Eppure, l’appassionato di fumetti che oggi naviga sulla sessantina e oltre avrà la precisa sensazione che questo strano termine gli sia vagamente familiare e giurerà di averlo trovato da qualche parte. Non si sbaglia. In calce a molte delle storie pubblicate sulle pagine di Topolino nel periodo 1936-38, tutte di autori rigorosamente italiani, compariva infatti la misteriosa dicitura “copyright by Helicon, Milano, Italy”, alla maniera delle strisce sindacate statunitensi. Non solo, quando nel dicembre 1945 Topolino riprese a comparire nelle edicole dopo lo sconquasso della guerra che lo aveva visto ridursi, in coabitazione forzata con L’Avventuroso-Giungla!, a sei paginette, due anni prima, per poi scomparire del tutto, accanto al musetto sorridente del redivivo personaggio figurava come editore la Helicon Italiana con sede a Milano, in via Corridoni, al posto dell’abituale Casa Editrice Mondadori, che restava pur sempre la legittima proprietaria dei diritti di pubblicazione italiani del character disneyano. Evidentemente, la commissione alleata di controllo non permise subito all’editore milanese, compromesso col defunto regime, di tornare ad etichettare col suo nome le testate che via via ricominciavano ad uscire. Eppure Mondadori, durante la Repubblica di Salo’ , aveva pensato bene di farsi una vacanza in Svizzera, e da lì finanziava la lotta partigiana: ma si vede che non era un titolo di merito sufficiente a far dimenticare i trascorsi littori.
separatorearticolo
Helicon, chi era costei? Dobbiamo alla sagacia ed all’intuito dell’amatore ed operatore del settore Silvio Di Miceli, fiorentino d’adozione, ma dalle radici piantate nella fiera terra di Trinacria, la scoperta di un materiale estremamente raro e prezioso che permette a distanza di tanti anni di sciogliere questo singolare mistero.
La Helicon Italiana era l’organizzazione creata negli anni Trenta da Mondadori per promuovere il fumetto italiano all’estero, in particolare in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, al fine di introdurre il prodotto autarchico, peraltro validissimo e d’una qualità artistica di tutto rispetto, proprio nella terra dove le strips erano nate e s’erano affermate.
E per reclamizzare adeguatamente la produzione di casa nostra negli States Mondadori penso’ bene di approntare tutta una serie di depliant a quattro pagine in formato settimanale di pregevolissima fattura, stampati su carta patinata di qualità superiore, alcuni dei quali con colori di eccezionale brillantezza quali raramente è dato vedere anche con le più moderne tecnologie di oggi. Una specie di ghiotto assaggio della merce in vendita, compilato in un correttissimo inglese, con frasi ad effetto che tendevano ad invogliare convenientemente il cliente. I nomi dei disegnatori ricevevano il giusto rilievo: oltre a Moroni Celsi, definito “extraordinary”, Jack Away, che altri non è se non Corrado (o Kurt) Caesar, prodigioso illustratore di aerei e mezzi militari (il depliant lo qualifica “incomparable painter of airplanes and air battles“), Walter Molino, il cui nome non è mai comparso ufficialmente in Italia nei periodici mondadoriani, anche se tutti sapevano bene che si trattava di lui, “excellent creator of detective-adventures“, Rino Albert (forse scrivere Albertarelli per esteso sembrava poco esportabile?).

Il disegnatore eccelso della saga marlowiana di Faust e Mefistofele si vede accreditato come “the world’s best horse stories creator”, insomma il meglio del meglio nel genere cavalli, e scusate se è poco. C’é anche, naturalmente, Giovanni Scolari, oltre a Pier Luigi De Vita, colui che creerà nel 1942 il surrogato italiano di Topolino, quel Tuffolino che ricalco’ all’inizio le vicende originali disneyane nel campo degli agenti di pubblicità e visse poi di vita propria terminando il suo ciclo proprio nell’ultimissimo numero del settimanale prima della sospensione. Le storie da esportare sono alcune delle più belle e riuscite apparse sul settimanale mondadoriano: da Gioietta Portafortuna, il cui soggetto era di Yambo, non dimenticato padre di Ciuffettino e di Robottino, ai due gioielli scritti da Zavattini, Saturno contro la terra, epopea fantascientifica che ha talvolta anticipato molti avvenimenti futuri e che costituiva un ottimo contraltare al lanciatissimo Gordon, e Zorro delle metropoli, a The Guardafui robbers – adventure in Somali-land in 1919, da cui discende tutta la splendida serie incentrata su Gino e Gianni, da Kit Carson, eroe controcorrente, anziano e calvo, a The Mistery of the Airport Z. è esportabile anche Will Sparrow, the pirate of modern time, violento e piuttosto duro, così come Ulceda, la turbolenta figlia del Gran Falco della prateria, e Saturnino Farandola, in cui De Vita sa bene interpretare le comiche ed imprevedibili fantasie avveniristiche di Robida. Ma il pezzo forte sono senz’altro Emilio Salgarìs famous adventure stories, nelle quali la straordinaria matita di Moroni Celsi riesce ad infondere nuova vita ed eccezionale plasticità alle indimenticabili figure di Tremal Naik, Sandokan e Yanez. Non a caso il pieghevole dedicato a Salgari è stampato in splendida quadricromia, ed è significativo che su di esso la consueta dicitura Edizioni Walt Disney – Mondadori, divenuta poi A.P.I. Anonima Periodici Italiani, sia coperta da quella applicata sopra S.A. Helicon, Milano, via Capuccini 2. è il fiore all’occhiello di tutta la produzione…” Questo breve scritto di Baccani metteva in rilievo il tentativo supportato da un buon apparato pubblicitario da parte della Helicon di far entrare i propri prodotti oltreoceano. Ora se qualcuno ci ha sussurrato che nei paesi dell’America Latina qualcosa si era visto (cosa? chi sa parli!) non si conosceva che fine avessero fatto questi supporti di buona rilevanza stilistica, se fossero, cioé , riusciti a far penetrare il fumetto italiano di qualità , quello di Zavattini, Pedrocchi, Scolari, Albertarelli & c. negli Stati Uniti.

Grazie all’intervento di un grande realizzatore del fumetto italiano, da sempre appassionato cultore della letteratura disegnata, Luciano Bottaro, veniamo a scoprire che almeno una di tali storie ebbe l’onore della stampa nella patria dei comics, Saturno contro la terra di Zavattini, Pedrocchi e Scolari. Infatti nel giugno del 1940 l’editore statunitense David McKay propose ai lettori un albo intitolato Future Comics, che rimase in edicola per 4 numeri sino al settembre prima di chiudere. Il sommario portava alla ribalta personaggi di grande interesse come The Phantom di Lee e Moore (nel n.1 si narrarono proprio le prime avventure del personaggio), Lone Ranger di Flanders e Little Nemo di W. McCay; ebbene tra questi eroi di indiscussa popolarità troviamo dal n.1 le storie di Saturn against the earth, che ebbero l’onore della copertina in almeno due numeri.
Altri personaggi targati Helicon hanno trovato casa nelle metropoli statunitensi? Francamente non lo sappiamo; pero’ confessiamo che vedremmo volentieri uno di quegli albi per capire cosa sia successo a Rebo e ai suoi “complici” in terra americana.

Questo articolo si trova pubblicato sul numero 57 di FUMETTO, la rivista trimestrale dell’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione), distribuita solo ai soci della medesima. Punto di riferimento degli appassionati di fumetti fin dal lontano 1971, FUMETTO è uno dei benefici di chi si associa all’ANAFI; infatti, ogni anno, oltre ai quattro numeri della rivista, vengono poi destinati ai soci almeno due volumi omaggio appositamente editi. Nel 2006, gli omaggi sono tre: Legione straniera di Hugo Pratt, Terre Gemelle – La fantascienza quotidiana a cura di Luciano Tamagnini e Luciano Bottaro: un sorriso lungo una vita a cura di Silvia Costa, Marco della Croce e Luciano Tamagnini
La quota sociale per il 2007 è di 75,00 euro (110,00 euro per l’estero). Per le modalità di adesione e di pagamento, visitare la home page del sito www.amicidelfumetto.it.

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *