Passeggiate

Passeggiate

Pierre Wazem Lizard Edizioni, 2004 - 68pp. B. b/n - 9,00euro

Passeggiate di Pierre WazemC’é uno strano processo che si cela dietro quell’esperienza autolesionista del bere e dello sbronzarsi. Una sorta di punizione nella quale cercare l’oblio, oppure nuove rivelazioni, in un onirico stato di bizzarra e instabile lucidità. Ci sono momenti in cui ci si sbronza come se si potesse così raggiungere uno stato mentale nel quale ci si possa più onestamente e spietatamente guardare dentro. Se foste un disegnatore e se decideste di raccontare di un vostro dopo-sbronza, probabilmente ottereste Passeggiate; o almeno, se voi foste Wazem.
Tutto comincia quando oramai sembra già iniziato, come giungere durante la proiezione di un film: manca un incipit vero e proprio, non sappiamo come arriviamo al punto, come ci ritroviamo con l’autore in una vasca, nella spoglia stanza da bagno che è la rappresentazione della sua psiche più profonda e personale, in compagnia di un pinguino con le orecchie che scopriamo essere il suo animale-cugino (o uccello-specchio). Per l’autore francese si tratta di un ritrovarsi davanti a se stesso, e ai suoi ricordi, con schiettezza. Anche se fa male, ma soprattutto sempre con la voglia di ridere di se.

Non so proprio perché dopo una sbornia solenne ho sempre voglia di andare a trovare mia madre, come se stessi per morire e volessi rivedere la sorgente della mia prima scintilla di vita.
O qualcosa del genere.

Wazem e il suo animale-cuginoUn viaggio nella memoria, dove si confondono e si riprendono ricordi reali e immaginazione, momenti fondamentali della sua vita e istanti minori. Usando come base di partenza i rapporti con la madre (e le sue orecchie da topo…) e con il padre, fino ai brevissimi incontri di cui la vita è disseminata, come quello fugace con una donna in aereo, Wazem arriva ad accettare la sua simbolica vasca vuota, lo strano pinguino, e quindi se stesso. Impara ad amarsi, semplicemente.
Un percorso fatto di dolorosi ricordi, eppure leggero e divertente, praticamente un flusso di pensieri dell’autore, che si permette di saltare dal tema principale ad altre digressioni, per poi farvi ritorno, di alternare scene e situazioni sospese tra realtà e sogno ad una narrazione introspettiva (la famosa vasca).
Disegnato con pochi e semplici tratti, lasciando molto spazio alle parole e giocando con la presenza e l’assenza degli elementi scenici, Passeggiate sembra in certe tavole più una bozza, un layout quasi, che un fumetto finito; senza riquadri, con i disegni che sembrano fluttuare sulla tavola bianca, il tratteggio irregolare, le forme abbozzate disegnate di getto, quasi a mostrare ancor di più la loro natura viscerale e spontanea; come se l’opera rispondesse principalmente a un bisogno interno e impellente, sfogato sul tavolo da disegno. Da notare, oltre a questo, alcuni usi efficacissimi del mezzo: di fronte alla preoccupazione della madre per il suo stato, Wazem mente sulle sue precedenti notti alcooliche: i suoi sensi di colpa vengono espressi con ritagli di foto di asini intenti a ripetere le sue bugie, mentre al contempo la sua immaginazione raffigura la verità, chiaramente impronunciabile di fronte alla madre, illustrandola con ampolle e brocche di vino, quadri di banchetti e voluttà.

Wazem mette tutto se stesso, e i suoi sentimenti, in queste pagine. Sa commuovere con un sorriso, sa fare male rendendoci partecipi di un doloroso ricordo per poi accantonarlo con la consapevolezza che, crescendo, anche i brutti ricordi si stemperano.
Un volume poetico, che si legge con partecipazione, e che arriva sul finire di 2004 caratterizzato dalla pubblicazione in Italia di tantissime opere autobiografiche, da Persepolis a Blankets; una tendenza che segue il gusto del pubblico, specie quello che meno segue il mondo del fumetto, che trova certo più facile vincere un certo preconcetto che ancora vige affrontando opere intimiste e mature. Ma anche una conferma di come il fumetto possa essere uno strumento importante e efficacissimo per raccontare se stessi, giocando sul doppio binario della comunicazione verso l’esterno, ai lettori, e una sorta di autoanalisi.

Riferimenti:
Lizard Edizioni – www.rizzolilizard.eu

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