Paperi – PaperUgo: il dolore dietro la maschera

Paperi – PaperUgo: il dolore dietro la maschera

I gemelli Marco e Giulio Rincione ci portano nel disperato mondo di PaperUgo, l'attore che interpreta Paperoga nelle produzioni Disney.

paperi-vol1-paperugoDopo Noumeno in coppia con Lucio Staiano e il recente Paranoiae, suo primo lavoro come autore completo, Giulio Rincione, questa volta con suo fratello gemello Marco (al suo esordio), inizia la pubblicazione dell’atteso Paperi, sempre sotto l’etichetta Shockdom.

Paperi è un progetto nato quasi per caso sulla pagina personale Facebook di Giulio, sulla quale questi si divertiva a creare illustrazioni che mostravano il lato nascosto e perverso dei personaggi dell’universo Disney.
Topolino, Paperino, Pippo e Pluto vi appaiono sinistri e depravati, versioni distorte di quelle forzatamente politically correct che siamo abituati a conoscere. Il forte feedback ricevuto sulla pagina ha convinto Staiano, direttore editoriale della Shockdom, a puntare sullo sviluppo del progetto, convincendo Rincione a creare una serie di albi dedicata a questi personaggi.

Nasce così PaperUgo, figura nella quale è immediatamente riconoscibile il simpatico e pasticcione Paperoga, protagonista di questo primo episodio, cui ne seguiranno altri due dedicati ad altri personaggi.

La prima tavola (realizzata in bello stile cartoon da Prenzy alias Francesco Chiappara) vede il famoso Paperoga felice e disteso, immerso nel mondo dai colori sgargianti nel quale solitamente si muove. Ma non è quello che sembra: il regista, un topo corpulento e prepotente, ferma le riprese e intima al papero di scendere dal set e andarsene; un altro giorno di lavoro è finito.

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Paperoga non esiste più, è solo finzione cinematografica e nella solitudine del suo camerino, dismessi i consueti abiti e tolte le due enormi lenti a contatto che gli conferiscono gli occhioni grossi e amichevoli, conosciamo PaperUgo, il “vero” papero.
È lui l’attore che interpreta il famoso papero Disney, il cugino ingenuo di Paperino, e lo specchio in cui si riflette ci restituisce la dura e amara realtà: un individuo ingobbito, fuori forma, con gli occhi pesti e tumefatti e completamente travolto da una profonda e logorante depressione.

Marco Rincione, autore dei testi e della sceneggiatura, inizia così il racconto del calvario che diventa il ritorno a casa del protagonista, incapace di reagire al senso d’inadeguatezza che lo imprigiona e preda di un panico irrefrenabile che non gli permette neanche le azioni più semplici come acquistare il latte nel supermarket.

Quelli creati da Marco sono testi duri, carichi di dolore e disperazione, in cui non si intravede speranza e dove si accavallano i pensieri sempre più confusi e terrorizzati di PaperUgo. Testi e riflessioni in cui, molto probabilmente, si ritrova un reale vissuto dello scrittore e uno dei sottotesti dell’opera, ossia il racconto, lo specifico di una delle malattie più subdole e diffuse di questi tempi tribolati: la depressione.

L’autore cerca di far capire quanto ci senta nudi e indifesi davanti alla paura paralizzante, al panico senza logica, sensazioni che difficilmente possono essere spiegate e razionalizzate a chi non le ha provate sulla propria pelle. Marco ci arriva davvero vicino però, sfogando su PaperUgo una somma di frustrazioni e di situazioni che gli permette di creare così alcune scene davvero belle e intense come quella delle monete che sfuggono di mano al protagonista nel minimarket e che ci mostrano drammaticamente tutta la fragilità di PaperUgo.

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Alla buona prova d’esordio di Marco risponde Giulio, autore in costante miglioramento e dallo stile elegante e virtuoso, con una serie di tavole di grande pregio e notevole impatto.
Alla toccante caratterizzazione di PaperUgo si aggiungono una serie di comprimari che vengono ben delineati da tratti incisivi e caratterizzanti, con disegni che passano dal simil-pittorico/acquerello a sovrapposizioni grafiche, oppure a un tratto più tradizionale, con colori che utilizzano una palette molto scura che riprende bene il mood dell’opera.

Il disegnatore dà comunque il meglio di sé nella rappresentazione del protagonista, che a differenza dell’originale mostra tratti molto più umani e organi genitali mai nascosti. Vederlo urinare sotto la doccia e provocarsi volontariamente il vomito per liberarsi dai suoi dolori fisici e mentali è davvero disturbante e provoca nel lettore dolore ed empatia verso lo sfortunato papero. Ottimo infine il lavoro sulla mimica e sulle espressioni facciali, sempre efficaci, in grado di trasmettere le sensazioni e gli stati d’animo di PaperUgo.

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Leggere PaperUgo è come ricevere uno schiaffo violento e fulmineo. È solo un attimo, non ti accorgi nemmeno che sta arrivando, rimane solo il dolore a ricordartelo.

Abbiamo parlato di:
Paperi #1 – PaperUgo
Marco Rincione, Giulio Rincione
Shockdom, gennaio2016
32 pagine, spillato, colore – € 3,00

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