I miti di Cthulhu: Breccia e Lovecraft, accoppiata terrificante

I miti di Cthulhu: Breccia e Lovecraft, accoppiata terrificante

Alberto Breccia dimostra perché è considerato uno dei massimi autori di fumetti di tutti i tempi con questi adattamenti di Lovecraft. Ma ci sono anche delle pecche.

Breccia I miti di Cthulhu-000 COVER 375PXIn occasione della riedizione di quest’opera, vi riproponiamo l’accurata analisi di Simone Rastelli, introdotta da un breve commento all’opera scritto ex-novo da Paolo Garrone.

Questo bel volume di ristampe edito da Mondadori nella sua collana a fumetti Oscar Ink mette insieme due giganti, due vertici delle rispettive arti: Howard Phillips Lovecraft e Alberto Breccia. Nel 1973, dopo una breve pausa dal fumetto, Breccia torna a disegnare e lo fa misurandosi con l’adattamento di alcuni dei racconti del Ciclo di Cthulhu, la più importante produzione dello scrittore di Providence. Ai testi Norberto Buscaglia, che ha il merito di sintetizzare efficacemente la prosa dei racconti di HPL senza appesantire troppo i testi ma ha anche la sfortuna di comparire al fianco di due simili giganti che quasi lo fanno passare inosservato, tanto che il suo nome non figura nemmeno nella copertina di questo volume. Ricordato com’è giusto l’apporto di Buscaglia, si può passare a concentrarsi sull’opera di Breccia. Di fronte al suo lavoro è difficile non cadere in puerili entusiasmi, facendo passare in secondo piano l’importanza del suo contributo all’arte del disegnare fumetti e del disegno in generale. Oltre a una tecnica sopraffina, che si esplica attraverso una magistrale padronanza dei mezzi del mestiere, emerge anche la capacità di evolversi continuamente, come si vede anche in queste storie che sono state realizzate nell’arco di un paio d’anni e manifestano una incessante e continua ricerca di nuove forme di espressione grafica. Tutto caratterizzato dallo sperimentalismo di Breccia, che gioca anche con i collage per ottenere effetti unici di chiaroscuro, in quest’occasione particolarmente adeguati a rendere le atmosfere cupe e opprimenti di Lovecraft, che ha sempre scritto racconti che non fanno spavento o fanno urlare ma piuttosto terrorizzano e creano ansia, facendo rannicchiare su se stesso il lettore. Così ha dichiarato il grande disegnatore argentino: “Non volevo offrire al lettore solo la mia visione: volevo anche che ogni lettore aggiungesse qualcosa di proprio, che usasse la base che gli ho fornito per vestirlo con i propri timori e le proprie paure.” Infatti i mostri, le orripilanti creature dalla lunghissima vita e dai nefasti propositi sono allo stesso tempo impressionanti, terribili ma filtrati quasi attraverso un annebbiamento della percezione visiva. L’effetto nebbia è del resto uno dei pezzi forti di Breccia, che ne fa un uso strumentale perfetto: i mostri esistono, sono agghiaccianti, ma indefiniti pur essendo presenze concrete grazie all’efficacia del segno, che arriva vicino all’astrattismo conservando efficacia realistica. Tutto questo riuscendo a conservare leggibilità: le tavole sono di una chiarezza cristallina, non richiedono nessuno sforzo nel seguire ciò che accade “in scena”. Come accennavo, è difficile non lasciarsi andare all’entusiasmo parlando di Breccia, ma la colpa è di un artista straordinario che ha creato capolavori unici, di valore assoluto e, forse, irripetibili.

IL VOLUME

Breccia I miti di Cthulhu-5 375PXI miti di Cthulhu raccoglie una selezione di racconti di Lovecraft, adattati, con l’eccezione de La ricorrenza, da Norberto Buscaglia.
Nella resa dei racconti proposti, Breccia mira a catturare ed amplificare le atmosfere dello scrittore statunitense: ossessive, cupe e claustrofobiche. A questo fine, Breccia impiega tutta la gamma delle tecniche pittoriche classiche, affiancando loro la composizione di materiali extra pittorici, quali fotografie e collage. Suo obiettivo dichiarato è quello di proporre immagini non meramente descrittive, bensì capaci di suggestione, come si evince da una sua dichiarazione: “volevo che ogni lettore vi aggiungesse del suo, che potesse utilizzare questa base informe che gli ho fornito per sovrapporci i propri timori, la propria paura“. Cifra inevitabile di questo lavoro, quindi, è prima di tutto il virtuosismo tecnico. Dal punto di vista narrativo, la composizione della tavola accompagna e si appoggia strutturalmente al testo dei racconti: è il testo che scandisce, attraverso citazioni letterali, il progredire degli eventi, il corrompersi delle atmosfere e le mutazioni dei personaggi. Il testo scritto è pervasivo, quasi sempre posto a didascalia; i dialoghi sono estremamente rari.

L’APPROCCIO

Breccia I miti di Cthulhu-27 375PXQuesto lavoro di Breccia mostra molti nodi del rapporto fra linguaggi: reinterpretare opere è sempre una sfida rischiosa: “volevo sapere se ero capace di disegnare ciò che Lovecraft descriveva“, conferma Breccia. La riscrittura di un’opera deve essere sempre da questa autonoma e deve avere il coraggio di estrarne il cuore pulsante, analizzarlo e trasformarlo secondo il nuovo linguaggio, senza preoccuparsi di tradirlo. La trasposizione nasce dal confronto fra l’immaginario degli autori coinvolti: come nelle traduzioni, chi riscrive deve scegliere il proprio obiettivo. Resa filologica o resa lirica? Nel secondo caso, si parla, più significativamente, di adattamento. Pensiamo, in altri campi, al rapporto fra il Do androids dream of electric sheep? di Dick e la sua resa cinematografica, il Blade Runner di Scott. Il regista scelse di tradire totalmente il romanzo, così che il film può considerarsi largamente una sua creatura, anche dal punto di vista della scrittura.
Breccia sceglie di seguire fedelmente Lovecraft: senza esagerare, possiamo considerare le sue tavole come illustrazioni del testo dello scrittore. Scrittore, fra l’altro, diventato di culto, nel tempo, proprio per la sua capacità di suscitare nel lettore visioni di mondi altri dal nostro. Il risultato finale è, quindi, una trasposizione dei racconti in forma grafica, che bada a non distaccarsi dall’originale.
In questo senso, confrontando l’opera di Breccia con i racconti di Lovecraft, possiamo senz’altro affermare che il maestro argentino ha centrato l’obiettivo.

LIMITI

Breccia ha riproposto Lovecraft, senza interpretazioni. Questo fa sì che la forza dell’opera compiuta sia, sostanzialmente, quella delle opere originali. E questo è il punto dolente, poiché i racconti qui proposti sono, al di là della loro fama, di qualità letteraria obiettivamente assai modesta. Detto in maniera meno drastica, sono racconti che non hanno superato l’esame del tempo. In particolare, Colui che sussurrava nel buio può ormai suscitare orrore solamente per quanto è scritto male. Purtroppo, Breccia non riscatta la farraginosità che nasce dall’assenza di drammatizzazione nelle vicende. I personaggi sono, dal punto di vista narrativo, inesistenti, né Breccia dà loro una maggiore fisicità: sono e restano degli io narranti. Il guaio è che, in genere, sono dei pessimi narratori. Decidendo di riproporre fedelmente Lovecraft, Breccia assume su di sé tutta la goffaggine dello stile dello scrittore. Esempio lampante è l’utilizzo del testo da parte di Breccia, che riproduce uno dei difetti maggiori della scrittura di Lovecraft: l’incapacità di suggerire. Lovecraft, nei suoi racconti, tenta di costruire il senso di orrore con l’uso reiterato di espressioni quali orrido, mostruoso, abisso di mostruosità, impossibile da descrivere e simili. L’effetto finale è quello di noia: Lovecraft implora il lettore di impaurirsi, un po’ come nella barzelletta del virus informatico albanese, che chiede gentilmente all’utente di cancellare lui stesso il contenuto del disco fisso del calcolatore. Breccia, dal canto suo, giustappone spesso i testi alla loro illustrazione, replicando l’incapacità dell’originale di suscitare qualsivoglia timore.

IN CONCLUSIONE

Breccia I miti di Cthulhu-109 375PXDa quanto sopra, si evince chiaramente che questo volume non deluderà né gli appassionati di Lovecraft né gli appassionati di Breccia. Per lettori che non rientrino in quelle categorie, questo lavoro di Breccia è senz’altro interessante dal punto di vista della ricerca tecnica pittorica. D’altra parte, il maestro argentino non riesce, o non vuole, aggiungere niente al lavoro di Lovecraft, così che il volume finisce per essere bello da sfogliare, per ammirarne le tavole; ma non da leggere, per gustare le storie.

Riferimenti:
Wikipedia su Lovecraft: Howard Phillips Lovecraft
Una scheda su Alberto Breccia: Fondazione Franco Fossati
La nostra recensione di Incubi di Alberto Breccia: Incubi (di Simone Rastelli)
Lo nostra recensione di Mort Cinder
Un articolo di Daniele Barbieri: Due incontri – Alberto Breccia e Will Eisner

Abbiamo parlato di:
I miti di Cthulhu
Alberto Breccia, HP Lovecraft, Norberto Buscaglia
Traduzione di Marco Cedric Farinelli
Mondadori Oscar Ink, 2021
128 pagine, cartonato, bianco e nero – 20,00 €
ISBN: 9788804744894

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