Magneto Testament: intervista a Carmine di Giandomenico

Magneto Testament: intervista a Carmine di Giandomenico

In questa inedita intervista con Carmine Di Giandomenico analizziamo il suo lavoro sulla miniserie scritta da Greg Pak che racconta le vicende di un giovanissimo Magneto incastonandole nello scenario della deportazione degli Ebrei.

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Come ti è stato presentato Testament? quale tipo di lavoro ti è stato prospettato al momento e cosa hai pensato davanti ad un progetto così impegnativo e per certi versi anche rischioso?
Il progetto di Magneto Testament mi è stato proposto dall’ editor big_carmine-di-giandomenicoWarren Simons, con il quale ho collaborato alla realizzazione di Battlin’Jack Murdock. E l’idea sceneggiata da  Greg Pak mi è piacuta da subito. Ovviamente è stata una bella responsabilità, ma prima di tutto una nuova sfida, affascinante da affrontare.

Come avete lavorato con sceneggiatore e supervisore nel realizzare Testament? Hai avuto una parte o voce in capitolo nel lavoro di rifinitura e definizione di sceneggiatura e tavola o ti sei trovato davanti ad una sceneggiatura molto dettagliata e definita?
La sceneggiatura di Greg è stata prima supervisionata dettagliatamente da Warren, quindi non ho avuto molto da dire sulla stesura, ma sono riuscito a far accettare l’idea di usare un’impostazione europea della pagina e non americana, con le sue sovrapposizioni di vignette che si vedono nelle versioni standard del comics statunitense. In questo modo abbiamo costruito una narrazione con uno stile che, per capirci, possiamo dire molto vicino a quello che in Italia è indicato come stile Bonelli.

test1Affrontare un tema così impegnativo e forte attraverso un lavoro su un supereroe e soprattutto un personaggio come Magneto poteva anche rischiare di portare molto fuori strada rispetto al tema strettamente supereroistico o di virare molto sul didascalico. Come reputi che si collochi quindi Testament sia come opera in sé che all’interno del Marvel Universe?
Come opera, credo che abbia un ruolo importante nel Marvel Universe, poiché per la prima volta si è scritto di un periodo importante della vita di Magneto. Greg Pak ha gettato delle basi intriganti e affascinanti, appoggiandosi su una documentazione storica dettagliata e credo che questo si possa considerare il primo tassello, una prima parte, delle origini di Magneto. In questa fase, il nostro personaggio viene messo a nudo e piano piano si iniziano a innestare i condizionamenti mentali, attraverso le tragedie che ha vissuto, e lui inizia a diventare il “criminale” contro la razza umana che tutti conoscono. Anche se “criminale” è una parola forte, quando in realtà forse è il più umano di tutti. E per questo che la ritengo un’opera che resterà a lungo nella time line della Marvel, sulla quale appoggiarsi per i nuovi sviluppi importanti della psiche di Magneto.

test2E come collochi questo lavoro all’interno del tuo percorso artistico?
È difficile rispondere a questa domanda, ma posso dirti che è stata una prova molto dura, dove ho dovuto inseguire le scadenze dettate dalle uscite mensili. Sicuramente è una prova che mi ha fatto capire che potrei essere pronto a lavorare su una serie regolare. Ma, a parte ciò, artisticamente è stato un punto di svolta per il mio stile, dove mi sono lasciato andare e ho usato una tecnica, nuova per le mie corde, basata sulle ombreggiature in scale di grigio. E dopo questa prima avventura, ho deciso di proseguire su questa strada, che sembra essere apprezzata (cosa molto più importante della propria gratificazione).

In una precedente intervista hai detto di avere usato pennarelli a tinta seppia per poi lavorarci con i toni di grigio. x-men-il-testamento-di-magneto-1275834615Ci puoi spiegare se e quali altri tecniche o strumenti in particolare hai utilizzato per le tavole di Testament?
Come detto sopra, Magneto mi ha dato la possibilità di reinterpretare (dicamo così), il mio stile.
Il primo passaggio è la realizzazione della pagine in bianco e nero, poi sull’originale inserisco le ombre con un pennarello di tinta seppia, che diluisco buttandoci sopra l’acqua. Una volta asciugata, la pagina viene scansionata in RGB. Da li tiro su solo il nero attraverso Photoshop, in maniera da dare più corpo al tratto nero del disegno senza intaccare il colore seppia. Una volta finito questo passaggio, trasformo la pagina dalla modalità RGB in scale di grigio, e inserisco alcuni dettagli di ombre in digitale per separare meglio i piani, in maniera che il colorista possa avere una guida più chiara sul colore da stendere successivamente sulla pagina. Questa scelta stilistica è stata pensata appositamente dopo aver letto le sceneggiatura di Greg. E avendo una trama che si svolgeva proprio nel periodo dell’Olocausto, mi è sembrato più appropriato affrontare le pagine in questa maniera, ottenendo delle tavole che potessero ricordare i vecchi video giornali dell’isituto luce di quegli anni.

C’è stato qualche elemento particolarmente rilevante della sceneggiatura o della storia che hai ritenuto particolarmente importante da rendere a livello grafico? Se si, quali accorgimenti hai usato per caratterizzare questi aspetti?
Tutta la trama di Greg è piena di momenti rilevanti. La cosa sulla quale ho cercato di concentrarmi è stata quella di far riuscire a far parlare gli occhi dei personaggi (lo so che adesso sembro esagerato). Ho pensato che i personaggi, oltre ai dialoghi di Greg, dovessero avere uno sguardo che potesse raccontare qualcosa che andasse oltre quello che il lettore potesse leggere. Ad Auschwitz, Magneto si ritrova solo e certamente vede e vive esperienze che vanno oltre a quanto raccontato da Greg. La mia è stata una grossa pretesa, e spero che il lettore l’abbia colta e compresa.

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Abbiamo parlato di:
X-Men: Magneto. Testamento
Greg Pak, Zeb Wells, Carmine Di Giandomenico, Matt Hollingsworth, Marko Djurdjevic
Panini Comics
128 pagine, brossurato, colori – 18€
ISBN 9788863464146

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