Largemouths: il doloroso documentario della vita

Largemouths: il doloroso documentario della vita

Con "Largemouths" Gabriel Delmas ci trascina in un viaggio muto di quasi settecento pagine negli orrori degli albori della vita.

copertina_largemouthsLargemouths di Gabriel Delmas è una storia del mondo, un inquietante racconto sulle origini e il significato della vita.
Delmas ambienta la vicenda in un paesaggio primigenio di un tempo remoto e precedente alla nostra preistoria, mettendo in scena una realtà ancestrale, popolata da gnomi, folletti, creature scheletriche, giganti, centauri, dinosauri mutanti, e altri strani e indefinibili soggetti.
I Largemouths, ultimi esseri colossali, sono in lotta fra loro, e in questo scenario fanno la loro comparsa i primi antenati dell’essere umano.

Questo ambiente primitivo è dunque saturo di creature primordiali che errano senza sosta, senza un fine, vagabondano confuse tra la frenesia momentanea scatenata dal desiderio sessuale alla vista di un essere dell’altro sesso, la lotta superflua contro un loro simile, e l’abbandonarsi in danze macabre e disperate di morte e follia. Sullo sfondo di questo perenne conflitto vi è l’avvicendamento delle generazioni e delle specie l’una con l’altra, con la sopravvivenza non sempre del più forte, ma forse del più fortunato o assennato.

Delmas produce un’opera mastodontica, quasi 700 tavole totalmente mute: non ha bisogno di spiegare questo viaggio contemplativo nel nulla più puro, deve solo documentare. Il risultato è una vera e propria poesia a fumetti.

L’opera è ispirata da una singola fascinazione che l’autore ha poi sviluppato nelle sue implicazioni: Saturno che divora i suoi figli di Francisco Goya. Un dipinto oscuro, che rappresenta uno degli atti di violenza più antichi che i viventi conoscano: l’omicidio e la fagocitazione dell’altro. Saturno, spaventato da una profezia che avrebbe visto uno dei suoi figli annientarlo, li mangiava appena nati, in una sorta di catena, un terrore cieco dell’avanzamento delle generazioni future e dell’essere sostituiti.

gg525Gli sfondi naturali, che insistono spesso su lunghe inquadrature di elementi ambientali come rocce, rivi e nuvole, appaiono muti e imparziali, seppur Delmas ci tenga a focalizzarsi sul loro divenire, sulla vita di questi elementi: cieli instabili, nubi in continuo avvicendamento, piante e funghi che si evolvono vorticosamente.

Una ballata insensata, una coesistenza che non ha alcuna spiegazione razionale e alcun senso. La vicenda si sviluppa in maniera totalmente casuale, atomistica, ed è intrisa da toni cupi e disturbanti: tutte le creature hanno sul volto una perenne espressione contrita, addolorata, malata ed isterica, in questo viaggio che è il nonsenso dell’esistenza, carica di follia e horror vacui. Il tutto si conclude con la risata fragorosa e irrazionale di alcuni gnomi, che sembra a metà strada fra l’acquisto di consapevolezza, l’arresa e lo scherno.

Il tratto è sporco e sghembo, e le figure abbondano di segni. L’autore ovvia alla mancanza della parola con intelligenti soluzioni grafiche: le espressioni sono caricate e vivide, e i movimenti e gli atti vengono sottolineati spesso dalla scomparsa degli sfondi, non sono rare infatti le tavole in cui viene rappresentato unicamente un gesto, un dettaglio, un corpo in movimento, isolato da tutto il resto e posto su un fondale totalmente bianco, quasi metafisico, per caricare di pathos la scena.
Delmas dimostra inoltre una grande consapevolezza delle anatomie dei corpi, che vengono mostrate in tutta la loro massiccia poderosità nelle lunghe danze dei giganti.

Largemouths è dunque un’esperienza sensoriale, rafforzata dalla scelta realistica dell’autore di escludere l’uso della parola, e dal totale predominio straniante del caos. Una rappresentazione orrorifica e originale del dramma vuoto e indeterminato dell’esistere.

Abbiamo parlato di:
Largemouths
Gabriel Delmas
Hollow Press, settembre 2015
688 pagine, brossurato, bianco e nero – 29,00 €

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