Kappa Boys, da Star Comic a Giochi Preziosi, nel segno del manga

Kappa Boys, da Star Comic a Giochi Preziosi, nel segno del manga

Con Andrea Baricordi, in veste di portavoce dei Kappa Boys, abbiamo posto l'accento sul termine dei loro rapporti con Star Comics e sulle prospettive della GP Publishing.

La nascita di un nuovo editore e’ sempre un evento degno d’attenzione, specie se l’editore fa capo a una delle societa’ d’intrattenimento piu’ floride d’Italia. Il lancio di GP Publishing, ramo fumettistico della Giochi Preziosi, e’ apparso ancora piu’ importante per la scelta di professionisti affermati come Francesco Meo, direttore editoriale, e i Kappa Boys, tra i protagonisti della diffusione dei manga in Italia, responsabili del settore giapponese. Scelte che evidenziano le ambizioni deni della nuova realta’ editoriale. Con Andrea Baricordi, in veste di portavoce dei Kappa Boys, abbiamo posto l’accento sul termine dei loro rapporti con Star Comics e sulle prospettive della GP Publishing.

Da Star Comics a Giochi Preziosi. Un passaggio per certi versi “epocale”, che segna la separazione con l’editore che più di tutti, assieme a Granata Press, ha creato il fenomeno manga in Italia. Come si è verificato questo divorzio e la conseguente collaborazione con GP? In particolare, visto che si sono diffuse le voci più disparate, quali sono state le tempistiche?
Be’, grazie per l’epocale, anche se mi pare un po’ esagerato. In questo periodo, soprattutto, si sono verificati eventi ben più epocali di quello che – tutto sommato – è poco più che un trasloco. Comunque, come è andata, è presto detto. Di rientro dalla scorsa Lucca Comics & Games 2008, Kappa e Star Comics si sono confrontate sugli obiettivi e sulle prospettive. Dopo qualche settimana di considerazioni, abbiamo dovuto constatare che la divergenza di opinioni su fattori considerati fondamentali da entrambe le parti non avrebbe portato risultati positivi, e così alla fine di novembre ci siamo salutati.
A quel punto nell’ambiente si è diffusa la notizia della separazione, e così Kappa ha ricevuto un paio di offerte di collaborazione molto interessanti da due direzioni molto diverse. Abbiamo scelto quella che si trovava più in linea col nostro modo di pensare, e che offriva maggiori possibilità di diffusione del fumetto giapponese, specie in un momento in cui avevamo la sensazione che fosse proprio l’abitudine a portare il manga a una flessione di popolarità, cosa che avrebbe portato entro breve alla nascita dell’ennesima sotto-nicchia editoriale.
E così, già all’inizio del 2009, eravamo lì a progettare un piano editoriale manga per un nuovo editore, GP Publishing.
Alcuni scherzano sul fatto che ce ne siamo “andati di casa” dopo 18 anni, e in effetti la coincidenza è curiosa e perfino azzeccata. Sembra quasi che il service editoriale legato a Kappa sia diventato ‘adulto’ e abbia deciso di non rimanere per sempre sotto lo stesso tetto. Chissà, magari è proprio così, ma se è avvenuto, è stato a livello inconscio: forse non ci tenevamo a diventare dei “bamboccioni”, come disse un certo ministro qualche anno fa, riferendosi a persone abbondantemente adulte che continuano a vivere sotto il tetto materno per tutta la vita.
Scherzi a parte, come si è visto, è filato tutto liscio sia per una parte, sia per l’altra. Penso che ci possiamo dichiarare entrambi soddisfatti e proseguire nei reciproci percorsi come semplici buoni concorrenti.
Dopotutto, l’anno scorso è stato un periodo di grandi cambiamenti, per quanto ci riguarda, e la stessa Kappa Edizioni si era separata dal precedente distributore per poter essere meglio diffusa anche nelle fumetterie. Dato che abbiamo ottenuto buoni risultati, dal 2010 riprendiamo finalmente a produrre, dopo aver passato tutto il 2009 a riproporre il nostro catalogo.
A volte le separazioni fanno bene, non vanno viste solo come eventi ‘drammatici’, bensì come indice di cambiamenti. E i cambiamenti portano all’evoluzione, che è sempre una cosa positiva. Ricordi la nostra separazione da Granata Press, all’inizio degli Anni Novanta? Sembrava chissà che, ma poi tutti si sono abituati all’idea: Granata continuò a operare secondo il proprio metodo, noi secondo il nostro. Suppongo che avverrà questo anche stavolta. Mi sembra naturale e, appunto, tutt’altro che epocale.

Conoscete chi si occuperà del settore manga Star Comics dopo di voi? Che consigli sentite di dargli?
Sì, li conosciamo ovviamente. Non penso che abbiano bisogno di ulteriori consigli, visto che mi pare sappiano benissimo quello che stanno facendo. Inoltre una larga fetta di loro è stata ‘svezzata’ proprio da noi, quindi ritengo che i lettori Star possano stare tranquilli sulla qualità del lavoro.
Più che consigli, vorrei approfittare dell’intervista per una richiesta pubblica: sarebbe apprezzabile da parte loro chiarire che l’incidente legato a One Piece 51 non fu generato dai (bravissimi e collaudatissimi) Emilio Martini e Vanna Vinci, bensì dai loro nuovi collaboratori (la parte che non ho mai avuto il piacere di conoscere). Sarebbe stata sufficiente una semplice errata corrige – nei numeri successivi di One Piece, o anche nell’edizione riveduta e corretta dello stesso volume 51 – che chiariva che quegli errori di traduzione e di adattamento non erano responsabilità dei ‘nostri’ Martini & Vinci. Così, invece, due professionisti noti in Italia e all’estero si sono visti riversare addosso colpe non loro. Mi scuso ancora se approfitto dell’intervista per fare questa richiesta accorata, ma credo sia doveroso nei confronti di due collaboratori che hanno sempre fatto il proprio lavoro nel migliore dei modi.

Star Comics ha perso voi e Capone a stretto giro. L’impressione è di un ridimensionamento in corso; come vedete il futuro della casa editrice?
Radioso, come sempre. Ho decantato per anni i pregi di Star Comics, e non me li rimangio di certo ora solo perché adesso siamo concorrenti. Riconfermo tutto quello che ho sempre detto: una struttura leggera e dinamica, a conduzione familiare, e con tipografia annessa, può permettere di assorbire i peggiori scossoni del mercato e destreggiarsi nel mare in burrasca, come è sempre avvenuto in questi anni. Se Star saprà continuare a focalizzarsi su questi elementi, ha tutte le carte in regola per rimanere sul mercato altri diecimila anni.

Già da tempo si era visto da parte di Star Comics la rinuncia a titoli e autori “storici”, basti pensare a Ken il Guerriero o City Hunter, oppure ad Adachi, pubblicati da altri editori. Un segnale di “resa”, per certi versi, o una scelta ponderata di fronte a una concorrenza più forte?
Non essendo più parte di Star Comics, non sarebbe corretto da parte mia parlare delle politiche interne della casa editrice. Posso dire solo la mia personale impressione: un conto è perdere titoli come Ken il Guerriero o City Hunter nei conflitti tra editori (e sia chiaro che parlo di editori giapponesi, non italiani), un conto è perdere buoni titoli perché si decide che un certo autore o un certo genere “non vendono”, senza considerare le opere singolarmente per il loro valore intrinseco. Operare in questo modo costringe lo staff che opera per l’editore a selezionare titoli solo presso alcune case editrici giapponesi e solo alcuni generi, e alla lunga diventa restrittivo, oltre che monotono. Insomma, bisogna essere aperti anche a qualcosa di diverso dai soliti standard, non solo cercare di consolidare la propria posizione attraverso i successi raggiunti in passato. Ma, ovviamente, potrei anche sbagliarmi: il mio metro di giudizio è probabilmente contaminato dal fatto che sono contemporaneamente editore, editor, consulente, scouter e (in minima parte) autore. Per cui, prendetemi con le pinze (ma senza farmi male, che aborro il dolore fisico).

Le voci su un ingresso importante nell’editoria girava da tempo, e anche tu in particolare seminavi indizi: si riferivano a GP?
No, non si riferivano a GP Publishing: abbiamo saputo di questa nuova realtà editoriale proprio durante gli ultimissimi giorni del 2008. Nelle mie cassandresche profezie, parlavo (e parlo tutt’ora) di “alieni”, di gente “che viene da fuori”. Probabilmente ormai avete visto tutti cosa sta succedendo: il Giappone si sta interessando sempre più da vicino all’Europa, dopo essere passato per gli Stati Uniti. Nel frattempo, colossi come Disney e Marvel si comprano e si fondono, mentre altri mutano ragione sociale per fare cose diverse, e magari farsi comprare a loro volta.
E’ tutto in perenne movimento. Non bisogna guardare queste mutazioni singolarmente, ma tenerle tutte presente in contemporanea. Solo così inizieremo a intuire quello che avverrà nei prossimi anni sul fronte dell’intrattenimento legato al cinema e ai fumetti. Sempre che nel 2012 non finisca davvero il mondo: nel qual caso, buonanotte ai suonatori.

Cosa significa l’ingresso di una forza (economica, distributiva e non solo) come quella di Giochi Preziosi per gli equilibri editoriali?
L’ingresso di GP Publishing è già stata per molti uno sprone a ‘rianimarsi’, a fare nuove considerazioni, a smettere di rimanere adagiati sugli allori del passato. GP Publishing ha un piano preciso per vedere cosa possono ottenere i manga dentro e fuori ai normali canali distributivi, per saggiarne le potenzialità a tuttotondo, non solo verso chi li conosce già. E’ stato questo uno dei fattori che ci ha stimolato a entrare a far parte della nuova banda. Anche noi avevamo voglia di rimetterci un po’ in gioco con titoli ‘a sorpresa’, per la maggior parte sconosciuti esattamente come quelli che proponemmo – usciti da Granata Press – attraverso Star Comics: all’epoca tutti si chiesero «Ma che diavolo è ‘sto Video Girl Ai? E una rivista di fumetto giapponese, “Kappa Magazine”? Nessuno compra riviste, men che meno con fumetti sconosciuti e giapponesi… E quest’altro che è? Le Bizzarre Avventure di JoJo? E’ una copia di Ken il Guerriero! Fumetti per femmine? Lo sanno tutti che le femmine non leggono I fumetti…» e via così.
Ora per noi è come essere tornati in quell’importante momento. Molti dei titoli che proponiamo sono pressoché sconosciuti al vasto pubblico, ma nonostante questo alcuni hanno già sfondato. Abbiamo ritrovato il nostro spirito pionieristico, anche grazie al fatto che GP Publishing ci lascia spaziare fra generi, case editrici e autori, senza divieti o imposizione. Spero che questo possa essere fonte d’ispirazione anche per altri editori, specie quelli più grossi e con mentalità aziendalistica. Forse proprio in questo senso, l’intervento di GP potrà cambiare gli equilibri, ma questo non saremo noi a determinarlo, bensì (com’è ovvio) i lettori.

GP Publishing parte in maniera molto decisa, con decine di titoli e autori per crearsi rapidamente uno spazio in edicola e fumetteria. Le risorse economiche e distributive della GP vi permettono di lavorare con maggiore “spregiudicatezza” e una base più solida, magari di rischiare di più?
Non direi. Ogni scelta va fatta oculatamente. Il fatto che GP ci permetta di spaziare tra generi e autori significa grande fiducia, ma poi noi dobbiamo anche produrre risultati. Se, su una quindicina di titoli, uno o due zoppicassero, suppongo che non sarebbe un dramma. Se però avessimo strutturato un piano editoriale senza tenere anche i piedi ben saldi a terra, suppongo che qualcuno verrà prima o poi a bussare alla nostra spalla chiedendo spiegazioni. Un investimento economico non può mai essere spregiudicato. Inoltre, la neonata divisione manga di GP Publishing deve camminare su gambe proprie e con il proprio budget. Per inciso, nessuno butterebbe mai dalla finestra i profitti ottenuti coi Gormiti o i Cuccioli Cerca Amici (pubblicazioni GP Publishing con vendite di gran lunga superiori a quelle di qualsiasi manga pubblicato in Italia – teniamolo sempre presente) per avventurarsi in un campo minato e affollato come quello del manga, se prima non ci fosse un piano serio alle spalle.
Dunque, si può tranquillamente considerare GP Publishing (divisione manga) una ‘nuova casa editrice’ con molti obiettivi e molta voglia di fare.

Portate in dote diversi titoli e autori già proposti da Star Comics. Un atto di concorrenza significativo, all’esterno interpretabile quasi una dichiarazione di “guerra” con il vostro vecchio editore.
Quello che portiamo a GP sono i nostri gusti personali, qualcosa che è pressoché impossibile da cambiare, e la nostra esperienza. Abbiamo presentato noi titoli, autori e personaggi a Star Comics per diciotto anni, e Star Comics decideva poi se pubblicarli o meno. Magari, su alcuni abbiamo dovuto insistere un po’ di più (come nel caso di Cesare, che inizialmente veniva considerato un titolo troppo rischioso), ma nella maggior parte dei casi siamo riusciti a portare alla pubblicazione molti best seller che oggi tutti conoscono, e anche qualcuno che a livello di vendite non ha funzionato (vedi i comunque ottimi Tetsuwan Girl o Manga Bomber).
Dunque, nessuna guerra. Au contraire: per un altro annetto abbondante Star Comics si potrà avvalere dei progetti e dei programmi editoriali ‘made in Kappa’, cosa che in un certo senso svantaggerà proprio noi, che invece abbiamo dovuto mettere insieme un piano editoriale nuovo di zecca per GP Publishing, e ripartire letteralmente da zero. La cosa curiosa è proprio questa: dal settembre 2009 e per tutto il 2010 saremo praticamente concorrenti… di noi stessi. Da un punto di vista prettamente editoriale, ci saranno in campo contemporaneamente una ventina di mensili Star e una quindicina di mensili GP, tutti generati da nostre scelte recenti o meno recenti.
Man mano che ci si avvicinerà al 2011, i titoli da noi scelti per Star inizieranno a decrescere, e con loro suppongo anche gli autori da noi scovati e proposti negli anni addietro (con la naturale conclusione di alcune serie). E’ naturale e logico: da quel momento in poi, Star inizierà a basarsi sui propri gusti e sulle proprie informazioni, per cui le due linee editoriali – che inizialmente saranno per ovvie ragioni un po’ simili – inizieranno a incamminarsi per due strade molto differenti.
Lo stesso dicasi per cose come l’aspetto esteriore degli albi: abbiamo lasciato a Star gli impaginati, i logo, la linea grafica degli albi da noi creati per loro, in modo da permettere l’uniformità ‘visiva’ dei serial in corso. Ma già a partire dall’autunno 2009 la linea grafica di tutte le nuove serie di Star sarà creata dal loro staff, e quindi lo stile generale tornerà quello ‘classico’ che Star ha sempre utilizza su tutte le altre pubblicazioni. italiane o americane che fossero.
Noi, invece, proseguiremo con la nostra linea grafica, sia per un fattore di identità, sia perché… come dire… “siamo proprio noi”, e quindi abbiamo questo modo di fare. Può piacere o no, per carità, ma è così.
In breve: se un cantante cambia gruppo musicale, potrà anche gorgheggiare brani differenti, ma non può certo cambiare la sua voce. E se un autore di fumetti cambia editore, non realizzerà di sicuro la stessa identica storia, ma il suo stile di disegno e narrativo rimarranno quelli, magari evolvendosi negli anni. That’s all, folks!

Pensando alla linea madre di Giochi Preziosi, viene spontaneo chiedersi quali sinergie potranno crearsi tra i fumetti e giocattoli, action figures ecc…
Non posso ancora anticipare nulla, ma molte operazioni sono già in corso. Già solo il fatto che GP possa operare internamente alcune co-promozioni che prevedono “manga più gadget” legati allo stesso personaggio (in quanto ne acquista le licenze anche per giocattoli e merchandise vari), la dice lunga sulle potenzialità. Fino all’anno scorso erano gli altri editori a chiedere al gruppo Preziosi i ‘regalini’ da allegare ai propri albi: se da oggi queste operazioni avvengono ‘in casa’ dell’editore stesso, tutto sarà più agile, e i risultati saranno probabilmente migliori.
I canali distributivi alternativi sono già in fase di sperimentazione, e si è partiti da quello più vicino e massacrato: l’edicola. Questa estate sono usciti – primi fra tutti – Mermaid Melody e Twin Princess, ma molti lettori abituali di fumetto non se ne sono nemmeno accorti. Motivo? Erano distribuiti in un settore dell’edicola in cui appaiono solo le pubblicazioni per un pubblico giovanissimo. Con questi siamo andati a sondare se fra quei giovani lettori di magazine colorati e pieni di gadget, ce n’era qualcuno interessato ai manga. E, a quanto pare, qualcuno ce n’era davvero, per giunta inconsapevole dell’esistenza del fumetto nipponico. Questo tipo di lettore lo faremo crescere con noi, e lo porteremo a leggere anche fumetti di altro genere, facendogli probabilmente scoprire un mondo tutto nuovo. Nel frattempo, qualcuno avrà già notato la presenza dei manga GP in alcuni supermercati, e presto sarà possibile trovarli anche nei negozi di giocattoli. Per il futuro le idee non mancano di certo. Intanto pensiamo al lancio vero e proprio: come tutti, per ora si punta alle fiere autunnali, nello specifico a Romics e Lucca. Al resto ci penseremo dopo aver superato il periodo fieristico, magari con la seconda infornata di novità che dovrebbe arrivare tra l’inizio del nuovo anno e la relativa primavera.

E’ già stato annunciato il primo titolo non giapponese della GP, il recupero di una serie italiana edita precedentemente da Star Comics (ancora lei!), quel Morgan di Capone (ancora lui!) e Ortolani. E’ il preludio ad accogliere con voi un altro ex-Star Comics come Capone?
La competenza di Kappa è legata al settore nipponico di GP Publishing. Certo, siamo partecipi di qualsiasi nuova realtà si venga ad aggiungere, specie se coinvolgono nomi come quelli di Ade, che ormai conosciamo da una vita, e di Leo, di cui siamo affezionati lettori e saltuariamente ‘amici di tastiera’. Per cui, dal nostro punto di vista, ben venga tutto: come si suol dire, “flettiamo i muscoli, e siamo nel vuoto”.

La GP Publishing sta già pensando a scendere in campo con produzioni italiane autonome? E per quanto riguarda altre scuole fumettistiche, come quella americana o francese, ci sono idee in proposito?
Per quanto ne so io, sì. Ma lascerò che sia GP stessa a diramare gli annunci ufficiali. Io ‘corridoieggio’ solo sui manga, e in generale lo faccio attraverso qualche indovinello/rebus sul mio blog capitan-barikko.blogspot.com per cui tutto Absolutely-Non-Official. Sono da sempre molto cauto sugli annunci editoriali e – come ripeto da anni – “finché non vedo una firma in nero su bianco in calce al contratto, io non ci credo”.

L’offerta di fumetto è ormai più che abbondante: che ricetta intendete seguire per non perdervi in questo mare di uscite di alterna qualità?
L’unica possibile: 33% di sensibilità personale, 33% di ricerca, 33% di esperienza. Più un 1% di totale incoscienza (ma che non si venga a sapere).
A parte questo, abbiamo puntato su tipologie differenti di storie pensando a lettori molto diversi fra loro. Chi leggerà Kiss & Never Cry probabilmente non seguirà Blazer Drive, e allo stesso modo chi seguirà Sonata del Vento difficilmente sarà interessato a Exaxxion. Allo stesso modo, il pubblico di Blazer Drive non coinciderà (se non in microscopica parte) con quello di Exaxxion, e lo stesso dicasi per il ‘confronto’ tra il pubblico di Sonata del Vento e quello di Kiss & Never Cry. Questo discorso lo si potrebbe fare praticamente su tutto il piano editoriale manga di GP Publishing. L’unico modo per non otturare definitivamente un mercato già abbondantemente intasato è quello – anche se sembra di dire un’ovvietà – proporre fumetti interessanti, e mirare a tanti tipi di pubblico diversi (per età e per gusti). Speriamo di esserci riusciti.

A volte l’impressione è che si raschi un po’ il fondo del barile, con fumetti poco originali e di scarsa qualità. Un’opinione troppo cattiva?
No, tutt’altro. L’unico problema è che – nella maggior parte dei casi – sono proprio quelli lì che vendono molto bene (in generale perché sono ‘facili dal leggere’, e attirano anche il pubblico che normalmente non legge fumetti) e tengono ben saldo in piedi un editore. L’importante è che per ogni super-mega-best-seller (che non metterei tutti tra la raschiatura di barile, ovviamente) si faccia di tanto in tanto anche qualche esperimento o si sostengano autori validi ma poco popolari (che magari potrebbero divenirlo, e quindi lavorare sul futuro). Così, tanto per ristabilire le proporzioni tra lo yin e lo yang editoriale. E per dare una rinfrescata. Insomma, non si vive di sola Nutella: per quanto sia buona, ogni tanto è meglio cambiare, e magari mangiarsi una bella insalatona rinfrescante.

Puoi provare a descrivere i primi fumetti GP proprio in relazione al tipo di lettore a cui può essere maggiormente indirizzato per gusti e genere?

In merito ai differenti tipi di pubblico, è presto detto. Abbiamo pensato “alla giapponese”, puntando ad avere titoli sia per maschi, sia per femmine (come abbiamo fatto per gli ultimi diciotto anni, per altro), ma cercando di sviluppare questo discorso anche in “altezza”. Significa che abbiamo cercato di pensare anche a lettori di tutte le età. Te li metto in ordine, a partire dal target più giovane, fino a quello più maturo.

TWIN PRINCESS
MERMAID MELODY
BLAZER DRIVE
MONSTER HUNTER ORAGE
PSYCHO BUSTERS
SHADOW SKILL
SONATA DEL VENTO
CLUB PARADISO
LABYRINTH
BREAK BLADE
EATER
THREE
ALIVE
LA SPADA DI PAROS
EXAXXION
KISS & NEVER CRY

Tieni presente che per alcuni versi, ci sono titoli che andrebbero scambiati fra di loro sulle intenzioni dell’autore, o sul tipo di rivista che li ha pubblicati in Giappone. Per l’Italia, questa è invece una scaletta abbastanza precisa, che tiene conto anche della difficoltà di lettura di un titolo, oppure se si tratta di un classico, e di tutta una serie di micro-fattori che abbiamo delineato in moltissimi anni. Qualcuno si scandalizzerà a vedere certi titoli infilati nella fascia “giovane” e altri in quella “adulta”, ma per l’appunto si parla del tipo di pubblico che in Italia segue solitamente quelle tipologie. Poi, ovviamente, se un quarantenne vuole leggersi TWIN PRINCESS e un quindicenne KISS & NEVER CRY, nessuno glielo vieta, anzi!
L’altra mediazione viene fatta pensando non solo allo stile generale o al target ufficiale di riferimento, ma anche al tipo di scenario in cui si svolge la storia, e alla quantità di elementi “per adulti” che potrebbero apparire di tanto in tanto nel corso della serie. Per esempio, anche se LABYRINTH in Giappone è pubblicato sulla stessa rivista di PSYCHO BUSTERS, abbiamo tenuto conto del fatto che il protagonista indaga su omicidi misteriosi e truculenti, cosa che va ben al di là delle scene simil-horror di PSYCHO BUSTERS. Lo stesso dicasi per SHADOW SKILL, che pur essendo
un titolo legato alla rivista semi-adulta “Afternoon”, per un pubblico italiano ha caratteristiche più simili allo shonen (benché sia più complicato da leggere). E c’è un divario così grande fra BREAK BLADE ed EXAXXION perché – nonostante entrambi parlino di guerre ‘vere’ con i robot giganti – la prima tratta l’argomento da un punto di vista intimistico (amici e compagni di accademia che si trovano a dover combattere fra loro perché ora appartengono a due fazioni contrapposte), mentre il secondo, condito di scene molto violente e/o sexy, lo racconta con toni freddi e distaccati, quasi documentaristici (una guerra mediatica in cui i buoni e i cattivi si comportano allo stesso modo).
Devo dire che è stato abbastanza faticoso riuscire a partire con un panorama già così variopinto, ma nei prossimi mesi, se non avremo brutte sorprese all’ultimo secondo, lo amplieremo ulteriormente. Non tanto in quantità (per i primi tempi rimarremo sulle quindici testate mensili), ma in varietà.

Puoi anticiparci qualcosa sui nuovi titoli che lancerete dopo questi?
Per le anticipazioni, come mio solito, attendo firme su contratti, sennò non parlo!

Riferimenti:
GP Publishing, il sito: www.preziosicollection.com
Kappa Edizioni, il sito: www.kappaedizioni.it
Star Comics, il sito: www.starcomics.com

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