John Doe # 11 – Quando il metafumetto è provocazione

John Doe # 11 – Quando il metafumetto è provocazione

Roberto Recchioni si confronta con se stesso, con la sua creatura e con la sua carriera, e decide di farlo direttamente in un numero del suo fumetto, guardandosi allo specchio e vedendoci riflesso John Doe.

Stephen King afferma che molti suoi romanzi convergono per temi, situazioni e personaggi verso un unico centro, la sua saga fantasy La Torre Nera.
In senso lato si può dire che la Torre Nera di Roberto Recchioni è John Doe, una serie a fumetti creata insieme a Lorenzo Bartoli nel 2003 che, nel suo piccolo, ha dato una scossa al mercato fumettistico italiano con un protagonista sopra le righe e dall’atteggiamento lontano da quello dei classici eroi. In quel personaggio sbruffone, dannatamente sicuro di sé e atipico si rivedono molte delle caratteristiche di Recchioni, che vi ha riversato molto del suo carattere e dei suoi gusti, facendo diventare la testata pubblicata dall’Eura Editoriale – ora Editoriale Aurea – la sua opera più personale (anche se pure il collega Bartoli ha avuto modo di metterci del proprio).
I parallelismi con la saga di King non finiscono qui, anzi esplodono nell’undicesimo albo della quarta stagione che fa del meta-fumetto il cuore della storia. Come Stephen King a un certo punto diventa personaggio della sua saga, interagendo con il protagonista da lui inventato, ecco che lo stesso capita a Recchioni, Bartoli e Mario Uzzeo (terzo sceneggiatore entrato nella squadra a partire dalla quarta stagione).

John Doe sa di essere un personaggio inventato e decide di sfruttare i suoi poteri per infrangere la quarta parete e per raggiungere i suoi creatori, di modo da poterli affrontare e punirli per tutte le disavventure che gli hanno fatto vivere, togliendogli di fatto la libertà delle sue azioni.
Per Recchioni è l’occasione per ripercorrere tutta la storia editoriale del personaggio, dalla genesi dell’idea fino alla crisi della terza stagione narrativa, per arrivare alla chiusura dell’Eura e alla nascita dell’Aurea, con annesso ritorno in grande stile della testata.

For Fans Only è il titolo dell’albo, e non a caso visto il numero di riferimenti dedicati ai lettori che seguono la testata fin dagli esordi, ma il bello è che le dinamiche raccontate sono così universali nel mondo degli appassionati di fumetto che quest’albo può essere letto e compreso da qualunque amante delle “nuvolette”.
I personaggi di Recchioni, Bartoli e John Doe, infatti, sono per quest’occasione dei semplici modelli che servono per raccontare dinamiche e situazioni classiche dell’ambiente dei comics: gli appassionati che diventano fan attenti a ogni dettaglio, le fumetterie, l’essere schiacciati dalla fama delle proprie creazioni, i capricci degli editori, i corsi di sceneggiatura, i forum tematici su internet… tutto il microcosmo così comune a chi è un appassionato della nona arte viene qui illustrato e stigmatizzato da Recchioni che, in una sceneggiatura a tratti grottesca, mette e nudo vizi e virtù di questo ambiente.

In linea con lo stile dello sceneggiatore romano, la conclusione del dialogo-gioco tra i creatori e la loro creatura è uno scontro dal sapore cinematografico, che rimette nel corretto ordine delle cose il rapporto tra le due entità e che conferma, ancora di più, la conclusione del ragionamento, operato durante la storia, su chi sia in realtà a determinare la vita e la morte di un personaggio dei fumetti.
I tre autori vengono rappresentati in modo credibile, ovviamente esaltandone certe caratteristiche per renderli quasi stereotipi di loro stessi, evidenziando l’animo “nerd” e rock di Recchioni piuttosto che quello poetico di Bartoli o quello sensibile di Uzzeo.

I disegni sono affidati a più artisti a seconda dei vari spezzoni della storia. Valerio Nizi si occupa della maggior parte dell’albo: il suo tratto è molto d’effetto, particolareggiato e attento ai dettagli; soprattutto i visi risultano molto convincenti e immediatamente riconducibili alle persone reali raffigurate, per quanto riguarda i tre sceneggiatori.
Luca Bertelè offre uno stile assolutamente peculiare, pulito, quasi cartoonesco, che ben si presta a raccontare un flashback per le sensazioni che restituisce.
Flaviano Armentago stupisce il lettore con un disegno fortemente stilizzato, con personaggi dai visi acuminati e dalle corporature slanciate ed affilate. Dinamicità e una sorta di realismo deformato rendono le tavole uno spettacolo.
Federico Rossi Edrighi denota un tratto anch’esso molto particolare, nervoso, che sembra appartenere più a una “graphic novel” che a un mensile da edicola per quanto sia fuori dagli standard classici del formato.

La storia conferma l’assoluta vitalità di John Doe in questa quarta stagione delle sue avventure, e afferma una volta di più come il metafumetto sia nel dna stesso del personaggio. Un modo sicuramente vincente per rendere la serie qualcosa di diverso rispetto ai classici mensili formato Bonelli che affollano le edicole, come continua a dimostrare da anni la creatura di Recchioni e Bartoli.

Abbiamo parlato di:
John Doe # 11 – For Fans Only
Roberto Recchioni, Valerio Nizi, Luca Bertelè, Flaviano Armentaro, Federico Rossi Edrighi
Editoriale Aurea, 2011
97 pagine, brossurato, b/n – 3,00€
ISBN 9771722877003

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