Go Nagai e un nuovo Devilman per nuovi lettori

Go Nagai e un nuovo Devilman per nuovi lettori

Devilman Grimoire è un tentativo di raccontare una versione del personaggio ideato da Go Nagai più vicina alle nuove generazioni, recuperando e unendo le due identità del passato, quella del manga e quella dell’anime. Un primo numero che però non colpisce particolarmente.

La reinterpretazione di un tema, di un’idea o di un personaggio è notoriamente un’abitudine molto comune nell’ambito creativo; molti sono gli autori che tornano ad affrontare le proprie creazioni esplorandone versioni nuove o alternative. Nel mondo del fumetto giapponese questa abitudine sembra ancora più diffusa e sono diversi i mangaka che attraverso questo processo hanno caratterizzato la propria carriera.

Tra questi il nome che spicca sopra ogni altro è sicuramente quello di Go Nagai. Praticamente tutte le sue creazioni hanno vissuto diverse identità nel corso delle decadi, molte ad opera dello stesso Nagai, altre grazie a stuoli di collaboratori e ad altri autori. E nel pantheon nagaiano sono due le figure principali che hanno visto subire più rivisitazioni: la saga dei Mazinga, con lo Z in primis, e Devilman.

Remake, sequel più o meno apocrifi e crossover hanno raccontato in più occasioni le vicende del personaggio di Akira Fudo/Devilman, un personaggio che fin dall’inizio nasce con due identità narrative ben distinte.

Devilman debutta con l’omonimo manga, una storia di orrore cupa e violenta che ha segnato l’immaginario di decine di lettori e autori. A sua volta il personaggio stesso è una sorta di reinterpretazione: il precedente manga di Nagai, già raccontava infatti di una fusione uomo/demone. Si tratta di Mao Dante, manga rimasto incompiuto (ma completato con una serie animata) e ispirato all’autore dalla Divina Commedia, che ne risulta quindi una sorta di prototipo, per qualcuno addirittura un vero e proprio prequel.

È il giugno 1972 quando esce il primo episodio del manga; appena un mese dopo la televisione giapponese inizia a trasmetterne la serie animata. Seppure Nagai sia coinvolto nella sua creazione, l’anime è decisamente distante dalla sua controparte fumettistica: destinato ad un target molto più ampio e giovane, questo cartone prende i presupposti base del personaggio e li reinterpreta secondo quel filone che lo stesso Nagai ha portato al grande successo con i suoi Mazinga. Devilman animato sembra un incrocio tra le serie di robot giganti e quelle dei Sentai: l’eroe che si trasforma e diventa gigantesco (invece di pilotare il robot), ed è dotato di colpi speciali i cui nomi vengono urlati a ogni loro utilizzo.

Anche l’aspetto di Devilman subisce una decisa trasformazione, con la pelle di un verde bluastro e ali rosse e meno da “pipistrello”.
Ogni puntata presenta un nuovo mostro e la minaccia è sempre rappresentata da un tentativo di conquista della terra, anche se i nemici in questo caso sono i demoni. Ovviamente l’orrore non svanisce dalla storia, ma viene decisamente edulcorato.

La maggior parte di sequel e reinterpretazioni successive hanno coinvolto e recuperato il personaggio del manga originale, sia come tematiche che come aspetto; come ad esempio è avvenuto nel recente Devilman Crybaby uscito come serie animata per Netflix.
Quello che accade invece in questo nuovo Devilman Grimoire è qualcosa di piuttosto inedito, che fonde le due diverse visioni del personaggio.

La stessa rappresentazione grafica del protagonista è a metà strada tra quello del manga e quello della serie animata: nelle prime pagine a colori scopriamo che la sua pelle è verdastra, come nel cartone. Possiede colpi speciali e anche qui ne grida i nomi al momento dell’utilizzo.
Di questi colpi alcuni arrivano proprio dalla serie animata, anche se ne offrono una versione in qualche modo evoluta, mentre altri risultano inediti, come ad esempio le Slasher Wings, ovvero ali che si manifestano con l’aspetto di lame dalle diverse diramazioni, che il personaggio ha la possibilità di richiudere attorno a sé diventando una sorta di enorme testa di lupo con cui può sferrare un “Greater Fang”, un vero e proprio morso – così come il Mazinga Z della versione Impact può richiudere le sue ali su se stesso per trasformarsi in un pugno gigante.

Ma questa fusione non si limita all’aspetto dell’uomo demone: il lavoro che Nagai stesso realizza in collaborazione con il disegnatore Rui Takato è quello di riprendere, mescolare e riutilizzare molte idee riprese dai suoi universi narrativi, sia attraverso un continuo gioco di citazioni e ammiccamenti, sia utilizzandone diversi elementi nella narrazione.

La storia fondamentalmente inizia sempre allo stesso modo: i demoni stanno risvegliandosi e sono intenzionati a riprendere il loro ruolo di specie dominante a discapito degli esseri umani, tramite a loro necessario per materializzarsi nel nostro mondo attraverso la possessione e la fusione. Un giovane ragazzo orfano, Akira Fudo, si trova unito a uno dei demoni più potenti, Amon, durante una festa sfrenata. Invece di essere sopraffatto dall’entità, Akira riesce a dominare la personalità di Amon dando vita al primo “Devilman”, un essere pronto a schierarsi contro gli altri demoni soprattutto per proteggere la figlia della famiglia che lo ospita, Miki Makimura, di cui Akira è innamorato.

Rispetto al manga originale, questo primo numero presenta fin da subito alcune differenze evidenti.

Per esempio il personaggio di Miki Makimura. La ragazza forte e socialmente integrata, antitesi del debole Akira, in questo manga diventa un personaggio decisamente più stravagante, al limite del surreale, caratterizzata com’è da una bizzarra passione che condiziona persino il suo abbigliamento (che richiama un vecchio personaggio di Nagai, Megu-chan, inedito in Italia): ella si crede e aspira a essere una strega, dando a tutta la serie un colore e una direzione particolare.

In questa nuova versione della storia la linea narrativa legata alla vita scolastica sembra più marcata (un po’ come accadeva nella serie animata), ma i ruoli e le gerarchie degli antagonisti assumono contorni differenti dalle precedenti incarnazioni.
Questo primo albo semina diversi misteri che lasciano intuire una sottotrama articolata: i demoni, escluso “Satana”, nella serie originale sono creature mediamente solitarie che difficilmente orchestrano piani complessi. In questo caso invece si intuisce un complotto ben più complesso e diversi interessi convergenti da parte dei demoni.

I disegni sono decisamente più morbidi di quelli originali, pur cercando di introiettare qualche dettaglio “a la Nagai”, recuperandone alcuni tipici volti e grazie a qualche tratto nero più deciso soprattutto intorno agli occhi. Seppure l’uso del bianco e nero cerchi di mimare il lavoro originale, Devilman Grimoire introduce un notevole uso di grigi realizzati con retini, assenti nel manga che ha dato vita al personaggio. Le tavole sono molto dinamiche, alternando composizioni differenti e vignette i cui contorni sono quasi sempre dal taglio obliquo.

L’approccio dei due autori in questa nuova versione è sicuramente quella di portare la storia di Devilman a nuove generazioni di lettori, considerando un target di destinazione piuttosto giovane.
Siamo nell’abito seinen e, tra i dettagli che vengono mantenuti dal manga originale, c’è tutta la carica erotica di Nagai, sfruttata per l’ormai immancabile fanservice: si parla di un erotismo malato e inquietante, esplicito nei contenuti ma limitato nelle immagini con giochi di vedo/non vedo e ombre.

Una volta superata la curiosità e il gusto di dipanare i giochi, i rimandi, le contaminazioni e le reinterpretazioni, al lettore appassionato dell’universo di Go Nagai non rimane molto altro da questo primo numero, che finisce per andare ben poco oltre il già visto.
A questo punto viene naturale chiedersi cosa arrivi ai nuovi lettori di questo complesso background di rimandi e citazioni, anche se è chiaro che il target di destinazione sia ben diverso dal lettore che conosce i personaggi delle precedenti incarnazioni.

Devilman Grimoire è un fumetto action piuttosto brioso, ma anche molto più soft e decisamente più gigioneggiante delle sue versioni precedenti. Ad ormai oltre 40 anni dalla sua nascita questa storia ormai non deve apparire più così originale e spiazzante neppure ai nuovi lettori riducendo il manga, almeno per questo primo numero, a un’ennesima serie che non sembra avere quel guizzo capace di distinguerla da tante altre.

Abbiamo parlato di:
Devilman Grimoire #1
Go Nagai, Rui Takato
Traduzione: Marco Franca
Edizioni Star Comics, marzo 2018
208 pagine, bianco e nero e colori – 5,90€
ISBN: 9788822608529

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