Gli ultimi giorni di Krypton: la cronaca romanzata della fine di un pianeta

Gli ultimi giorni di Krypton: la cronaca romanzata della fine di un pianeta

L’autore di fantascienza Kevin J. Anderson ha provato a dare la versione definitiva della storia e della fine del pianeta natale di Superman; occasione per ripercorrere le tante e contraddittorie versioni della storia.

Le novelizations degli eroi in calzamaglia

01È cosa molto comune negli USA che numerosi personaggi a fumetti del panorama supereroistico, in special modo di casa DC Comics, trovino una declinazione nel genere del romanzo letterario, trovando spazio nel mercato dei paperbacks (le edizioni economiche brossurate) e godendo anche di un discreto successo, sulla scia di vari franchise cinematografici che da sempre hanno avuto una loro incarnazione nel media letterario, la saga di Guerre Stellari in primis.

Spesso sono gli stessi autori del fumetto a cimentarsi nell’opera romanzo, a volte trasponendo una saga a fumetti di successo, come Greg Rucka con Batman – No man’s land (inedito in Italia) o Marv Wolfman con Crisi sulle Terre Infinite (edito da noi da Free Books), altre volte dando vita alle novelizations di film come Dennis O’Neill con Batman Begins e The Dark Kinght.
Talvolta sono gli autori letterari che provano a cimentarsi con gli eroi in calzamaglia, sia scrittori cult come Joe R. Lansdale con il suo Batman – La lunga strada della vendetta, che autori più sconosciuti quali Tom De Haven con È Superman, entrambi proposti in Italia dalle Edizioni BD.

Ci sono poi romanzi che prendono spunto da argomenti tangenti al mondo dei supereroi, provando a sviluppare aspetti o tematiche che nel fumetto sono trattati marginalmente. È questo il caso de Gli ultimi giorni di Krypton, dell’eccellente autore di fantascienza Kevin J. Anderson che, tra l’altro, ha scritto decine di romanzi dedicati all’universo di Guerre Stellari.

In questo libro, uscito in USA a fine 2007, l’autore americano prova a fornire una visione univoca e coerente della storia, della società e degli abitanti del pianeta d’origine di Superman, mediando e provando a dare coerenza alle numerose caratteristiche e informazioni, alcune palesemente in contrasto tra di loro, che su questo mondo alieno sono state fornite in decine di anni di pubblicazioni a fumetti, e non solo.
Anderson si cimenta in questo compito concentrandosi all’incirca sull’ultimo anno di vita di Krypton, riempiendolo di una serie di drammatici avvenimenti che condurranno all’epilogo noto a tutti gli appassionati dell’Uomo d’acciaio; eventi vissuti, principalmente attraverso gli occhi e le gesta dei genitori di Kal-El e di colui che poi è diventato uno degli antagonisti di Superman, il generale Zod.

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Disegno di Joe Shuster da Superman #1

Durante la Golden Age, nelle prime avventure di Superman, di Krypton viene soltanto mostrato il momento della distruzione, essendo il pianeta irrilevante per le storie ambientate sulla Terra. L’origine aliena dell’Uomo d’acciaio bastava ai suoi autori per spiegare i poteri superumani e quindi dell’approfondimento del retaggio extraterrestre del personaggio non ne vedevano necessità.

I primi dettagli su Krypton si hanno a partire dal 1939, sulle strisce a fumetti dedicate a Superman che introducevano l’idea che tutti i kryptoniani fossero dotati di super-abilità, seppur a livelli diversi, e, soprattutto, presentavano ai lettori Jor-El e Lara (nelle prime strisce Jor-L e Lora), i genitori del nostro supereroe. Nelle storie degli anni ’50 cominciano ad arrivare però le prime contraddizioni, postulando che gli abitanti di Krypton in realtà fossero senza poteri sul loro pianeta natale – e questo ne giustificava la distruzione – poteri che acquisivano solo in presenza di una gravità più bassa, come quella terrestre.

È nella Silver Age che Krypton comincia a giocare un ruolo sempre più importante nelle storie di Superman e che i dettagli sui suoi abitanti e la loro società civile cominciano ad arricchirsi. Così, ad esempio, veniamo a sapere che i genitori di Kal-El vivevano in un mondo scientificamente avanzato, con robot e computer quali elementi comuni della vita quotidiana. Si esplorano anche la geografia del pianeta e la sua architettura, con città come Kandor e Kryptonopolis, questa subentrata alla prima nel ruolo di capitale dopo che Brainiac ebbe miniaturizzato Kandor e i suoi abitanti chiudendoli in una teca di vetro. Si sviscera finanche l’astronomia kryptoniana, descrivendo le due lune orbitanti intorno al pianeta, una delle quali distrutta, con i suoi milioni di coloni, da un tentativo di volo spaziale dello scienziato Jar-Ux, primo criminale kryptoniano a essere confinato nella Zona fantasma, singolarità scoperta da Jor-El. Conseguenza di ciò è la messa al bando dei voli spaziali su Krypton, spiegazione del  perché tutti i suoi abitanti perirono nell’esplosione del pianeta.

E proprio della distruzione di Krypton esistono numerose versioni nella mitologia supermaniana. Per alcuni autori esso esplose a causa dell’aumento della pressione interna al suo nucleo di uranio, dando origine, nell’esplosione, proprio alla kryptonite, minerale capace di avvelenare Superman.

Per altri autori di fumetti, nonché per Richard Donner, regista di Superman I e II, film della fine degli anni ’70, Krypton fu distrutto nel momento in cui il suo antichissimo sole, che ormai virava verso il colore rosso, chiudeva la sua esistenza di stella trasformandosi in una supernova e spazzando via i pianeti del proprio sistema solare. L’unica città che si sarebbe salvata almeno per un po’ di tempo, dall’esplosione del pianeta , protetta da una gigante cupola protettiva, sarebbe stata Argo City casa di Zor-El e sua moglie Alura, zii di Kal-El e genitori di Kara, la futura Supergirl.

03A seguito della saga Crisi sulle Terre Infinite e del reboot dell’Uomo di acciaio a opera di John Byrne, lo stesso autore canadese, insieme all’astro nascente Mike Mignola,  alla fine degli anni ’80 fornisce un accurato spaccato del mondo originario di Superman nella miniserie Il mondo di Krypton.
Byrne chiama Rao la stella attorno alla quale orbita il pianeta e, soprattutto, introduce per la prima volta una sorta di storia kryptoniana, narrandoci vicende che partono da circa centomila anni prima della nascita di Kal-El. Già da allora la società del pianeta era scientificamente ultra avanzata al punto da avere sconfitto morte e malattie grazie alla tecnologia della clonazione; proprio una serie di guerre civili scoppiate a causa dei diritti civili dei cloni portano a delle conseguenze che si riverberano fino al tempo di Jor-El, che scopre che Krypton è condannato all’imminente distruzione a causa di una delle armi usate durante quelle guerre, che per tutti quei secoli ha continuato a destabilizzare il nucleo del pianeta.
Il Krypton al tempo di Jor-El e Lara è un mondo profondamente segnato, nel paesaggio, dalle guerre del passato, dove i suoi abitanti vivono in delle cittadelle isolate, separati gli uni dagli altri. Inoltre Krypton ha sposato una politica isolazionista, proibendo, di fatto, le esplorazioni spaziali e i contatti con altre civiltà.

Gli anni 2000 hanno, infine, portato nuove visioni di Krypton, tutte dichiarate definitive e ufficiali al momento della pubblicazione della storia, ma puntualmente smentite nel futuro, al rilascio di una successiva saga. Così nel 2004 Mark Waid dà la sua visione di Krypton nella miniserie Birthright, ribaltando molti dei punti fermi stabiliti da John Byrne vent’anni prima e, soprattutto, introducendo per la prima volta nel fumetto (al cinema era già avvenuto, seppur in modo leggermente diverso, nei film di Richard Donner) l’idea che la “S” simbolo dell’Uomo d’acciaio non fosse l’iniziale di Superman, ma bensì il simbolo kryptoniano che rappresentava il concetto di speranza.
Sono lo sceneggiatore Geoff Johns e lo stesso Richard Donner che nella saga Last Son del 2006 (Action Comics #844-847, 851 e Annual #11) rimettono di nuovo in discussione la versione “definitiva” data in Birthright e reintroducono nell’universo di Superman il personaggio del generale Zod e la Zona fantasma.

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Il paesaggio kryptoniano di Superman – The movie di Richard Donner

A tutte le svariate e incoerenti visioni di Krypton presenti nelle pagine dei fumetti, si devono inoltre aggiungere quelle che si sono succedute negli show radiofonici, televisivi e nelle serie animate dedicate all’Uomo d’Acciaio, fino ad arrivare alla visione data a fine anni ’70 nei film Superman: the movie e Superman II. In questi, per la prima volta, Krypton veniva presentato come un mondo freddo e ostile, con una società formata da esseri distaccati e cerebrali, quasi privi di sentimenti, e basata su una tecnologia avanzata contenuta in barre di cristallo minerale. Tale motivo “cristallino” permeava poi gli stessi paesaggi e l’architettura stessa del pianeta. Richard Donner stabiliva inoltre, nella sua pellicola, che la distruzione di Krypton fosse avvenuta a causa della trasformazione in supernova della sua antica stella.

Gli ultimi giorni di Krypton

Avendo ben presenti tutte le descrizioni di Krypton e dei suoi abitanti che si sono succedute nel corso dei decenni, è facile capire quanto il compito che si presentava a Kevin J. Anderson fosse tutt’altro che facile, o scontato. Inoltre, l’autore doveva riuscire a trovare un espediente narrativo che rendesse interessante e appetibile il romanzo per i lettori, visto il finale scontato che la storia, inevitabilmente, avrebbe avuto.
Si può affermare che Anderson riesca a superare efficacemente entrambe le sfide narrative che gli si pongono davanti, seppur con alcune forzature nell’intreccio della storia che però acquistano minor valore se, com’è giusto in prodotti come questo, si considera un fattore di primaria importanza la cosiddetta “sospensione dell’incredulità”.

Negli ultimi dodici – quindici mesi di vita di Krypton si condensa infatti tutta una serie di eventi che permettono allo scrittore di inserire, nella sua visione definitiva, numerosi elementi che a più riprese sono comparsi sulle pagine degli albi a fumetti e nelle operazioni che gli altri media hanno dedicato a Superman.
Assistiamo così al “rapimento” della città di Kandor, con tutta la sua popolazione e l’élite politica planetaria, da parte di un androide proveniente dal pianeta Colu, che abilmente l’ancora commissario Zod, unico testimone fortuito dell’evento, rinomina Brainiac e usa per colmare a suo proprio vantaggio il vuoto di potere venuto a crearsi, dando vita a un regime dittatoriale. La dittatura di Zod scatena una serie di eventi che portano dritti alla distruzione di Krypton e che si accompagnano ad altri non meno importanti, come le scoperte da parte dei fratelli Jor e Zor-El dell’instabilità del nucleo planetario, che sta dando anche origine a uno strano minerale verde, l’approssimarsi sempre più imminente della fase supernova di Rao, nonché la conseguente minaccia di una cometa di schiantarsi sulla superficie planetaria.

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Copertina della versione cartonata originale del romanzo

Il lettore segue lo svilupparsi di tutti questi (troppi?) avvenimenti attraverso un pugno di personaggi rappresentativi, noti a chi segue i fumetti di Superman, in ogni caso incarnazione di aspetti rappresentativi della società kryptoniana. Scontato che i protagonisti siano i genitori di Kal-El, accanto a essi si ritagliano una fetta di proscenio Zor-El,  Zod e Aethyr, prima amante e poi moglie del generale.

L’acume narrativo di Kevin J. Anderson, nonché la creazione dell’espediente che renda interessante il racconto per il maggior numero di lettori, risiede proprio nella gestione dei personaggi, nonché di una serie di comprimari che forniscono spessore alla storia di Krypton e delineano in modo approfondito il genere di società su cui si fonda la civiltà del pianeta.
Lo scrittore, facendo sue alcune istanze già presentate nei fumetti, ci presenta una società decadente, ripiegata su se stessa, guidata da un’aristocrazia nobiliare rappresentata da un concilio di cinque figure che impediscono qualsiasi progresso planetario, sia dal punto di vista sociologico, che tecnologico e scientifico. Una società che in alcune sue dinamiche, nei suoi svaghi e nel suo abbigliamento, ci ricorda la società romana dell’epoca del tardo impero. 
E, nell’immobilismo di questa società, sembrano nascere sempre meno figure dotate di un acume intellettuale elevato: tra esse il vertice è occupato dai fratelli Jor e Zor-El, quest’ultimo governatore di Argo City, una delle città-stato di Krypton. Ma le istanze scientifiche, le scoperte e le invenzioni dei due fratelli, di Jor-El in special modo, sono costantemente frenate e schiacciate dall’immobilità intellettuale del consiglio e dalla figura del commissario agli affari tecnologici e scientifici Zod. Anche quest’ultimo dotato di un’intelligenza, nonché di un’ambizione fuori dal comune.

Tra i comprimari degni di nota, una menzione la meritano i nonni di Kal-El, i genitori di Jor e Zor-El. Kevin J. Anderson ce li mostra in età avanzata con il padre dei due scienziati colpito ormai da anni dal morbo di Alzheimer, la malattia della dimenticanza com’è chiamata su Krypton, che acutamente la moglie sembra mettere in causa diretta con l’immobilismo e la decadenza della società. Yar-El è stato un grande uomo, un artista, uno scienziato e un architetto: è a lui che si devono la tecnologia kryptoniana basata sui cristalli minerali e costruzioni maestose come la Fortezza della Solitudine, alcova per la coppia di neo sposi Jor-El e Lara, nonché luogo di concepimento di Kal-El.

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La Fortezza della solitudine

Anderson è poi bravo a calare in questo contesto, in modo coerente e assolutamente logico, tutta una serie di altri elementi dell’universo DC Comics a fumetti, quali la presenza, seppur indiretta, di J’on Jozz, il futuro Martian Manhunter, e dell’alieno Donodon, che richiama in taluni aspetti i Guardiani di Oa, grazie al quale Jor-El realizza il razzo che porta in salvo suo figlio. Tutto ciò inserisce ancora più profondamente il romanzo all’interno della realtà DC Comics, trasformandolo in una sorta di appendice in prosa dei fumetti.
Così com’è bravo l’autore a tratteggiare i lineamenti caratteriali di Jor-El e Lara su quelli di Clark Kent e Lois Lane, a dimostrazione che un figlio porta spesso nella propria eredità non solo gli stessi valori morali di un padre, ma anche le preferenze per lo stesso ideale femminile.
E infine lo scrittore chiude con una rivelazione: per quanto scontata e già nota possa essere la fine della storia, la causa che dà l’innesco alla distruzione del pianeta è un piccolo ma ben riuscito colpo di scena.

2013: Man of Steel e un’altra Krypton

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Jor El (Russel Crowe) in “Man of steel”

Com’è avvenuto nei fumetti, dove ogni versione definitiva di Krypton è stata, sempre, superata da una successiva, anche il romanzo di Kevin J. Anderson nel 2013 sembra essere stato superato dalla visione data dal regista Zack Snyder nella sua pellicola Man of Steel.

Per quanto non sia dichiarato ufficialmente da nessuna parte che la storia di Krypton dell’ultimo lungometraggio dell’Uomo d’acciaio sia, a oggi, quella definitiva, essa in molte parti si richiama alla miniserie di inizio anni ’80 di John Byrne, sia nella rappresentazione dell’architettura kryptoniana e dell’aspetto geomorfologico del pianeta, sia, per esempio, nel richiamo al concepimento in vitro dei figli dei kryptoniani e della cosiddetta Matrice Nativa, una sorta d’immensa placenta all’interno della quale sono conservati i feti dei futuri kryptoniani.
Tuttavia la visione snyderiana di Krypton si avvale anche di alcuni elementi presenti nel romanzo di Kevin J. Anderson, quali la forza e la potenza della figura di Zod, l’amicizia, seppur tradita e rinnegata tra lui e Jor-El, e la presenza di un consiglio a capo del pianeta, bloccato nel suo immobilismo intellettuale. Peraltro le differenze sono notevoli, una fra tutte il principio di base che i kryptoniani fossero una civiltà di esploratori spaziali e non degli isolazionisti cosmici.

Concludendo, il romanzo di Kevin J. Anderson si rivela una lettura piacevole per un’amante della fantascienza, ma ancora di più appassionante per un lettore dei fumetti di Superman. Le traduzioni in alfabeto kryptoniano all’inizio di ogni capitolo, e i simboli delle varie famiglie a inframmezzare i vari paragrafi sono, per un superappassionato, un altra piccola fonte di compiacimento.

Abbiamo parlato di:
Gli ultimi giorni di Krypton
Kevin J. Anderson
Zero91, 2010
512 pagine, brossurato – 19,00 €
ISBN: 978-8895381152

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L’alfabeto kryptoniano
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