FF Celebration: ESSENTIAL 11 Cover

FF Celebration: ESSENTIAL 11 Cover

Cross-over fra lo Speciale FF Celebration e la rubrica Essential Eleven: Alberto Casiraghi, con un occhio di riguardo ai primi 200 numeri, ci indica 11 Essential Fantastic Four cover.

Un gioco: senza altro criterio che quello soggettivo, abbiamo selezionato 11 copertine “significative” nel mare magnum degli albi dedicati ai Fantastici Quattro. Con un occhio di riguardo ai primi 200 numeri, ovviamente.

Mettere insieme una lista delle migliori undici copertine di tutta la storia dei Fantastic Four è praticamente un’impresa impossibile. Essendo stati pubblicati circa 600 numeri, con una nutrita serie di autori alle matite, è abbastanza naturale che, anche limitandosi a puri canoni estetici, ogni tentativo darebbe risultati diversi. Dunque ho preferito barare, scegliendo una scorciatoia e decidendo quali cover per me, per la mia esperienza di lettore, sono state le più importanti; quali mi hanno stupito, inquietato, emozionato, quali mi hanno lasciato dei ricordi che ancora oggi mi diverto a scovare. Una selezione quindi opinabile, come è giusto che sia, ma che comunque cerca di coprire un buon arco di storia del fantastico quartetto, citando alcune sue tappe principali. Con un unica limitazione: non esser andato oltre la metà degli anni ottanta, probabilmente colpito da un moto di nostalgia irreversibile.

 

The Fantastic Four # 1

# 1 – Novembre 1961 – Jack Kirby e Dick Ayers

Non si può cominciare che dal primo numero per vari motivi.
Uno, è una copertina riuscita, sintesi ed equilibrio perfetto.
Due, presenta per prima volta La Fantastica Famiglia in azione e in borghese.
Tre, è la copertina che da sola racconta il definitivo passaggio dell’era della Timely Comics, con le sue storie di mostri terrificanti e anche un po’ ridicoli, a quella della Marvel Comics. C’è il mostro che appare da una voragine nell’asfalto, ma questa volta non ci sono masse  di persone urlanti ma quattro pazzi che combattono assieme.
Quattro, è una copertina che immediatamente è entrata nell’immaginario dei lettori di comics, al pari della prima di Action Comics e  – forse ancor di più – del primo numero di Amazing Spiderman. Un po’ come la settimana enigmistica, ha creato uno standard, non sempre felicemente imitato.

 

The Fantastic Four # 9

# 9 – Dicembre 1962 – Jack Kirby e Dick Ayers)

La fine dei Fantastici Quattro recita lo strillo in copertina. Come può un fumetto di successo semplicemente finire?
È quello che mi domandai ancora in fasce quando vidi quell’immagine su un Fantatici Quattro Gigante della Corno. Per me era una cosa sconvolgente. La folla urlante contro quelli che dovevano essere gli eroi. Inaudito. La testa bassa, le valigie, gli oggetti gettati contro i nostri per la rabbia di cittadini infuriati, Namor sogghignante. Un vero capovolgimento di prospettiva che pensai inedito.
I Supereroi con i Superproblemi in una sola immagine. Incredibile.

 

The Fantastic Four # 26

#26 Maggio 1964 – Jack Kirby

Uno dei primi Team-Up che io ricordi di aver letto, e forse anche uno dei più strambi. A dir la verità, già la nascita dei Vendicatori è praticamente un Team-Up, ma questa è un’altra storia.
Cos’è che mi ha tormentato per anni di questa cover? La sproporzione tra la struttura del palazzo e l’altezza dei personaggi. Insomma, Sue (e tutti gli altri) non può essere alta tre metri! Giuro di aver guardato questa immagine un migliaio di volte per riuscire a capire se ci fosse stato qualcosa che non comprendessi. No, nulla.
Semplicemente Kirby poteva anche fregarsene di sciocchezze come le proporzioni e mettere in scena una cover indimenticabile. Magia del fumetto.

 

The Fantastic Four # 36

#36 – Marzo 1965 – Jack Kirby

I terribili quattro avrebbe dovuto essere il supergruppo di cattivi che doveva dare filo da torcere ai Nostri Quattro.
Al di là della denominazione sociale un po’ roboante, francamente mi sono sempre sembrati una mezza delusione. Però l’idea del doppio opposto funzionava, come funzionava questa copertina apparentemete semplice.
La tranquillità della famiglia violata da un attacco imminente. Non propriamente una scena dinamica, ma quasi l’immagine della tempesta che spazzerà via la calma.
E poi, Pete l’uomo di colla, poi ribattezzatosi Trapster, era irresistibile.

 

The Fantastic Four # 46

#46 Gennaio 1966 – Jack Kirby e Joe Sinnott

Più che la bellezza di un’illustazione abbastanza usuale, questa è un’altra cover che mi è rimasta in mente dalla prima volta che la vidi.
Forse quelle teste ad elencare i personaggi che preannuciano la storia non sono la trovata più originale, ma ci introducono nel cuore di uno dei cicli di racconti più intensi e pieni di trovate di tutta la produzione kirbyana.
Gli inumani – meglio come comprimari che come protagonisti – sono stati un’invenzione incredibile, totalmente farina del sacco di Kirby (Stan, per favore, fatti da parte), summa di concetti che avrebbe poi riciclato e affinato per altre sue opere, ma probabilmente senza riuscire a raggiungerne la sintesi grafico-narrativa.

 

The Fantastic Four # 48

#48 – Marzo 1966 – Jack Kirby e Joe Sinnott

Questa è una grande cover.
Il perchè sta semplicemente in quel qualcosa che tutti i soggetti presenti nell’illustrazione guardano, ma che noi non vediamo perché al di fuori dalla copertina.
Un qualcosa di presumibilmente spaventoso, come capiamo dagli sguardi atterriti, dalle pose immobili ma quasi pronte ad arretrare di fronte all’inevitabile. E poi c’è l’Osservatore – quando è presente è sinonimo di guai – anche lui terrorizzato dall’imminente arrivo di Galactus, il divoratore di mondi.
Non propriamente un cattivo da operetta, come poi avremmo scoperto leggendo quel magnifico albo.

 

The Fantastic Four # 141

#141 – Dicembre 1973 – John Romita

Credo di essere stato turbato per molto tempo leggendo questo numero: la cover con la sua drammatica e dinamica costruzione è nella mia testa a ricordarmelo.
Non potevo all’epoca sapere che temi come questi in seguito sarebbero stati usati a dismisura, ma non potevo credere che in un fumetto che doveva essere di svago si potesse arrivare a così tanto tormento.
Ok, i superproblemi, ma addirittura che un padre debba rendere vegetale un figlio per salvare il mondo (è così che ricordo quella storia) era un po’ troppo. Comunque, la bella copertina di John Romita Sr è puro racconto di tutto quello che dobbiamo sapere di quell’episodio.
E sinceramente, è forse anche meglio dell’intero albo.

 

The Fantastic Four # 200

#200 – Novembre 1978 – Jack Kirby e Joe Sinnot

La battaglia finale col Dr. Destino? Come non può non essere un albo indimenticabile.
Ok, è vero, come ho scritto poco sopra, col tempo avrei capito che nei fumetti americani nessuno muore veramente e nessun personaggio importante scompare per sempre.
Ma all’epoca mi chiesi come poteva sopravvivere il concetto fondante dei Fantastici Quattro senza il loro arcinemico. Beata ingenuità.
Ritornando alla copertina, per l’occasione del duecentesimo numero ritornò Kirby alle matite e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Una posa plastica per uno scontro epico.

 

The Fantastic Four # 262

#262 – Gennaio 1984 – John Byrne

Nelle undici scelte non potevo dimenticare la gestione di John Byrne che all’inizio degli anni ’80 riportò la testata molto vicina, per concezione generale e per picchi di assoluta bellezza, ai livelli dell’epoca d’oro di Kirby.
Uno dei vertici di questi produzione durata circa sette anni fu appunto The Trial of Reed Richards, in cui, come il titolo esplicita, Reed Richards venne processato dagli Shi-ar per aver salvato precedentemente Galactus e  quindi aver causato indirettamente la distruzione del pianeta originario degli Skrull da parte del divoratore di mondi.
Per presentare un numero con implicazioni morali e filosofiche così spiccate, Byrne disegna una cover semplicissima: Richards in catene e alle sue spalle, virtualmente, tutte le razze aliene del mondo Marvel – conosciute e non – a rappresentare l’accusa e le parti lese.
Una lezione di sintesi da grande maestro dei comics e il modo migliore per riassumere la complessità di un universo editoriale iniziato 23 anni prima con un mostro un po’ ridicolo che usciva da una voragine dell’asfalto e con quattro strambi tizi che cercavano di combatterlo.

 

The Fantastic Four Annual # 6

# Annual 6 – Novembre 1968 – Jack Kirby

I Fantastici Quattro (anzi Tre) alla deriva in un gorgo minaccioso, una figura aliena e per niente amichevole in primissimo piano e lo strillo “Let there be… life” preannunciano una delle storie più epiche e liriche (e per il peso del tempo anche molto retoriche) di tutta la storia del favoloso quartetto.

 

The Fantastic Four Annual # 3

# Annual 3 – Ottobre 1965 – Jack Kirby

A pensarci bene, non è che questa sia veramente una bella copertina, tanto è affollata al limite dell’anti estetico.
Però è appunto per la sua concezione che ho ritenuto che andasse menzionata, prima di tutto perchè le copertine con molti personaggi hanno sempre eccitato la mia giovane mente di lettore Marvel e in secondo luogo perché, nella sarabanda di corpi che a fianco uno dell’altro si contengono lo spazio della tavola c’è tutta la filosofia di questo mondo editoriale.
Il fumetto come meraviglia, come eccesso, come festa.

3 Commenti

1 Commento

  1. Scardigli Alessandro

    21 Novembre 2011 a 14:15

    articolo molto scarso ed approssimativo, l’esempio più lampante di superficialità è ragginto nella recensione di FF Annual N°6 dove viene omesso che in quel racconto nasce Franklin!!!

    • Lo Spazio Bianco

      30 Novembre 2011 a 12:33

      Ci spiace che questo pezzo non sia di tuo gradimento e ci auguriamo che altri lo siano e che ci sia occasione per leggere commenti più positivi e propositivi.
      Ci teniamo però a sottolineare che forse non ne hai capito a pieno lo spirito di questo Essential 11, in quanto in questo articolo non si tratta di fare nessuna recensione degli albi, ma di operare una selezione (come tale, personale e pure opinabile, ci mancherebbe) delle copertine più significative per l’autore tra le tante dedicate ai F4.

  2. augusto rasori (@guttolo)

    7 Agosto 2013 a 01:01

    La cosa curiosa (triste?) è che quella del numero 1 in Italia non si era nemmeno vista!

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