Essential 11: 11 Grandi Classici Disney da ricordare

Essential 11: 11 Grandi Classici Disney da ricordare

Per celebrare il nuovo numero 1 dei Grandi Classici proponiamo una selezione di 11 dei 350 volumetti della prima serie

La chiusura della prima serie dei Grandi Classici Disney dopo 350 numeri e la riapertura con un nuovo formato, una nuova foliazione e una nuova impostazione grafica e contenutistica, sono l’occasione propizia per segnalare ai lettori una selezione speciale di 11 numeri della testata, scelti nella collezione persionale di Gianluigi Filippelli.

1. Grandi Classici #12 (1984)

grandi_classici012-zapotec_presentazioneBen prima che al cinema si imponesse il modello di Indiana Jones, Massimo De Vita sulle pagine di Topolino faceva esordire un archeologo attempato che ricorda vagamente il professor Challenger del Mondo perduto di Arthur Conan Doyle. Il professor Zapotec, questo il personaggio, esordiva in Topolino e l’enigma di Mu (1979), avventura che coninvolse Topolino e Pippo alla ricerca di una mitica civiltà perduta, la cui esistenza era stata suggerita dal fotografo e antiquario Augustus Le Plongeon, un altro dei possibili ispiratori del personaggio di De Vita.
La storia, originariamente uscita in due parti, venne ristampata in un’unica soluzione sui Grandi Classici #12, numero ricco e interessante che si segnala anche per la presenza di Paperino erede di Sir Francis Paper (1979), disegnata da Tony Strobl su testi di tale P. James, storia nella quale si assiste a un primo tentativo non barksiano di realizzare un albero genealogico della famiglia dei paperi.

2. Grandi Classici #27 (1987)

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Topolino e il triangolo delle Bermude (1977) è una delle 3 storie disneyane di Alfredo Castelli1. Suddivisa in due parti per i disegni di Massimo De Vita, la prima è un poliziesco dai tratti hard-boiled: ombre che si muovono di nascosto, strani incidenti, scene in soggettiva. Castelli mette in scena un Pippo stupefacente che, come Topolino con Ossivecchi2, comunica in sogno con il professor Dingleberry, scomparso durante le sue indagini sul triangolo delle Bermude. Personaggio tranquillo, con una pipa in mano, sarà protagonista nella seconda fantascientifica parte cui si unisce Eta Beta, che si presenta con una citazione esplicita all’Uomo del 2000 (1947, Bill Walsh e Floyd Gottfredson). L’ambientazione è l’anno 5000 sotto il regno del re Stellario, con un riferimento quindi a Le meraviglie del domani (1944, Walsh e Gottfredson), mentre il design della macchina che riporterà i nostri eroi nel loro presente è un’anticipazione di quello che De Vita proporrà per la macchina del tempo di Zapotec e Marlin.

3. Grandi Classici #39 (1989)

In Zio Paperone e la rivoluzione elettronica (1983), storia in due puntate disegnata da Massimo De Vita, Giorgio Pezzin anticipa di fatto la creazione del world wide web che sarebbe avvenuta un lustro più tardi presso i laboratori del CERN in Svizzera grazie al team guidato da Tim Berners-Lee.

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L’idea di partenza è quella di migliorare l’efficienza contabile, burocratica e produttiva dell’impero economico di Paperon dé Paperoni. Per certi versi è lo stesso spunto alla base de L’uomo di Ula-Ula (1959), ma lasciata alla mente dell’ingegnere Pezzin viene esplorata fino alle sue estreme conseguenze. Il punto di svolta avviene quando uno dei dipendenti di Paperone si fa installare un collegamento casa-ufficio per poter lavorare dal suo domicilio. L’idea prende piede e, inevitabilmente, quando entra nelle case degli uomini sposati, le mogli la estendono verso nuove direzioni: utilizzare lo stesso sistema per ordinare la spesa e, quindi, per spettegolare a distanza con le amiche.
topolino1439-rivoluzione_elettronica04Pezzin, in poche pagine, costruisce quindi una rete di connessione, una vera e propria internet ante-litteram, in cui i paperopolesi riversano comunicazioni, dati, tornei di scacchi, lezioni private a distanza e quant’altro. A controbilanciare questi e altri vantaggi, ecco una serie di non trascurabili svantaggi: la gente non esce più, resta chiusa in casa; alcuni dipendono così tanto dal computer da non riuscire a decidere nemmeno cosa vestire al mattino; altri, in caso di blackout, non saprebbero fare nemmeno 2+1; per i pochi che affrontano le strade, un intrico indescrivibile di cavi rende difficoltoso muoversi per la città. E ultimo ma non meno terribile: i Bassotti che, grazie a un colpo vecchia maniera degno delle spie cinematografiche, diventano i primi hacker disneyani, violando le informazioni contenute nel computer centrale e iniziando a diffonderle.
Al di là della risoluzione di questo intrico di problemi, è evidente come Pezzin e De Vita vogliano enfatizzare il ruolo dell’utilizzatore finale: gli esseri umani, a causa dell’abuso, diventano schiavi della tecnologia e solo un evento catastrofico permetterà loro di ritrovare se stessi.

4. Grandi Classici #80 (1993)

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Missione Goldelicious (1988): Il personaggio di 007, la spia ideata da Ian Fleming, ha affascinato generazioni di lettori e appassionati di cinema grazie alla serie di romanzi e di film da essi tratti. Anche il modo disneyano è rimasto catturato da James Bond e ha proposto a più riprese parodie dei suoi romanzi, come Paperino missione Bob Fingher (1966), scritta da Carlo Chendi, o Topolino 007,5 (1965) di Giangiacomo Dalmasso, entrambe disegnate da Giovan Battista Carpi. Sulla falsariga di quest’ultima storia si inserisce anni dopo Giorgio Pezzin che, supportato da un non meglio identificato disegnatore del Comicup Studio, realizza una nuova parodia della Missione Goldfinger molto aderente alla trama del prodotto originale, pur con tutti i tagli necessari considerando la tipologia di lettori cui si rivolgeva l’avventura.
In questo numero, però, è anche presente la ristampa delle tre parti di Paperin Sigfrido e l’oro del Reno (1989), parodia realizzata da Guido Scala dei miti narrati ne L’anello dei nibelunghi.

5. Grandi Classici #94 (1994)

grandi_classici094-deposito_carpiIl deposito delle monete, prima di ottenere la struttura odierna, ha assunto nel corso dei decenni varie forme. Una delle più curiose è sicuramente quella visualizzata da Giovan Battista Carpi in Zio Paperone e la psicosi dell’oro (1968): il disegnatore, infatti, capovolge il deposito sferico barksiano visto in Zio Paperone e la Banda Bassotti (1953), appoggiando il tondo corpo centrale direttamente su un classico ingresso ampio e stabile, ottenendo una sorta di bottiglia panciuta.
Ristampata sul Grande Classico #94, la storia, scritta da Guido Martina, propone l’ennesimo problema di Paperone con le istituzioni, in questo caso il congresso degli Stati Uniti che emana un embargo contro la sua persona per impedirgli di concludere affari, vista la sua ingombrante presenza nel mondo dell’economia.

6. Grandi Classici #220 (2005)

Abbinata alla nuova ristampa della Collana Chirikawa di Romano Scarpa, sono presenti i due seguiti italiani del Sosia di Re Sorcio (1937-38) di Floyd Gottfredson: Topolino e il ritorno di Re Sorcio (1984) e Un ruolo pericoloso (1987).

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Nella prima, scritta da Luigi Mignacco per i disegni di Alberico Motta e Lino Gorlero, Topolino e Re Sorcio si scambiano nuovamente di ruolo, in una sorta di “il principe e il poverodisneyano in versione moderna. Le rispettive nature, però, ben presto emergono, con tutti i problemi che si possono immaginare, sia sentimentali sia con Gambadilegno.
Nella seconda, scritta da Giorgio Ferrari per i disegni di Raffaele Della Monica, Topolino sostituisce il suo sosia sovrano come protagonista di un film d’azione. La vicenda viene complicata da un complotto ordito ai danni del re. Interessante il ruolo delle rispettive fidanzate, Minni e Philline.

7. Grandi Classici #223 (2005)

grandi_classici223-re_fiume_oroUna delle prime copertine di Cavazzano per la rivista dedicata alla storia d’apertura, in questo caso la scarpiana La “stella del sud” (1976)
In sommario, oltre al giallo avventuroso di Romano Scarpa, è anche presente Il re del fiume d’oro (1961) di Guido Martina e Giovan Battista Carpi, una caccia al tesoro ma anche una favola d’ispirazione azteca, perfetto compendio dello stile dinamico, senza respiro, ricco di gag e di battute al limite del politically correct proposto usualmente dallo sceneggiatore.
Penultima storia del numero è poi Paperino e il treno scomparso, esordio di Massimo De Vita in collaborazione con il padre Pier Lorenzo. Rodolfo Cimino, che scrive con la collaborazione di Elisa Penna, propone il trio nei nipotini in versione detective seguendo la lezione scarpiana dei Gamberi in salmì (1956).

8. Grandi Classici #237 (2006)

Questo numero si segnala, invece, per la ristampa dell’esordio di Pier Lorenzo De Vita con Topolino e la ferrovia di Ferragosto (1957), storia ricca di battute scritta da Guido Martina. Inoltre sono presenti la ristampa de L’isola a motore (1976) di Giorgio Pezzin e Giorgio Cavazzano, ma anche come storia d’apertura, Topolino tecnico tenace (1966), disegnata da Romano Scarpa su testi dei fratelli Abramo e Giampaolo Barosso.

I due autori, sempre efficaci con le storie casalinghe, propongono Topolino nelle vesti di improvvisato antennista, che, in collaborazione con l’amico Pippo, sarà il malcapitato protagonista di una serie di gag una più divertente dell’altra.
In generale sono proprio le situazioni quotidiane quelle in cui i due Barosso risultano maggiormente efficaci: questo modo di utilizzare i topolinesi, ma anche paperopolesi, riporta i personaggi disneyani ai corti di origine, ricchi di disastri incontrollabili, come ad esempio Topolino, Paperino e Pippo pompieri (1935), in cui i tre amici distruggono la casa della povera Clarabella.

9. Grandi Classici #242 (2007)

Mentre l’illustrazione di copertina di Giorgio Cavazzano, che poi il disegnatore avrebbe riproposto per il primo numero dell’Uncle Scrooge della IDW, fa riferimento al Tetrabassotto (1966) di Rodolfo Cimino e Romano Scarpa, in sommario è presente, sempre degli stessi autori, La battaglia dei colossi (1966).

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Per questioni di salute, Paperone decide di trasformare il deposito, grazie all’azione di uno dei suoi ingegneri, in una gigantesca cassaforte semovente. I Bassotti, dal canto loro, reagiscono rubando i piani di tale deposito per costruirne una copia da sostituire con l’originale. Di fatto la storia è una caccia, prima dei Bassotti a Paperone, quindi di quest’ultimo alla banda, mentre la sfida tra i “colossi”, ovvero i depositi semoventi, avviene nella seconda parte, quando entrambi i contendenti dotano le due immense macchine di arti meccanici. La storia, evidentemente, risente dell’influenza di Zio Paperone e la macchina scassatutto (1959) di Carl Barks, cui si innestano elementi tipicamente ciminiani, come la fuga dalla civiltà o l’utilizzo di elementi agresti come il rum per alimentare e rinforzare i macchinari, espressione della tecnologia.

10. Grandi Classici #252 (2007)

Tra i recuperi più meritevoli dei Grandi Classici c’è da annoverare Topolino e i grilli atomici (1950), di Guido Martina e Angelo Bioletto. La coppia di autori aveva realizzato in precedenza Il cobra bianco (1948), racconto iniziato sul Topolino giornale e finito su quello libretto, e quindi la parodia Disney per eccellenza, L’inferno di Topolino (1949).

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Ne I grilli atomici sono presenti un po’ tutti gli elementi tipici dello stile dello sceneggiatore: fortemente influenzato dalle storie d’oltreoceano (una città non meglio identificata, con una campagna molto estesa), propone Topolino e Pippo come piccoli imprenditori nel luna park cittadino, avversati da un Gambadilegno che cerca in ogni modo di farli arrestare per colpa di un banalissimo incidente. Dalle scene iniziali in poi, le gag e le situazioni assurde si susseguono con buon ritmo, e pur se presenti alcune imprecisioni scientifiche, ciò non impedisce di gustare al meglio la storia.

11. Grandi Classici #350 (2015)

L’ultimo numero della serie, oltre alle classiche Storie Superstar, si apre con Paperino e il vecchio frac (1993), ispirata a una classica canzone di Domenico Modugno, disneyzzato da Massimo De Vita attraverso una sorta di cantastorie nella pagina d’apertura. La vicenda, scritta da Claudia Salvatori, è un divertente sequela susseguirsi di gag basate sulla malasorte attribuita al frac, appartenuto a un miliardario misogino, e che solo la sfortuna di Paperino riesce a sconfiggere.


  1. Dal computo sono escluse le storie pubblicitarie oltre che la versione a fumetti del Fantastico mondo del Mago di Oz 

  2. Coprotagonista di Topolino all’età della pietra (1940-41) di Merrill De Maris e Floyd Gottfredson 

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