Claymore, l’avvincente dark fantasy creato da Norihiro Yagi

Claymore, l’avvincente dark fantasy creato da Norihiro Yagi

Le Claymore, guerriere dagli occhi d'argento, sono le uniche in grado di sconfiggere gli Yoma. Ma il confine tra bene e male non è mai stato così sottile.

Numerosi fan in tutto il mondo definiscono Claymore, il manga creato da Norihiro Yagi, come la versione femminile di Berserk. Anche se questa definizione può risultare corretta riguardo ad alcune tematiche presenti principalmente nel primo blocco narrativo, in realtà l’opera di Yagi risulta meno approfondita rispetto a quella di Miura, risultando comunque godibile dall’inizio alla fine. L’autore ci porta così ad addentrarci in un mondo dark fantasy per scoprire i misteri che si celano dietro l’organizzazione che muove le guerriere Claymore come semplici pedine.

Solo le Claymore possono aiutarci… non resta che affidarci ai diavoli

Norihiro Yagi proietta il lettore fin da subito nel vivo dell’azione, mostrando la protagonista Claire intenta a cacciare e sconfiggere gli Yoma, terribili demoni capaci di mimetizzarsi tra le persone comuni per non farsi individuare.
In questa prima parte il registro horror è dominante, anche grazie a un’ottima gestione del ritmo, capace di intervallare buone sequenze action con dialoghi tanto semplici quanto efficaci. In questo modo, fin dalle prime pagine si respira un’aria cupa e misteriosa che porta il lettore a dubitare persino della protagonista, estremamente fredda e distaccata da tutto e tutti.

claymore_p

La linea di demarcazione tra bene e male non è definita in modo netto ma anzi viene costantemente messa in discussione per tutto il corso del manga. A questa ambiguità contribuisce la stessa organizzazione delle Claymore, che pretende dalle sue seguaci (un gruppo di abili e affascinanti guerriere caratterizzate da occhi argentei e dall’omonima spada) la massima obbedienza ed efficienza in ogni occasione, imponendo loro regole ferree che non possono essere violate in alcun modo. Nelle vene delle Claymore scorre il sangue degli Yoma che dona loro la forza per affrontare ad armi pari questi demoni, ma che rischia di trasformarle in creature spietate ed estremamente potenti, le risvegliate, da abbattere senza pietà.

Grazie… Claire. Almeno… posso morire da umana…

Per le Claymore, resistere alla trasformazione rappresenta una vera e propria sfida psicologica, dato che nei momenti di crisi sono costrette a lottare prima di tutto contro se stesse, rischiando in ogni momento di perdere la ragione. Infatti, quando avviene la trasformazione, le guerriere provano una commistione di sensazioni che passa da un iniziale senso di disagio a un immenso piacere, del tutto simile a una sorta di estasi suprema. Gli abitanti dei villaggi guardano così con estrema diffidenza le Claymore, portando il tema dell’isolamento di queste guerriere ad acquistare sempre più importanza nel corso del manga, fino a diventare una colonna portante dell’intera opera.

Questa bambina alta la metà di me… mi ha insegnato a versare lacrime dai miei occhi d’argento.

Teresa_manga

Avanzando nella storia, si capisce comunque che dietro l’apparente insensibilità di Claire, ribadita anche dal modo meccanico e sbrigativo con cui affronta i propri incarichi, in realtà si nasconde un animo nobile, segnato da tragici eventi difficili da superare totalmente.
Quando la protagonista decide di portare con sé Raki, un ragazzino scampato per miracolo alla morte, il lato umano della ragazza inizia lentamente a emergere, mettendo in evidenza uno dei temi portanti della serie, quello del legame affettivo. Claire sviluppa nei confronti di Raki un legame simile a quello che in passato un’altra persona aveva stabilito con lei: Teresa del Sorriso, l’allora numero uno dell’organizzazione delle Claymore.

In un flashback abbastanza lungo, scopriamo come questa si prese cura della piccola Claire, creando un legame empatico profondissimo con la fragile bambina e arrivando addirittura a rinnegare l’organizzazione per proteggerla.
In questo punto della vicenda viene anche affrontato, seppur in modo poco approfondito, il tema della predestinazione. I nomi delle due protagoniste sono infatti anche quelli delle dee gemelle (due divinità facenti parte del mondo delle Claymore), particolare che porta Teresa e Claire a essere paragonate a entità ultraterrene il cui legame affettivo è talmente profondo da essere destinato, forse, a non sciogliersi mai nonostante le avversità.

Non vuoi vedere… che aspetto ha il famoso Easley dell’abisso?

Con la conclusione del flashback, l’attenzione torna nuovamente su Claire, ora affiancata dalle guerriere Milia, Helen e Denev; la leggera influenza horror caratteristica dei primissimi numeri scompare gradualmente, avvicinando il manga a una dimensione corale dove l’impronta action acquista sempre più importanza, portando i combattimenti con le armi bianche a diventare il fulcro principale dell’intera opera.

Il tema dell’isolamento viene così affrontato con un tono leggermente più positivo e Claire, adesso, si ritrova a essere supportata dalle compagne non solo durante le battaglie ma anche in momenti maggiormente introspettivi.
A questo punto, la trama si amplia, immettendo nella serie nuovi personaggi e nuovi antagonisti come Riccardo il Re Leone, Riful dell’Ovest o Easley, in modo da espandere la formula iniziale ponendo le basi per un interessante secondo blocco narrativo incapace però di soddisfare totalmente le aspettative.

claymore-manga

Dopo lo scontro con Riccardo ritroviamo Claire e altre guerriere a dover gestire una nuova situazione in cui l’organizzazione diventa una nuova minaccia da affrontare, aggiungendo così un po’ di varietà all’intera struttura narrativa pur senza stravolgerla. Il mistero alla base della nascita degli Yoma, uno dei punti di forza dell’opera, viene però rivelato troppo presto, fornendo al lettore tutti i dettagli per capire quasi ogni punto oscuro della trama, andando inevitabilmente a intaccare il ritmo della seconda metà del manga, incapace di suscitare la giusta curiosità nel lettore, perché privo di trovate particolarmente originali.

L’azione comunque rimane sempre altissima, risultando in vari punti addirittura eccessiva. In questo modo, l’elevata lunghezza degli scontri porta inevitabilmente il manga a diventare monotono e prevedibile nella risoluzione dei combattimenti; l’evoluzione dei vari personaggi, poi, non risulta particolarmente interessante, dato che quasi tutte le Claymore sembrano incapaci di cambiare soprattutto caratterialmente. Anche Raki, prima fondamentale per aver salvato Claire dal risveglio, una volta cresciuto risulta poco carismatico, seppur determinante a livello di trama.

Colpo_del_miraggio_di_Miria_

La storia, anche quando sposta l’attenzione su Milia del Miraggio (un’altra guerriera Claymore), non riesce a coinvolgere come all’inizio, trasformando ogni scontro in un qualcosa di già visto.
Il mistero dietro l’inarrestabile potenza di Priscilla, antagonista principale della serie, rimane quindi uno dei pochi punti di forza del secondo blocco narrativo, capace comunque di spingere il lettore fino alla conclusione della vicenda per scoprire se le Claymore sono davvero capaci di sconfiggere un nemico immortale.

Se esistesse un dio… vorrei ringraziarlo per averci fatto incontrare

Da un punto di vista grafico l’opera di Norihiro Yagi risulta ben realizzata sotto vari aspetti, a partire dal design dei personaggi. Le guerriere sono raffigurate molto spesso con un aspetto esteriore all’apparenza curato e affascinante, che nasconde in realtà i segni dell’ibridazione con il sangue e la carne degli Yoma.

I numerosi combattimenti all’arma bianca, seppur senza arrivare agli estremi livelli di violenza di Berserk, risultano godibili anche grazie all’elevato grado di sadismo delle risvegliate, continuamente alla ricerca di carne umana da divorare e per questo tremendamente brutali durante i loro attacchi. Gli scontri, sempre lunghi ed elaborati, il più delle volte riescono a catturare l’attenzione del lettore pur senza puntare su trovate originali.
I volti delle guerriere risultano abbastanza diversificati, anche se in alcune occasioni, soprattutto durante le scene action più caotiche, riconoscere una singola Claymore non è un processo immediato.

Per quanto riguarda i nemici, gli Yoma di tipo base si somigliano molto; discorso a parte per le risvegliate, dotate di un look estremamente vario ed elaborato, che dimostra la grande abilità dell’autore nel disegnare creature mostruose dal design originale e sempre inquietante.
Notevoli anche le varie strutture medievali che fanno da sfondo alle vicende, capaci di immergere pienamente il lettore nell’atmosfera dark fantasy dell’opera grazie a un tratto fine e preciso.

Priscilla

Il manga creato da Norihiro Yagi è in definitiva un ottimo lavoro che però nel momento decisivo non riesce a soddisfare pienamente le aspettative, soprattutto per colpa di una parte centrale abbastanza piatta e poco approfondita.

L’opera alla fine è riuscita comunque a risollevarsi grazie a un finale ricco di pathos, in cui il tema del legame affettivo torna a giocare un ruolo fondamentale andando a chiudere in maniera coerente la vicenda, lasciando ampio spazio di manovra per far continuare, magari in futuro, la serie.

Abbiamo parlato di:
Claymore #1/27
Norihiro Yagi
Star Comics, da Giugno 2005 a Giugno 2015
192 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,30€ cad.

2 Commenti

1 Commento

  1. Gianluca

    9 Giugno 2016 a 08:56

    Una buona recensione.

    Da appassionato della serie direi che più che un Berserk al femminile Claymore è una versione Shonen di Berserk, in quanto pur avendo un tono più maturo per gli standard degli Shonen alla fine anche Claymore ne segue a suo modo i canoni (e non credo ci sia nulla di male, anzi è interessante vedere i temi classici degli Shonen quali il valore dell’amicizia sviluppati in modo più serio sotto l’ottica del legame affettivo e del rapporto umano).

    La parte centrale tra il ritorno a Rabona e Lautrec è sì probabilmente la parte più debole del manga, soprattutto nella parte di Lautrec dove lo scontro si protrae molto a lungo, si salta spesso tra i vari punti di vista degli ora molto numerosi personaggi rendendo le cose anche abbastanza confusionarie (a tratti è forse anche voluto ma non fa una buona impressione) e la narrativa in generale pare diventare un po’ scoordinata. Ciononostante credo che complessivamente la storia riesca a reggere anche di fronte a questi problemi e si mantiene interessante abbastanza da voler continuare, personalmente con il passaggio all’arco di Miria (non riesco a chiamarla Milia, io ho letto anche la traduzione Inglese e per me il nome è Miria) ho trovato che quel senso di confusione narrativa fosse già passato. Nel suo complesso la seconda metà del manga ha problemi, ma non crolla neanche.

    Il finale poi l’ho trovato bellissimo. Claymore non è Berserk, ma Berserk è Berserk e non sono in molti i titoli che possono dire di esserne alla pari. Personalmente ho trovato in Claymore un manga molto ben fatto, con ottimi personaggi e una certa attenzione ai dettagli, lo consiglierei a chiunque.

    • Andrea Stella

      10 Giugno 2016 a 07:23

      Grazie per il commento :D

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *