Il Re Bianco

Il Re Bianco

Davide Toffolo Coconino Press, 2005 - 152 pagg. b/n bros. - 12,50euro

Nel Il Re Bianco di Davide Toffolo l’introspezione dell’artista si intreccia con la chimerica esistenza del gorilla bianco dello zoo di Barcellona, un racconto che scorre per mezzo di una strutturazione delle tavole disinvolta, una giustapposizione delle vignette ricca e varia che si dipana attraverso molteplici direzioni che tuttavia convergono in un disegno narrativo omogeneo e coerente, una narrazione articolata e di respiro letterario condotta da Toffolo con efficace sicurezza.
“Il Re Bianco” è sopratutto un percorso attraverso le emozioni, una continua suggestione, un percorso esistenziale tra autobiografia e mito, alla ricerca di qualcosa, forse persino di un sé diverso da sé stessi. Il romanzo narra appunto il viaggio di un autore di fumetti, lo stesso Davide Toffolo, alla volta dello zoo di Barcellona dove vive l’unico gorilla albino che la storia naturale annoveri, copito di neive, fiocco di neve, come lo chiamano affettuosamente i bambini. Il gorilla bianco, a cui anche Italo Calvino si era ispirato per un suo racconto, citato per altro dallo stesso Toffolo, fu trovato nella Guinea Spagnola nel 1967, vive infatti nello zoo di Barcellona dal 1968 e sta per morire a causa di un tumore all’epidermide dovuto al suo albinismo.

Questa fase di passaggio che l’autore rappresenta con acuta sensibilità diviene paradigmatica d’una condizione trascendentale: il gorilla bianco rappresenterebbe infatti l’archetipo capace di trascinare il protagonista, e quindi il lettore, in un flusso che conduce alla consapevolezza di sé stessi, di un’esistenza che nonostante la prigionia niente e nessuno ha saputo mutare e che nell’era della globalizzazione solo la morte è riuscita forse ad interrompere.
Memorabili in questo senso le sequenze narrative in cui Davide Toffolo con un’efficace mezzatinta, quando tutto il resto della storia è illustrata con un essenziale bianco e nero morbido ed espressivo, rappresenta il mondo africano selvatico e primitivo del gorilla bianco, le foreste e la gente della Guinea; in particolare le tavole finali in cui l’Africa di copito di neive assume la consistenza della materia di cui sono fatti i sogni.

Il romanzo è anche, direi sopratutto, il racconto di una serie di incontri tra umanità in “bilico”, punti di vista alternativi che si confrontano tra di loro per convergere sul gorilla bianco. Assieme al protagonista emergono appunto altre figure “al confine”, quasi delle icone generazionali: il pensionato solitario incontrato dall’autore sul traghetto diretto da Genova a Barcellona, proprietario inoltre degli occhiali che il protagonista indosserà durante la storia; una ragazza che fugge le proprie inquietudini guardando il mondo attraverso la prospettiva della macchina fotografica e che seguirà il fumettista durante il viaggio; una madre con la propria bambina la cui vicenda umana di morte e malattia si intreccia con quella dell’animale albino.
Davide Toffolo compone una sequenza narrativa in cui la realtà sfuma continuamente nel sogno, nella fantasia, nell’immaginazione, una metafora continua, una catarsi di denso spessore poetico in cui è possibile rintracciare attraverso la suggestione autobiografica e letteraria il percorso esistenziale dell’autore. Un cammino individuale forse non immediato, ma che si fa universale ed in cui il lettore potrà immedesimarsi.

Davide Toffolo con la prova offerta attraverso “Il Re Bianco” è senz’altro da annoverare tra i migliori interpreti della letteratura disegnata italiana ad affacciarsi nell’ultimo decennio sulla scena europea. Dotato d’un segno personale ha maturato pienamente una vena narrativa intimista di ascendenza autobiografica, attenta al quotidiano, alle pieghe nascoste dell’animo umano, sulla scia degli spunti grafici e narrativi sviluppati anche dagli autori francofoni de L’Association.

Riferimenti:
Il sito della Coconino Press: www.coconinopress.com
Il sito di Davide Toffolo: www.treallegriragazzimorti.it/blog

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