Batman #37: il gioco finale del Cavaliere Oscuro

Batman #37: il gioco finale del Cavaliere Oscuro

Sul mensile di Batman inizia “Gioco finale”, nuova saga di Scott Snyder e Greg Capullo.

La lunga saga di Anno Zero si è ormai conclusa ed è tempo per Scott Snyder di tornare nel presente di Batman.
Lo sceneggiatore getta il protagonista subito nella mischia: nel primo atto di Gioco finale vediamo, infatti, come l’eroe sia attaccato a Gotham dalla Justice League al completo, in un combattimento durissimo che può dirsi ad armi pari solo quando Bruce Wayne indossa un’armatura di notevoli dimensioni.

Scontro fra titani

Batman_37_coverIn un periodo in cui, nel medium cinematografico, il tema dello scontro tra supereroi va molto forte (la DC ha predisposto per il prossimo anno il confronto tra Batman e Superman, mentre la Marvel ha già preparato il terreno per la Civil War fra i più importanti membri degli Avengers), vedere gli eroi più potenti della Terra coalizzati contro l’Uomo Pipistrello può lasciare perplesso il lettore o fomentare l’animo dell’appassionato, pronto a godersi quello che è innegabilmente un cliché dei fumetti supereroistici.

La storia è efficace soprattutto per l’aspetto visivo: Greg Capullo ha modo di sbizzarrirsi, creando graficamente una sorta di tank corazzato riconoscibile come un mezzo alla Batman, ma comunque inquietante nella sua estetica vicina all’immaginario dei samurai e a quello dei Power Rangers. Alla forza visiva dell’armatura di Batman, la cui funzionalità principale è quella difensiva, Capullo unisce un’ottima rappresentazione dei combattimenti, grazie a una buona gestione delle tavole che dà risalto ad ogni scontro che i membri della Justice League ingaggiano con Batman.
Batman_37_2La sceneggiatura di Snyder, invece, non presenta guizzi particolari nel raccontare una storia che ha il gusto del già visto, come per esempio ne La Torre di Babele, saga del 2000 della JLA di Mark Waid.
È solo con le ultime due tavole della storia che la situazione acquista interesse: costruite in modo da stimolare una graduale presa di coscienza sia di Batman che del lettore, vignetta dopo vignetta esse svelano chi si cela dietro a quanto visto, definendo questa battaglia come un mero prologo alla nuova saga di Snyder/Capullo.

A seguire troviamo una breve side-story, prima parte di un’avventura che vede il Joker come burattinaio degli eventi. È il pagliaccio del crimine ad aver fatto fuggire dall’Arkham Asylum alcuni pericolosi criminali e ad averli uniti in un folle e sadico gioco, al centro del quale si ritrova un’infermiera dell’istituto che non può far altro se non assecondare questi inquietanti pazienti.
James Tynion IV firma una storia oscura e inquietante, la cui meta non è ancora chiara ma che promette di offrire un ennesimo approfondimento sul Joker. Come e quanto questo racconto sia collegato alla storia principale del Batman americano è ancora presto per dirlo, ma si possono già apprezzare gli efficaci disegni di Kelley Jones, con un tratto che dà risalto alle le inquietudini della sceneggiatura con visioni a effetto e un robusto uso di ombre.

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Terrorismo a Gotham

Batman_37_4Su Detective Comics sono invece di scena Benjamin Percy e John Paul Leon, che con Terminal 1 raccontano una storia che ricorda alcune dinamiche della serie televisiva Fringe: un aereo si è schiantato sull’aeroporto di Gotham City, ma oltre ai cadaveri dei passeggeri sul velivolo si trovava qualcosa di mortalmente pericoloso.
Il tenore della storia appartiene al filone più “realistico”, quello che mette da parte i freaks per concentrarsi invece su minacce più concrete e meno folli. I temi sul piatto sono quelli del terrorismo – ecoterrorismo, per la precisione –, della guerra chimica, dei criminali contro il sistema e di come un solo pazzo possa mettere in scacco la polizia minacciando concretamente migliaia di vite. Questo contesto rende più palpabile la minaccia che l’eroe deve affrontare e in qualche modo anche il lettore ne viene maggiormente coinvolto. Finora può dirsi una buona storia, che, pur senza eccellere, non annoia.
I disegni di Leon si rivelano d’impatto, il tratto appare pesante grazie alle chine dell’artista e ai colori densi di Dave Stewart, e il tutto concorre all’atmosfera ansiogena dell’avventura. I volti di Batman, di Alfred e del capo della sicurezza dell’aeroporto non sono ricchi di dettagli ma godono di pennellate adatte a introdurre il pubblico all’interno di una vicenda claustrofobica e fortemente d’attualità.

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Il confronto più immediato è quello con le tavole di Gotham Central, la serie poliziesca del 2002 (e conclusasi nel 2006) scritta da Ed Brubaker e Greg Rucka che si è avvalsa in particolare dell’apporto grafico di Michael Lark, successivamente supportato dall’inchiostratore Stefano Gaudiano. Le similitudini, però, non si fermano al tratto dei disegnatori e alla struttura delle tavole, alla scelta di un’inchiostrazione pesante e a una scrittura quanto più realistica possibile, ma riguardano anche la colorazione: Stewart, infatti, opta per colorazioni monocromatiche che richiamano le scelte operate su Gotham Central.

Dick Grayson, il ragazzo meraviglia

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Con l’esordio, sullo spillato, del primo numero di Grayson, di Tim Seeley e Tom King con i disegni di Mikel Janin, arriva l’ultima svolta editoriale e narrativa per Dick Grayson, lo storico assistente di Batman che proprio quest’anno compie 75 anni di attività.
Dopo aver iniziato come primo Robin, Dick nel corso della sua carriera editoriale diventa prima fondatore dei Teen Titans, poi viene allontanato da Gotham per le esigenze narrative di Dennis O’Neil e Neil Adams e quindi, grazie a Marv Wolfman e George Perez, ottiene l’identità autonoma di Nightwing.

Batman_37_9Sotto questo aspetto la punta massima, per critica e pubblico, è la seconda serie a lui intitolata, gestita dal duo Chuck Dixon ai testi e Scott McLoud ai disegni. Molto probabilmente è proprio il confronto tra la forte caratterizzazione di Dixon e la sempre più debole caratterizzazione di Kylie Higgins, lo scrittore dell’ultima serie, ad aver fatto naufragare il terzo volume di Nightwing; la DC Comics ha quindi colto gli eventi di Forever Evil, e la morte apparente del personaggio, per lasciarlo in stand-by editoriale fino al lancio di Grayson, serie dal taglio spionistico.

La storia è semplice: Batman fa infiltrare il suo pupillo all’interno di Spyral, un’agenzia spionistica apparentemente indipendente che cerca di scoprire quanto più possibile sulle attività metaumane del pianeta. I due sceneggiatori, in questo modo, riescono a portare nuova linfa al personaggio, riproponendone la caratterizzazione classica di uomo brillante, agile e dai valori forti all’interno di un contesto nuovo e dalla dubbia morale come quello delle spie, ben noto a King che ha lavorato per diverso tempo alle dipendenze della CIA. La storia d’esordio, serrata e avvincente, risulta efficace non solo per la gestione dei personaggi, su cui spicca l’introduzione di Midnighter nell’universo batmaniano, ma anche grazie ai disegni semplici e lineari di Mikel Janin, che riesce (comunque) ad essere efficace nel rappresentare il dinamismo e le abilità acrobatiche del protagonista.

Sarà interessante osservare gli sviluppi di questa nuova carriera di Dick Grayson, che strizza l’occhio ai lettori storici del personaggio, con l’implicita promessa che si tratti di una semplice parentesi nella storia editoriale del primo Robin.

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Abbiamo parlato di:
Batman #37
Scott Snyder, Greg Capullo, James Tynion IV, Kelley Jones, Benjamin Percy, Jonh Paul Leon, Tim Seeley, Mikel Janin
Traduzione di Stefano Visinoni
RW Lion, maggio 2015
96 pagine, spillato, colori – 4,50 €
ISSN: 9 771887 472334 50094

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