Alt!: il fumetto tra divulgazione e autoproduzione

Alt!: il fumetto tra divulgazione e autoproduzione

Intervista ai ragazzi di Alt!, associazione culturale di Torre del greco impegnata nella divulgazione della letteratura e nell'autoproduzione di fumetti.

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Salvatore Cervasio, classe ’87, si è laureato in Teoria della Comunicazione e dei Linguaggi audiovisivi presso l’Università degli studi di Salerno con una tesi sulle fiere del fumetto. Grande appassionato fin dalla tenera età (di fumetto), è stato critico fumettistico per vari portali, quali ubcfumetti.com, lospaziobianco.it e overnewsmagazione.com. Ad oggi collabora come correttore per RW Edizioni. Derrière le Rideau e Quasi Blu sono i suoi primi lavori come sceneggiatore.

Marcella Onzo, classe ’90, si diploma in grafica pubblicitaria e fotografia all’Istituto d’Arte di Torre Annunziata e negli anni si dedica alla grafica, alla fotografia e al disegno. Dal 2014 studia Illustrazione alla Scuola Italiana di Comix. Derrière le Rideau, pubblicato da ALT!, rappresenta il suo primo approccio al mondo del fumetto, ispirato alle soluzioni grafiche dei cartellonisti di fine Ottocento.

Rachele Morris, classe ’93, si diploma nel 2012 all’Istituto d’Arte di Torre del Greco. Ispirata da autori come Gipi, Manuele Fior e Andrea Pazienza, cambia molti stili e tecniche per poi approdare a un disegno sinuoso, fatto di poche ma significative linee. Quasi blu, pubblicato da ALT!, è la sua prima esperienza come disegnatrice professionista.

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Ciao Salvatore, cosa ci racconti di ALT! (Associazione Lettori Torresi)?
Salvatore Cervasio
: ALT! è un progetto nato poco più di due anni fa, nel gennaio 2013, dall’unione mia e di altri “pazzi” malati di letteratura. Come nostra mission sin dall’inizio ci siamo proposti di essere divulgatori della lettura (in generale) in ogni sua declinazione, dal fumetto al romanzo. Da sempre, quindi, l’obiettivo è spingere le persone a leggere di più. In questi due anni abbiamo cambiato due sedi nella città di Torre del Greco; in questo momento siamo al Circolo Professionisti nella Villa Comunale, una struttura molto grande e centrale che ci permette di organizzare mostre e incontri dedicate al mondo del fumetto. Ad esempio abbiamo ospitato sceneggiatori come Alessandro Bilotta, ma per occuparci pienamente della diffusione della cultura grafica e visuale del fumetto abbiamo realizzato anche mostre dedicate ad autori completi e a disegnatori. In molti hanno proposto negli anni di organizzare una fiera del fumetto a Torre del Greco, ma le mostre negli ultimi tempi – e anche questo Comicon lo conferma – si rivolgono a un pubblico sempre più variegato, che supera i confini del fumetto. Volendo noi realizzare un’offerta fumetto-centrica preferiamo organizzare mostre e presentazione di volumi, trattando dunque il fumetto come un medium a sé stante e con la propria dignità. Tra i nostri ospiti degli ultimi due anni si annoverano Stefano Antonucci e Daniele Fabbri, che abbiamo seguito sin da quando il loro fumetto [Gesù, ndr] era autoprodotto, Paolo Castaldi, che qui al Comicon ci ha sorpresi regalandoci un disegno originale del suo Maradona, Pasquale Qualano, Lucilla Stellato e Antonella Vicari, Bruno Brindisi, la cui mostra è stata la più grande, e Fabrizio Fiorentino, la cui mostra è stata realizzata in collaborazione con il Comicon, all’interno del Comicon-Off – il che, data l’importanza di questa realtà, ci ha reso molto felici e orgogliosi. Al Comicon, inoltre, siamo presenti anche con uno stand preso insieme ai ragazzi di Io ci sto, una libreria napoletana nata grazie all’azionariato popolare e che ha sede in Piazza Fuga. Come noi, Io ci sto fa opera di divulgazion. ALT! si è inoltre dotata di una biblioteca di circa cinquecento volumi e duecento fumetti disponibili in prestito, aperta a tutti i soci.

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Realizzato da Paolo Castaldi per Alt!

Credo che l’attività dell’associazione sia resa ancor più preziosa dalla sua collocazione geografica: non siete a Napoli, la grande città della nostra regione, ma a Torre del Greco, che appartiene alla provincia napoletana e che, insieme a quella casertana da cui io stesso provengo, si caratterizza per un contesto sociale e politico molto critico. Qual è stata la risposta di un territorio che, in teoria, poteva premiare poco i vostri sforzi?
SC
: Il territorio ha una grande importanza. A Napoli ci sono molti circoli culturali, ma fare attività in provincia, in territori che sono martorizzati dalla cattiva politica, è doppiamente difficile. Ritrovare spazi collettivi e sociali era un altro dei nostri obiettivi. Risposte istituzionali non ci sono state, ma non le vogliamo nemmeno. La risposta della popolazione invece è stata molto positiva: forse non diverranno lettori abituali o non gli piacerà mai il fumetto fino in fondo, però hanno cominciato a capire questo medium e a conoscerlo anche grazie alle mostre che abbiamo fatto e anche attraverso le produzioni interne che abbiamo portato a questo Comicon. Anche solo questa è una gran cosa, in territori che sono stati lasciati un po’ all’asciutto di questo tipo di cultura – e di cultura in generale.

i due fumetti

Hai fatto cenno ai tre volumi portati qui al Comicon da ALT!. Com’è avvenuto questo passaggio e cosa vi ha spinto a compiere questo passo?
SC
: La partecipazione al Comicon e l’offerta di Marco Modestino [Associazione Io ci sto, ndr] a condividere lo stand hanno dato la spinta finale all’ambizione mia, di Marcella Onzo e di Rachele Morris di produrre fumetti. Insieme, negli ultimi anni, abbiamo progettato una serie di storie che proporremmo in futuro e abbiamo preso parte anche a un PON [Programma Operativo Nazionale “La Scuola per lo Sviluppo”, ndr] in una scuola, che ha avuto come risultato finale un volumetto stampato dall’Istituto. La produzione di Derrière le Rideau e di Quasi Blu, scritti da me e disegnati rispettivamente da Marcella e Rachele, è stato il frutto di una full immersion lavorativa a ridosso del Comicon. È stata una bella esperienza e una vera e propria palestra. Nella realizzazione dei fumetti abbiamo guardato a realtà come Coconino, al mondo dell’autoproduzione o comunque a opere riconducibili a una certa volontà “autoriale” e ciò è stato dettato ovviamente dalle nostre personali sensibilità.

Quasi Blu è ambientato a Capri e ha come protagonisti Archibald e Petronilla che sono marito e moglie, lui è uno scrittore di gialli e lei una reporter di viaggi. Durante questa vacanza scopriranno un mondo.
Derrière le Rideau [“dietro il sipario”, ndr] è ambientato in un locale di burlesque, idea che ci è venuta anche grazie alla conoscenza di una ballerina di burlesque di Castellammare, Fanny d’Amour, che ha partecipato a una delle nostre serate all’Associazione. In generale crediamo che l’autoproduzione sia un modo estremamente valido per cominciare a farci conoscere.

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Sono entrambe due brevi storie: come hai affrontato le difficoltà che implica questo formato?
SC
: Considerato il tempo a disposizione, era anche impossibile fare più di quindici tavole. All’inizio si era pensato di unire queste due storie alla terza che presentiamo, L’ultima chiamata di Catanzaro, Sabatini e Culicelli, in un unico volume antologico. Sin dall’inizio, quindi, i soggetti delle storie sono stati pensati per un formato breve. Il soggetto di Quasi Blu nasce addirittura da un singolo disegno realizzato da Rachele.

Hai giocato molto con i punti di vista: in Derrière le Rideau adottando alternativamente quello dei due protagonisti, in Quasi Blu adottando il punto di vista di una donna. Quanto è stato difficile farlo?
SC
: Forse è stato più difficile il meccanismo dell’alternanza in Derrière le Rideau, mentre per Quasi Blu è stato quasi naturale! In quest’ultima storia ho pensato al personaggio maschile come a un me all’ ennesima potenza: dato che la mia ragazza mi sopporta ampiamente, è stato quasi facile immaginarmi la relazione di questa donna con un uomo all’apparenza insopportabile. Nella storia parla una donna, ma parla di un uomo, quindi mi è risultata più facile la scrittura (di Quasi Blu).

Rachele, prima si diceva che Quasi Blu è nato da una tua tavola. Puoi raccontarci la sua genesi?
Rachele Morris
: Cominciai con uno sketch dei due personaggi che poi presentai a Salvatore e da lì lui ne ha rapidamente ricavato una storia. In genere le nostre storie nascono in questo modo: gli porto un personaggio, gli spiego per grandi linee chi è e cosa vorrei che facesse, Salvatore comincia a lavorarci su e insieme gli cuciamo una storia addosso.

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Come ha influito sulla fase di disegno la scelta dei colori?
RM
: Questa è una bella domanda perché non sono stata io a occuparmi dei colori ma Marcella, quindi quando ho realizzato le tavole ho fatto in modo che lei avesse la possibilità di realizzare ciò che aveva in mente, lasciando anche i paesaggi e gli spazi un po’ indefiniti, con solo pochi tratti di pennello, così da consentire il suo intervento successivo.

Marcella Onzo: Io e Rachele collaboriamo molto spesso insieme, quindi ognuna conosce l’altra abbastanza bene. Vedendo i suoi disegni, la sua linea pulita e sinuosa, ho pensato sin dall’inizio che questo fumetto dovesse avere un solo colore che andasse a riempire anche i fondi e che desse l’idea dei volumi e dell’ambientazione, quindi dal primo momento ho proposto di realizzare il fumetto in questo modo. Inizialmente lei non era convinta ma alla fine anche il tempo ha contribuito a persuaderla: in principio era stata una terza persona a occuparsi della colorazione, ma arrivata alla seconda tavola non ha più potuto continuare e così sono subentrata io e siamo riusciti a rispettare la scadenza per un pelo, terminando appena dieci ore prima della messa in stampa.

Mi è sembrato di (poter) leggere quasi un contrasto tra la tua linea morbida e il carattere di alcuni personaggi all’apparenza spigolosi, in particolare Archibald.
RM
: Sì, questo effetto è da un lato merito di Salvatore, dall’altro quasi una conseguenza naturale dell’unione della mia morbidezza e della sua rudezza.

SC: Questo effetto c’è, ma è anche un po’ fortuito: il mio obiettivo era unicamente quello di rendere Archibald quanto più brontolone possibile, anche se in realtà il suo è solo un ruolo che spesso noi uomini ci troviamo a recitare.

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Marcella, in Derrière le Rideau il tuo stile e le tue scelte cromatiche mi hanno ricordato l’art nouveau francese. Ci puoi parlare di questi aspetti?
MO
: Le scelte cromatiche le considero fondamentali, quando penso a un fumetto sono il mio punto di partenza. C’è stato un periodo in cui ho guardato tantissimo, e mi sono letteralmente innamorata, dei manifesti d’arte, della grafica d’arte, dei cartellonisti francesi di fine Ottocento e d’inizio Novecento, delle loro scelte grafiche e del loro modo di usare i colori – un amore che è derivato anche dai miei studi di grafica pubblicitaria. L’obiettivo era proprio applicare questo stile al linguaggio del fumetto. Quindi la tua associazione è più che pertinente.

Quali sono i progetti futuri di ALT!?
SC
: Per la nostra estate, abbiamo scelto di lasciare momentaneamente la nostra sede e di spostarci in locali all’aperto, per cercare appunto di avvicinare la cultura letteraria a contesti quanto più vari è possibile. È in atto un piccolo tour dei nostri fumetti e sulla pagina facebook o sul sito dell’associazione potrete trovare tutte le date aggiornate. Dal punto di vista “editoriale”, speriamo a breve di poter dare delle stuzzicanti novità: posso anticipare che, vista la nostra esperienza nella produzione di artbook dedicati agli artisti che mettiamo in mostra, ne produrremo uno lussuoso di un fumettista italiano importante, un fratello di ALT!. Di più per ora non posso dire. Seguiteci e ne saprete di più!

Si ringraziano gli intervistati per la disponibilità

Riferimenti:
www.associazionelettoritorresi.it
www.facebook.com/AltAssociazioneLettoriTorresi

Intervista realizzata dal vivo il 2 maggio, in occasione del Napoli Comicon 2015

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