Mayapan #1 – Il sole invisibile

Mayapan #1 – Il sole invisibile

Flavio Troisi, Joseph Vig Vittorio Pavesio, 2004 - 56pp. col. cart. - 15.99euro

Mayapan #1 - Il sole invisibileLa linea editoriale verso la quale sembrano concentrati i maggiori sforzi della Vittorio Pavesio, iniziata con Ego Sum di Simone Bianchi, è quella relativa alla pubblicazione contemporanea in Italia e in Francia di prodotti realizzati da autori nostrani. Quasi una operazione antitetica rispetto ai tanti titoli di autori italiani realizzati per la Francia, e solo successivamente tradotti e reintrodotti nel nostro circuito.

Tra gli ultimi titoli proposti c’é Mayapan, ai cui testi troviamo Flavio Troisi, da tempo noto come traduttore, editor e addetto stampa (tra l’altro della stessa Vittorio Pavesio), che si cimenta per la prima volta con i testi di un fumetto. Ai disegni troviamo invece Joseph Vig, disegnatore franco-italiano in forza alla Bonelli.
Lo spunto di partenza di Mayapan è un buon esempio di fantastoria: la vicenda è ambientata in un mondo dove la civiltà Maya non è stata sterminata dai colonizzatori europei, ma si è evoluta in un impero altamente tecnologico, e tuttavia fondato sulla spiritualità e su un sistema di credenze/tradizioni religiose, che evocano il fascino ed il mistero di questo popolo e della sua cultura.Leah Nantze, protagonista di MayapanLa società Maya futuristica che gli autori tratteggiano riesce ad affascinare il lettore e a esprimere bene il senso di decadente sfarzo tecnologico e il caos della metropoli in cui tutto si svolge. L’efficacia dell’ambientazione sfrutta, inoltre, richiami familiari alla fantascienza cinematografica: città tentacolari, enormi palazzi tra i quali sfrecciano auto volanti, scene che, insomma, sembrano uscite dritte dal Quinto Elemento di Luc Besson. Riferimenti e non copie, poiché il design generale di questo immaginario futuro mantiene una propria originalità stilistica, che si apprezza nell’uso linee barocche e sofisticate utilizzate per l’architettura e la tecnologia. Così, dietro l’esibita ricchezza, si intuisce l’altra faccia della medaglia, fatta di corruzione, di degrado, di povertà, di loschi intrighi da parte di un potere che fa leva sulla propria natura divina per assoggettare il popolo, e che nasconde e nega tutto ciò che ne potrebbe offuscare lo splendore. La storia racconta di come Leah Nantze, ufficiale del corpo di polizia della città, inizia a scoprire i segreti e le ipocrisie della sua società, e a stracciare il velo di bugie che ha dovuto accettare finora.

Mayapan si segnala come un’opera che ben esemplifica alcune caratteristiche della narrativa a fumetti del mercato francofono; da una parte, i pregi per la cura editoriale con cui è realizzato, dall’altra, una certa difficoltà nello svolgere alcuni passaggi della storia, nei quali non tutto sembra immediato e comprensibile. A una seconda lettura, pero’, la trama emerge più chiaramente, se ne intuiscono meglio le sfumature perse ad un primo momento, e si raggiunge una maggiore comprensione del quadro generale, riuscendo così a gustare maggiormente una storia che si rivela appassionante, solida e matura. I disegni e i colori di Vig sono decisamente curati, hanno atmosfera e colpiscono per la solidità delle figure, a metà tra il realistico ed un gusto pittorico appena accennato; le tavole e le vignette sono tanto dense di particolari da richiedere un’attenzione supplementare per non perdere niente, e catturano l’attenzione con efficacia e fascino.

Un prodotto interessante, quindi; una serie che promette bene e che speriamo possa godere di un buon successo in Francia così come in Italia, nonostante il prezzo non certo basso.

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