La Bibbia secondo Kyle Baker

La Bibbia secondo Kyle Baker

Opera recente di Kyle Baker, ricca di computer graphic, Re Davide ci racconta la vita del Davide biblico, ripercorrendo in modo piuttosto fedele le vicende principali della sua vita.

Copertina originale di King DavidNon mi considero un gigante. E non sono forte, tutt’altro. Per questo mi sono chiesto più volte: cos’é che permette a Davide di sconfiggere Golia? Il bra­vis­simo car­too­nist Kyle Baker ha pro­vato a rispon­dere a que­sta domanda nel suo volume Re Davide, edito in Ita­lia dalla Magic Press.
Opera recente di Kyle Baker, ricca di computer graphic, Re Davide ci racconta la vita del Davide biblico, ripercorrendo in modo piuttosto fedele le vicende principali della sua vita.

Dietro a un tratto disneyano, esuberante, colorato e dinamico si nascondo percorsi emotivi obliqui. L’apparente semplificazione dei caratteri ha più a che fare con l’intento parabolistico della Bibbia che con il fumetto. Davide viene ritratto da Baker, sin da piccolo, come fortissimo e velocissimo (questa sì, una concessione ai cliché fumettistici), ma la sua vera risorsa è la sua forza d’animo. La certezza di sapere qual è la cosa giusta, sempre. Che ha solo in parte a che fare con la fede in Dio, guida spirituale e, verrebbe da dire, militare impareggiabile. In realtà la forza d’animo di Davide nasce dal profondo, da quel senso della giustizia che forse ha appreso dalla semplicità contadina di suo padre, allevatore di pecore.

Nella successione degli avvenimenti – dall’infanzia di suonatore di cetra, a uomo ribelle innamorato perseguitato dal suocero re Saul, fino all’incoronazione come nuovo re di Israele – la sua convinzione si traduce sempre in atti precisi, forti, vincenti. A volte atroci ed efferati, ma che hanno sempre in loro la forza della verità d’animo, della trasparenza. E quegli atti gli permettono, nel tempo, di raccogliere sempre più seguaci intorno a sé e di avvicinarlo al ruolo di re, che con giustizia ricoprirà nella seconda maturità (o così ci è dato pensare).
Eppure, eppure il potere davvero sembra corrompere. Il potere e il desiderio. L’uomo giusto, l’uomo retto, tradisce il proprio Dio e le proprie convinzioni per possedere l’ennesima donna, moglie di un soldato, bella, apparentemente irraggiungibile.

Baker tratta ogni tema con leggerezza e ironia. La storia ha davvero la delicatezza e il coinvolgimento del miglior Disney; anche la violenza, che pure non è assente, viene spesso dissacrata con efficacia.
La scelta dell’autore di non riempire le sue tavole di baloon per i dialoghi, ma di utilizzare un testo accanto alle immagini, come un vero e proprio libro illustrato, ha due scopi, a mio parere:

  1. lasciare il giusto spazio alle splendide illustrazioni, potendo giocare con libertà sul livello della condensazione: infatti, alcuni avvenimenti sono raccontati con molte vignette ed altri sintetizzandoli con un solo, luminoso disegno, senza dover seguire in questo modo lo stretto vincolo dei dialoghi;
  2. aumentare il potenziale ironico di alcune scene, dove testo e immagine sembrano contraddirsi in modo divertentissimo.

Del racconto di Baker almeno tre sono le scene memorabili: la prima, naturalmente, è lo scontro tra Davide e Golia. La spavalderia di Davide si contrappone alla paura dei soldati, decimati giorno dopo giorno dall’enorme e crudele nemico filisteo; divertentissimo il lancio della prima fiondata, che va malamente a vuoto, quanto cruda la risoluzione con cui Davide taglia la testa dell’avversario sconfitto e la esibisce come trofeo.
La seconda sequenza memorabile è quella del pastore Nabal, vile e avaro, e della sua giovane moglie, intelligente e generosa, che rimedierà alla avventatezza del marito e diverrà in seguito moglie di Davide.
La terza, quella della pausa di re Saul che urina accanto alla caverna nella quale sono nascosti Davide e i suoi seguaci. Il taglio di questa vicenda (e della sua veste…) è esemplificativa di tutto il libro: l’ironia pungente non diminuisce la drammaticità degli avvenimenti, né l’intelligenza e la “giustezza” di Davide di cui parlavo all’inizio.

Drammaticità che raggiunge il suo apice nel finale, nella caduta di Davide. Quella vicenda, posta a conclusione del libro, viene ingigantita, perché è quella che rimane, che lascia il sapore dopo la lettura. È qui, sembra dirci Baker, che si chiude la parabola dell’uomo Davide, dove cioé Davide è veramente uomo, e come tale assolutamente non infallibile, né perfetto. E l’avvenimento diviene un monito per tutti i lettori, per tutti gli uomini, verrebbe da dire in senso biblico: stiamo attenti che la nostra forza non si tramuti nella nostra più grande debolezza. Forse è questo il senso finale del racconto di Baker, è in questa scelta che la forza dell’autore diviene decisiva e che allontana sostanzialmente il suo racconto da quello della Bibbia.


Ricordero’ a lungo la mano di Davide davanti alla propria faccia mentre gioca col suo figlio neonato. La mano, un gioco, la faccia, una smorfia, in attesa di una tragedia che è lì, in attesa di compiersi, in nome del proprio Dio tradito. Tutti siamo stati piccoli, indifesi e vulnerabili. E tutti abbiamo soL'esito dello scontro tra Davide e Goliagnato di sconfiggere il nostro Golia personale. Ma a quali illusioni può portarci l’idea dell’onnipotenza, a quali errori?

Impeccabile la confezione della Magic Press: grande formato, ottime stampa e traduzione, giusto il prezzo. Una lettura da non perdere.

Abbiamo parlato di:
Re Davide
Kyle Baker
Magic Press, 2004
159 pagine, brossurato, colori – 15,00€

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